Quando sentite parlare della guerra in Ucraina, potreste pensare al conflitto tra Ucraina e Russia di cui i media occidentali tradizionali vanno sbraitando da circa cinque anni. Quella guerra è falsa, falsa come la storia della collusione Trump-Russia. Se ci fosse mai stata una guerra tra Ucraina e Russia, sarebbe finita molto tempo fa. Come disse Vladimir Putin al capo dell’UE Manuel Barroso nel 2014, i carri armati russi potrebbero essere a Kiev, e la capitale ucraina potrebbe essere conquistata entro due settimane, se i russi lo volessero. E nessun leader politico o esperto militare serio lo ha mai messo in dubbio.

C’è stata una guerra in Ucraina, tra il regime spalleggiato dall’Occidente che è salito al potere a Kiev dopo il colpo di Stato appoggiato dall’Occidente nel 2014 e i ribelli appoggiati dalla Russia, che si sono rifiutati di riconoscere il colpo di Stato. Ma quella guerra è finita nel 2014, quando l’Ucraina ha firmato un trattato di resa chiamato “Accordi di Minsk II” in seguito alla distruzione dell’esercito ucraino nella Battaglia di Debaltsevo.

Allora, qual è la guerra in Ucraina, chi la combatte, e perché?

La guerra in corso in Ucraina è la guerra per il diritto a mungere la “vacca ucraina”. Questa guerra non è recente, e non riguarda solo l’Ucraina. È la guerra che, per molti aspetti, e con un certo grado di intensità, esiste quasi ovunque. La vacca è uno Stato, e quelli che la mungono sono varie élite e mafie che lottano per la ridistribuzione delle risorse nella società. La differenza è che mentre nella maggior parte delle società quelli che mungono la vacca cercano di tenerla in vita in modo che continui a produrre latte, in Ucraina a nessuno è mai importato il benessere della vacca. Le élite post-sovietiche ucraine, talvolta chiamate anche oligarchi, hanno munto senza pietà la vacca ucraina fino a quando non ne ha avuto abbastanza e ha deciso di arrendersi. E così la guerra per ciò che rimane nella sua mammella malandata si sta intensificando. Quindi, chi sta combattendo per gli avanzi?

Le parti in guerra

Schieramento 1: Ihor Kolomojskyj e i suoi alleati

Dopo che gli Stati Uniti si sono rifiutati di sostenere Petro Poroshenko nelle ultime elezioni presidenziali, portandolo alla sconfitta, Kolomojskyj è il più potente e aggressivo di quelli rimasti dell’oligarchia post-sovietica ucraina. Kolomojskyj era un ex alleato di Poroshenko, ha sostenuto il colpo di Stato del Maidan appoggiato dall’Occidente nel 2014, e poi ha finanziato i primi battaglioni Neonazisti per la guerra civile nella parte orientale del paese. Nel 2016 attraverso la sua banca PrivatBank ha rubato all’Ucraina circa 5,6 miliardi di dollari dei prestiti statunitensi e dell’FMI, con l’aiuto dell’allora Presidente Poroshenko e del capo della banca nazionale ucraina Valerija Gontareva. Kolomojskyj ha quindi utilizzato denaro per acquistare diversi beni e azioni negli Stati Uniti stessi. Ciò ha fatto arrabbiare il governo degli Stati Uniti (allora sotto la presidenza di Barack Obama) e il FMI, che hanno costretto Poroshenko e la Gontareva a nazionalizzare PrivatBank, portando al conflitto tra Poroshenko e Kolomojskyj. Kolomojskyj ha perso questa battaglia, ed è stato costretto a lasciare la politica ucraina. Kolomojskyj, governo ucraino, PrivatBank, governo degli Stati Uniti ed FMI combattono da allora per quei 5,6 miliardi in numerosi processi in Ucraina, Gran Bretagna e Stati Uniti.

Dopo le ultime elezioni del 2019 e la sconfitta di Poroshenko, Kolomojskyj è tornato al potere. Controlla l’apparato ucraino della sicurezza e della polizia tramite il suo alleato Arsen Avakov, ministro degli Affari Interni ucraino. Controlla anche la più grande fazione all’interno del partito al potere del Presidente Zelenskyj. Lo stesso Zelenskyj è vicino a Kolomojskyj, in quanto ha lavorato per un canale televisivo di proprietà di Kolomojskyj. Lavoro che lo ha reso popolare in Ucraina. Popolarità che a sua volta è stata cruciale per la sua vittoria elettorale. Si può dire che è stato il suo lavoro per Kolomojskyj a renderlo presidente.

Arsen Avakov è una figura oscura che controlla non solo i servizi di sicurezza e di polizia ucraini e la Guardia Nazionale, ma anche organizzazioni Neonaziste e radicali e formazioni paramilitari. Avakov è anche un ex alleato e ministro di Poroshenko che ha svolto un ruolo cruciale nella guerra civile e nella repressione dell’opposizione. Tuttavia, avvertendo i cambiamenti nel clima politico, ha tradito Poroshenko prima delle elezioni, e ha cambiato schieramento passando a Kolomojskyj. Di conseguenza, è stato in grado di mantenere il suo posto di ministro degli Affari Interni nel nuovo governo.

Schieramento 2: Soros, lo Stato Profondo americano e i loro alleati

Anche George Soros, come Kolomojskyj e altri oligarchi ucraini, munge la vacca. Con l’unica differenza che Soros lo fa a livello globale. Per lui, la vacca ucraina è una delle tante. Proietta la sua influenza in Ucraina attraverso la rete di ONG e organizzazioni finanziarie che ha iniziato a costruire in Ucraina molto prima che l’Ucraina diventasse persino indipendente. Ha stabilitoo i suoi affari lì in anticipo. Attualmente, la sua rete è gestita dal suo luogotenente ucraino locale chiamato Tomas Fiala. Cittadino ceco, dirige la compagnia Dragon Capital, possiede una rete mediatica e sovrintende alle ONG che fingono formalmente di combattere la corruzione. Nel frattempo, lo stesso Fiala è stato coinvolto in numerosi scandali di corruzione.

Soros e le sue organizzazioni collaborano strettamente con la politica estera e l’apparato della sicurezza degli Stati Uniti (noto anche come Stato Profondo) e con la leadership del Partito Democratico, in quanto condividono i principali interessi geopolitici dell’oligarchia internazionale di cui Soros è membro.

Tra gli oligarchi post-sovietici ucraini, Soros ha un alleato principale in Victor Pinchuk, marito della figlia del secondo presidente ucraino e padrino dell’oligarchia ucraina, Leonid Kuchma.

Insieme, Soros e i suoi alleati controllano una loro fazione nel partito al potere, seconda per dimensioni solo a quella di Kolomojskyj. Controllano anche i ministri economici del governo ucraino, il cui unico scopo è guidare scooter, portarsi appresso gli smartphone, non avere precedenti esperienze in economia e attuare diligentemente gli ordini Neoliberisti dall’FMI. Nei media, la gente di Kolomojskyj si riferisce a loro sarcasticamente come “sorosiata” – termine che si può tradurre più o meno come “bambini di Soros”.

Il campo di battaglia:

Il confronto tra le due parti potrebbe apparire impari. Corrotto oligarca ucraino locale contro ancor più corrotta, ma molto più potente, oligarchia internazionale e le sue due filiali: Stato Profondo americano ed FMI. In teoria Kolomojskyj non dovrebbe avere alcuna possibilità, e dovrebbe fare la fine di un altro oligarca ucraino che si è messo contro lo Stato Profondo americano, Dmytro Firtash.

Solo che Kolomojskyj ha trovato un improbabile alleato: Donald Trump. Kolomojskyj e Donald Trump non hanno interessi condivisi diretti; molto probabilmente non si conoscono nemmeno. Trump ha pochissimo interesse per l’Ucraina stessa. Tuttavia, condividono qualcosa di fondamentale… Hanno gli stessi nemici. Soros, lo Stato Profondo americano e la leadership del Partito Democratico stavano danneggiando Trump già durante la campagna presidenziale, e continuano a farlo ancora oggi. E Kolomojskyj e i suoi alleati possono aiutare Donald Trump a contrattaccare.

E lo fanno. L’Ucraina ha riaperto non solo le indagini sulla società Burisma, di cui è proprietario, ma anche le indagini su Hunter Biden direttamente.

Questo è il contrattacco di Kolomojskyj contro una costante pressione dell’FMI per recuperare i miliardi di dollari che Kolomojskyj ha rubato dai prestiti dell’FMI all’Ucraina. L’FMI sta trattenendo i futuri prestiti all’Ucraina fino a quando questa non li restituirà. Per un paese con un’economia in rovina, che si affida ai prestiti del FMI e degli Stati Uniti per far quadrare i conti, per non parlare del rimborso di prestiti precedenti, equivale ad avere una pistola carica puntata alla testa.

Ma non è tutto. Ancora più pericoloso per Kolomojskyj è che l’FBI ha avviato un procedimento penale relativo ai suoi intrallazzi. L’inchiesta minaccia Kolomojskyj di estradizione negli Stati Uniti. È improbabile che tornerà da questo viaggio, indipendentemente dalla sua cittadinanza israeliana. Quindi Kolomojskyj sta combattendo non solo per i suoi soldi (rubati), ma per la sua stessa sopravvivenza.

Questo è probabilmente anche il motivo del suo improvviso cambiamento di opinione nei confronti della Russia nella sua tempestiva intervista al Washington Post, anche se non è altro che un tentativo piuttosto debole e trasparente di spaventare i suoi avversari negli Stati Uniti.

Il fatto che il conflitto locale sul diritto al latte della mammella (ben presto vuota) della malata vacca ucraina, si intrecci con la guerra civile all’interno dell’establishment americano è una buona ragione per tenere d’occhio quello che sta succedendo in Ucraina, dietro la falsa propaganda dell’aggressione russa fatta dalle corporazioni mediatiche. Le implicazioni non riguardano solo l’Ucraina e gli Stati Uniti, ma anche il resto del mondo.

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Articolo di arras pubblicato su The Saker.is l’1 dicembre 2019
Traduzione in italiano a cura di Raffaele Ucci per Saker Italia.

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Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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