E se avessero vinto i giganti?
Poteva succedere, perché quella guerra non aveva un esito scontato. Lo so, voi che visitate palazzo Te a Mantova ed entrate nella sala dedicata alla gigantomachia, affrescata da quel mago degli effetti speciali che è Giulio Romano, pensate che i giganti non potessero che fare quella brutta fine, schiacciati dalla potenza degli dei che dominano il cielo. I giganti non hanno un’aria intelligente, sembrano selvaggi, la cui unica arma è la forza bruta. Come potevano pensare di competere con gli olimpi. Non fidatevi: Giulio Romano ha letto Ovidio e quindi fa un’opera di bieca propaganda a favore degli dei.
Intanto né Ovidio né Giulio Romano vi raccontano tutta la storia. La gigantomachia non è stata la prima guerra che Zeus e gli dei “nuovi” hanno dovuto combattere per affermare il proprio potere. E’ stata preceduta dalla titanomachia, la guerra contro gli dei “vecchi”.
Gli olimpi vogliono il potere, vogliono togliere di mezzo la generazione dei titani, ossia i loro padri e le loro madri, che tarpano le loro ambizioni e che non ne vogliono sapere di cedere il passo ai loro figli. La guerra dura da secoli e viene combattuta senza esclusioni di colpi, ma non sembra poter finire. I titani sono asserragliati sul monte Otri, mentre Zeus e gli altri hanno occupato la cima dell’Olimpo, ma nessuna delle due fazioni è disposta a cedere. Gli dei dell’Olimpo trovano infine un inatteso aiuto da Gea, la divinità più antica di tutti, quella che è stata spodestata dai titani. Pesa in lei il risentimento per come quei suoi figli l’hanno trattata, per come l’hanno messa da parte, ma spera che i nuovi dei saranno diversi. E così schiera a fianco degli olimpi i giganti, che sono anch’essi suoi figli. A quel punto la sorte del conflitto cambia radicalmente. I giganti riescono praticamente da soli a sconfiggere i titani e così Zeus e i suoi fratelli Poseidone e Ade possono assumere il potere.
Non sappiamo quale siano stati i termini dell’accordo che Gea e Zeus hanno stipulato, ma verosimilmente quell’antichissima dea non ha concesso il suo aiuto senza chiedere delle contropartite. Immaginate quindi il suo stupore quando, una volta sconfitti i titani, Zeus, che ha vinto senza aver praticamente combattuto, decide di salire al cielo, senza riconoscere nulla a Gea. La dea si accorge, probabilmente troppo tardi, dell’errore che ha commesso, e tenta allora una mossa disperata: dichiarare guerra al nuovo potere degli olimpi. E così i giganti, che hanno spazzato via la resistenza dei titani, cercano di abbattere anche i “nuovi” dei, trincerati sull’Olimpo.
I giganti sono decisamente i più forti e avrebbero certamente vinto anche quella guerra. Non c’è un solo oracolo disposto a scommettere sulla vittoria degli olimpi. A quel punto Zeus e gli altri pensano a una mossa geniale, per quanto disperata: allearsi con i mortali. Per i mortali l’alleanza è stipulata da Eracle, che immediatamente comincia a combattere. I giganti vengono sconfitti uno dopo l’altro. A dire il vero, almeno questa volta gli dei qualcosa fanno, partecipano ai combattimenti, scagliano frecce, le Moire perfino pestelli di rame. Ma in ogni scontro finché non arriva Eracle gli dei non vincono. Per fortuna Eracle arriva sempre.
Ecco, entrate nella Sala dei giganti, voi siete Gea, vedete i giganti cadere giù e gli dei volare là in alto, nel cielo. E sono là perché ce li avete messi voi. Comprensibile che sia furibonda. 
Stavolta Zeus capisce che non può permettersi di trattare i mortali come ha fatto con i giganti. A Eracle viene riconosciuto lo status di semidio, che gli permette di stare sull’Olimpo. Ma soprattutto Zeus stringe un patto con quelli che fino a quel momento sono esclusi dal potere: i maschi. Finché Gea ha voce in capitolo, le donne hanno il potere, d’altra parte è da loro che nascono i nuovi uomini, non è molto chiaro quale sia il contributo dei maschi. Certo i maschi sono forti, e quando c’è da andare a caccia o fare lavori pensanti possono tornare utili, ma quando occorre prendere una decisione importante, non puoi certo affidarti a loro. E poi se la prima divinità è una donna, qualcosa vorrà dire. Zeus promette ai maschi che adesso, sconfitti i giganti, tutto cambierà. Non devono aver più paura di Gea, adesso c’è un ordine nuovo. Bisogna però inventare nuove storie, bisogna dire che prima, quando c’erano le donne si stava peggio, che Gea non era poi questa gran divinità, bisogna trovare dei poeti maschi che dicano quanto si sta bene nei tempi nuovi. E che i giganti erano solo dei rozzi selvaggi, che non avrebbero mai potuto sconfiggere il perfetto ordine celeste.
I giganti? Per fortuna hanno perso. 
La prossima volta che andate a Mantova ed entrate nella sala dei giganti, quando guardate là in alto, non fidatevi di tutto quello che vi raccontano. 

  se avete tempo e voglia, qui trovate quello che scrivo…

Di Luca Billi

Luca Billi, nato nel 1970 e felicemente sposato con Zaira. Dipendente pubblico orgoglioso di esserlo. Di sinistra da sempre (e per sempre), una vita fa è stato anche funzionario di partito. Comunista, perché questa parola ha ancora un senso. Emiliano (tra Granarolo e Salsomaggiore) e quindi "strano, chiuso, anarchico, verdiano", brutta razza insomma. Con una passione per la filosofia e la cultura della Grecia classica. Inguaribilmente pessimista. Da qualche tempo tiene il blog "i pensieri di Protagora" e si è imbarcato nell'avventura di scrivere un dizionario...

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