di  Ben Norton

Importanti svolte ci sono state alle Nazioni Unite alla ricerca di prevenire una corsa alle armi nello spazio esterno e di creare una zona priva di armi nucleari in Medio Oriente. Ci sono solo due principali ostacoli: gli Stati Uniti e Israele.

Anche se Washington e i canali mediatici industriali dipingono Cina e Russia come stati canaglia aggressivi e guerrafondai, i loro voti all’ONU mostrano quali siano le nazioni che in realtà espandono un pericoloso militarismo in nuove frontiere.

Cina e Russia si sono unite a dozzine di altri paesi nel patrocinare risoluzioni all’Assemblea Generale dell’ONU (UNGA) che hanno cercato di prevenire conflitti armati nello spazio. La maggior parte della comunità internazionale ha appoggiato queste misure storiche per la pace. Le sole costanti eccezioni sono state gli Stati Uniti e Israele.

Pechino e Mosca sono state in prima linea nei tentativi globali di fermare l’uso di armi nello spazio. Contemporaneamente Washington ha bloccato unilateralmente il consenso internazionale sulla prevenzione della mortale corsa allo spazio.

Inoltre, mentre quasi tutti gli stati membri dell’ONU si sono uniti nel sollecitare un Medio Oriente privo di armi nucleari, gli USA e Israele hanno da soli minato i loro sforzi pacifisti.

Questo comportamento canagliesco è anteriore all’elezione del presidente Donald Trump.

All’UNGA del 7 novembre quasi tutti i paesi del mondo hanno anche votato a favore della fine dell’embargo statunitense contro Cuba. E’ stato il ventottesimo anno di fila in cui la comunità internazionale si è unita nel chiedere che il cappio statunitense si tolto dal collo del popolo cubano.

Mentre 187 stati membri hanno appoggiato la risoluzione che chiedeva la fine del blocco, gli Stati Uniti, Israele e il governo brasiliano di estrema destra sono stati le sole nazioni a opporsi. Gli alleati degli Stati Uniti, Colombia e Ucraina, si sono astenuti.

I voti di Washington all’ONU mostrano chi è realmente uno stato canaglia.

Il mondo intero vuole un Medio Oriente privo di armi nucleari; salvo USA e Israele.

Il Primo Comitato dell’UNGA, che sovrintende al disarmo e alla sicurezza internazionale, ha votato il 1° novembre a schiacciante maggioranza l’approvazione di una bozza di risoluzione intitolata “Creazione di una zona priva di armi nucleari nella regione del Medio Oriente”.

Uno sbalorditivo numero di 172 paesi ha votato a favore di tale risoluzione. Solo due nazioni hanno votato contro: gli USA e Israele. Solo due altri paesi si sono astenuti: il Regno Unito e il Camerun.

Nella stessa riunione il Primo Comitato ha approvato una bozza di risoluzione sul “rischio di una proliferazione nucleare in Medio Oriente”, che sollecitava la regione a rispettare il Trattato sulla Non Proliferazione delle Armi Nucleari (NPT).

Considerato che Israele è il solo paese in Medio Oriente dotato di armi nucleari, la risoluzione dell’UNGA sollecitava Tel Aviv a aderire al NPT (Israele si è a lungo rifiutato di firmare il trattato) e chiedeva che le strutture nucleari israeliane fossero controllate dalle salvaguardie dell’Agenzia Internazionale dell’Energia Atomica (IAEA).

Anche la bozza di risoluzione è stata approvata in misura schiacciante, con 151 voti a favore e solo sei contro, di USA, Israele e Canada, accanto alle minuscole nazioni isolane di Palau, Micronesia, e delle Isole Marshall, che agiscono da vassalli di Washington all’ONU.

Voti statunitensi e israeliani contro risoluzioni  per prevenire una corsa alle armi nello spazio esterno

Il 5 novembre il Primo Comitato dell’UNGA ha approvato quattro risoluzioni “mirate a evitare la militarizzazione dello spazio esterno”.

Ancora una volta gli Stati Uniti e Israele sono stati soli contro l’interna comunità internazionale.

Una bozza di risoluzione era intitolata “Prevenzione di una corsa alle armi nello spazio esterno”. La misura era stata proposta da 20 nazioni del Sud Globale, tra cui Cina, Cuba, Bolivia, Algeria, Congo e Siria.

Tutti gli stati membri dell’ONU presenti, 175 nazioni, hanno votato a favore di tale risoluzione. I soli due contrari, ancora una volta, sono stati Washington e Tel Aviv.

Il comitato ha votato un’altra bozza di risoluzione proponente “ulteriori misure pratiche per la prevenzione di una corsa alle armi nello spazio esterno”. Essa è stata proposta da 23 paesi, tra cui Cina, Russia, Venezuela, Cuba, Nicaragua, Bolivia, Iran, Algeria, Armenia, Sudafrica e Siria.

La risoluzione è stata approvata con 124 voti a favore, 41 contro e 10 astensioni.

Un’altra bozza di risoluzione intitolata “Nessun primo schieramento di armi nello spazio esterno” è stata proposta da 17 paesi, tra cui Cina, Russia, Cuba, Bolivia, Vietnam, Corea del Nord, Algeria e Siria.

E’ stata approvata con 123 voti a favore, 14 contri e 40 astensioni.

Infine, la quarta bozza di risoluzione contro la militarizzazione dello spazio, intitolata “Misure di costruzione di trasparenza e fiducia riguardo alle attività nello spazio esterno” è stata proposta congiuntamente da cinque paesi: Cina, Russia, Cuba, Suriname e Siria.

La grande maggioranza degli stati membri ha appoggiato la risoluzione, con 166 voti a favore. Ancora una volta gli USA e Israele sono stati le sole nazioni a votare contro di essa. Altri cinque alleati degli USA si sono astenuti: Regno Unito, Australia, Ucraina, Georgia e Palau.

Mentre gli Stati Uniti hanno tentato attivamente di sabotare tentativi di controllo delle armi e di smilitarizzazione dello spazio, i mostri preferiti di Washington hanno premuto per diplomazia e pace.

Pechino ha sottolineato in una riunione precedente del Primo Comitato, il 31 ottobre, che la Cina e la Russia avevano proposto congiuntamente un “trattato sulla prevenzione dello spiegamento di armi nello spazio esterno, della minaccia o dell’uso della forza contro oggetti nello spazio esterno”.

Il rappresentante di Mosca ha detto alla riunione “che i paesi occidentali stanno promuovendo attivamente l’idea della competizione nello spazio, suggerendo contemporaneamente che tale competizione determinerà una crisi in cui sarà richiesta la violenza”.

Nella riunione del 5 novembre, il rappresentante della Russia ha sostenuto che “gli Stati Uniti stanno cercando di imporre proprie regole e l’idea di dominio dallo spazio esterno e potrebbero attaccare oggetti con il pretesto di combattere rottami”.

Cuba ha fatto notare che c’era un solo paese – gli USA – che bloccava un’unanimità nel Gruppo di Esperti Governativi dell’ONU su “misure efficaci per la prevenzione di una corsa alle armi nello spazio esterno”. Washington si è fortemente opposta a tentativi di creare un trattato legalmente vincolante che avrebbe proibito l’impiego di armi nello spazio.

La rappresentante del Venezuela all’ONU ha detto di “rammaricarsi di dover sottolineare le azioni distruttive di certi paesi che causano divisioni e minano il progresso, proclamando unilateralmente intenzioni di tipo bellico nello spazio esterno”.

Appello della Siria per un Medio Oriente privo di armi nucleari

Mentre il governo e i media industriali degli Stati Uniti dipingono la Siria come un regime canaglia assetato di sangue, Damasco ha contribuito a guidare appelli per una zona priva di armi nucleari in Medio Oriente, mentre Washington e Tel Aviv sono rimasti soli.

Il 4 novembre il Primo Comitato dell’Assemblea Generale dell’ONU preso in considerazione le armi nucleari e chimiche.

Alla riunione la Siria ha votato a favore della bozza di risoluzione a sostegno della “creazione di una zona priva di armi nucleari nella regione del Medio Oriente”. Il rappresentante di Damasco ha sottolineato che “la Siria è stata tra i primi a chiedere un Medio Oriente privo di bombe atomiche”.

“Israele non accetterà mai il Trattato sulla Non Proliferazione, fintanto che gli Stati Uniti e altri proteggeranno i suoi relativi programmi di armamenti”, ha aggiunto il diplomatico siriano.

Mentre USA e Israele hanno accusato la Siria di usare armi chimiche, Damasco ha replicato dicendo: “Israele possiede armi chimiche, ha usato armi biologiche e radiologiche contro la Palestina e la Siria e ha facilitato relative consegne a terroristi”.

“L’uso di armi di distruzione di massa è riprovevole e immorale”, ha aggiunto il rappresentante siriano, ripetendo la sua richiesta di una regione priva di tali armi.

Il diplomatico siriano ha aggiunto: “Il regime israeliano appoggia organizzazioni terroristiche fornendo loro armi chimiche tossiche. Contemporaneamente la Turchia a consentito a terroristi nel suo territorio di addestrarsi all’uso di armi chimiche e il rappresentante degli Stati Uniti ha cercato di eludere la responsabilità del suo paese nell’addestramento di terroristi all’uso di armi chimiche”.

L’ONU terrà una riunione intitolata “Conferenza sulla Creazione di una Zona Mediorientale Priva di Armi Nucleari e di Altre Armi di Distruzione di Massa” presso la sua direzione di New York dal 18 al 22 novembre.

Tale conferenza era stata proposta nell’ottobre del 2018 dall’intera Lega Araba, che comprende Algeria, Bahrain, Isole Comore, Djibouti, Egitto, Iraq, Giordania, Kuwait, Libano, Libia, Mauritania, Marocco, Oman, Qatar, Arabia Saudita, Somalia, Sudan, Tunisia, Emirati Arabi Uniti, Yemen e lo Stato della Palestina.

Una maggioranza di stati membri dell’ONU, 103, ha votato a favore della conferenza, tra cui Cina, Russia e la maggior parte del Sud Globale; mentre 71 paesi si sono astenuti, tra cui la maggioranza dei paesi occidentali.

Ancora una volta, solo tre paesi hanno votato contro la conferenza contro le armi nucleari: USA; Israele e Micronesia.

Ben Norton è un giornalista, scrittore e regista. E’ viceredattore di The Grayzone e produttore del podcast Moderate Rebels, che conduce accanto al redattore Max Blumenthal. Il suo sito web è BenNorton.com ed è presente su Twitter a @BenjaminNorton.

Da Znetitaly – Lo spirito della resistenza è vivo

www.znetitaly.org

Originalehttps://thegrayzone.com/2019/11/08/us-israel-un-resolutions-space-arms-race-nuclear/#more-16282

Traduzione di Giuseppe Volpe

Traduzione © 2019 ZNET Italy – Licenza Creative Commons CC BY-NC-SA 3.

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.
Attenzione: alcune funzionalità di questa pagina potrebbero essere bloccate a seguito delle tue scelte privacy