Giulio Chinappi2

In Guinea-Bissau, il presidente in carica José Mário Vaz ha subito una pesante sconfitta elettorale. Al ballottaggio vanno Domingos Simões Pereira e Umaro Sissoco Embaló.

Le elezioni presidenziali del 24 novembre hanno riservato una brutta sorpresa al capo di Stato in carica della Guinea-Bissau, il sessantunenne economista José Mário Vaz (in foto), chiamato dai suoi sostenitori Jomav. Presentatosi da indipendente, Vaz ha chiuso solamente al quarto posto nel primo turno, raccogliendo il 12.41% dei consensi.

Eletto nel 2014, Vaz ha pagato a caro prezzo la rottura con il più importante partito del Paese, il Partido Africano para a Independência da Guiné e Cabo Verde (PAIGC). Frizioni che lo hanno portato a cambiare diversi primi ministri nel corso del suo quinquennio alla presidenza, dando all’elettorato l’impressione di una grande instabilità politica. La sua candidatura da indipendente, senza il sostegno di questa organizzazione politica, non è risultata sufficiente per conquistare un secondo mandato. Da quando esiste un sistema multipartitico, del resto, nessun presidente della Guinea-Bissau è mai riuscito a conquistare due mandati consecutivi.

Nato come formazione marxista-leninista per la conquista dell’indipendenza da Portogallo, il PAIGC era allora guidato da personaggi carismatici come Henri Labéry e soprattutto Amílcar Cabral. Conquistata l’indipendenza nel 1973, il PAIGC ha governato ininterrottamente il Paese fino alla sconfitta del 2000, ma ha poi riconquistato la leadership dal 2009 al 2012 e nuovamente alle elezioni del 2014. Dopo la rottura con Vaz, il PAIGC, oramai riconvertito in partito socialdemocratico e nazionalista di sinistra, ha presentato la candidatura di Domingos Simões Pereira.

Cinquantaseienne ex primo ministro, Pereira è divenuto leader del partito nel 2014, e sembra essere il favorito per l’ascesa alla presidenza, dopo aver conquistato il 40.13% dei consensi al primo turno. Il suo avversario sarà un altro ex premier, Umaro Sissoco Embaló. Quarantasettenne laureato a Lisbona, Sissoco Embaló ha un passato nell’esercito ed è sostenuto dal Movimento per un’Alternativa Democratica, o Madem G-15, formazione fondata nel 2018 da alcuni fuoriusciti dal PAIGC che ha ottenuto il 27.65% delle preferenze.

Il ballottaggio, previsto per il 29 dicembre, non vedrà protagonista, oltre al presidente uscente, anche Nuno Gomes Nabiam, che si è fermato al 13.16% con il sostegno della Assembleia do Povo Unido – Partido Democrático da Guiné-Bissau (APU-PDGB). In tutto, erano dodici i candidati presenti al primo turno di queste elezioni presidenziali, che hanno fatto registrare il 74.37% di affluenza alle urne.

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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