Giulio Chinapp

Come previsto dalla nuova Costituzione, a Cuba è stata restaurata la carica di primo ministro, attribuita al cinquantaseienne Manuel Marrero Cruz, già ministro del turismo.

Istituita per la prima volta nel 1940, la carica di primo ministro era stata abolita a Cuba nel 1976. L’ultimo a ricoprirla era stato allora Fidel Castro, che aveva poi assunto, dal 3 dicembre di quell’anno, la nuova carica di presidente del Consiglio dei ministri e del Consiglio di Stato.

In seguito all’introduzione della nuova Costituzione, la carica di primo ministro era stata ufficialmente reintrodotta lo scorso 10 ottobre, ma il presidente della Repubblica, Miguel Díaz-Canel, aveva provvisoriamente assunto questo ruolo in attesa della nomina, da effettuarsi entro tre mesi, come previsto dalla terza disposizione transitoria della legge fondamentale.

La nomina del nuovo primo ministro ha rappresentato dunque il momento culminante della fine del IV periodo ordinario della IX legislatura dell’Assemblea Nazionale del Potere Popolare (Asamblea Nacional del Poder Popular), il parlamento cubano. Lo scorso 21 dicembre, il capo di Stato ha proposto ai deputati il nome di Manuel Marrero Cruz, cinquantaseienne, fino ad allora titolare del Ministero del turismo. La scelta è dunque ricaduta su un nome politicamente esperto, che ricopre incarichi di primo piano dal 1999 e che venne nominato ministro nel 2004 da Fidel Castro, ottenendo brillanti risultati nel settore turistico.

I deputati hanno votato in favore della proposta di Díaz-Canel, ed in seguito si è proceduto con la nomina della nuova squadra di governo. La maggioranza dei membri dell’esecutivo sono stati confermati, ad iniziare dal carismatico Bruno Rodríguez Parrilla, sessantunenne che occupa la carica di ministro degli affari esteri dal 2009 e che nel 2015 è diventato il primo titolare di questo ministero a visitare gli Stati Uniti.

Sono sei, invece, i nuovi ministri nominati il 21 dicembre, tra i quali due donne: Martha Elena Feitó Cabrera, che da viceministro è passata ad essere titolare del dicastero del lavoro e della sicurezza sociale, e Marta Sabina Wilson González, ministro presidente della Banca Centrale di Cuba. Tra i nomi nuovi, naturalmente, anche quello del sostituito di Marrero Cruz al turismo: si tratta di Juan Carlos García Granda, anche lui precedentemente viceministro.

Al termine dei lavori per la composizione del nuovo governo, il presidente Miguel Díaz-Canel ha pronunciato il discorso di chiusura del periodo ordinario: “Siamo stati in grado di percorrere questo 2019 abbattendo ostacoli che sembravano insormontabili e, oggi, abbiamo tutto il diritto di celebrare ciò che raggiunto senza compiacenza e consapevoli che ogni obiettivo è un nuovo punto di partenza“, ha dichiarato nella parte iniziale del proprio discorso.

A proposito di ostacoli, cominciamo con il peggiore di tutti: il blocco economico, commerciale e finanziario degli Stati Uniti. Quando la storia di questi giorni sarà scritta, un capitolo dovrà essere riservato per l’anno 2019 in modo brutale e folle, si potrebbe dire che durante quest’anno l’aggressione contro Cuba è aumentata, praticamente, al ritmo di più di una misura alla settimana; cioè una “svolta” ogni sette giorni per soffocare la nostra economia“, ha esplicitato, prima di passare in rassegna tutte le conseguenze dell’embargo illegale e criminale che da decenni colpisce l’isola.

Nonostante l’avversione della prima superpotenza mondiale e dei suoi Stati vassalli, Cuba continua nella sua opera di resistenza rivoluzionaria, restando un punto di riferimento per tutti gli antimperialisti ed anticapitalisti del mondo.

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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