“In Francia scene di lotta di classe che in Italia non vedremo mai, grazie alla cogestione sindacale”. Il Domenicale di Controlacrisi, a cura di Federico Giusti

In Francia bloccano il paese contro l’aumento dell’età pensionabile, in Italia si smette di lavorare alle soglie dei 70 anni ma i sindacati siederanno , a Gennaio, al tavolo Governativo per contenere la spesa previndenziale. L’amara riflessione di fine anno non puo’ che investire il ruolo subalterno e collaborativo con il capitale delle pricipali centrali sindacali, zitte e buone, o quasi, davanti alla perdita di potere di acquisto e di contrattazione, allo smantellamento del vecchio welfare e alla crescita degli anni contributivi necessari per la pensione.
Eppure in Italia esisterebbero condizioni oggettive per emulare i lavoratori francesi ma l’atmosfera che si respira è ben altra.
Le spiegazioni sono molteplici, non ultima la legislazione in materia di sciopero che in Italia è assai piu’ severa verso la forza lavoro di quanto lo sia in Francia. Ma anche in questo caso il ruolo dei sindacati complici è stato dirimente per arrivare alla situazione attuale, ricorderete, alla fine degli anni ottanta, le manifestazioni contro le privatizzazioni nel settore dei trasporti a seguito delle quali cgil cisl uil siglarono i codici di autoregolamentazione per arrivare poi alla legge antiscipero con servizi minimi e pretazioni essenziali da garantire sempre e comunque .
Chi invocava, 30 anni fa, la regolamentazione dello sciopero e il sindacato dei cittadini predicando moderatismo politico aveva già operato scelte sbagliate e controproducenti 20 anni prima impedendo a salari e pensioni ogni recupero automatico dell’inflazione, scegliendo poi una linea soft rispetto ai processi di ristrutturazione capitalistica nel nostro paese che delocalizzavano produzioni mettendo in ginocchio la classe lavoratrice.
Senza memoria del passato non si puo’ guardare al futuro, sembra un lungo comune ma a quanti oggi si meravigliano dell’accondiscendenza con i padroni dei sindacati cosiddetti rappresentativi vorremmo ricordare che le basi dell’attuale subalternità sono da ricercare tra gli anni settanta e ottanta, quando ogni elemento di conflitto e di critica radicale è stato riposto in nome della concertazione.
E non c’è da meravigliari se oggi sanzionano per migliaia di euro, applicando il decreto sicurezza, i lavoratori, e i solidali, in sciopero. Le odiose leggi, che portano il nome dell’ex ministro degli Interni, in sei mesi di Governo Conte bis non sono mai state messe in discussione e si capisce che la avversione verso le stesse riguardava solo la parte relativa ai migranti ma non ai processi repressivi contro i reati di piazza, le occupazioni di case, i blocchi stradali legati a scioperi e manifestazioni. Questa parte (dirimente almeno per noi) delle leggi securitarie rischia di finire come le leggi speciali degli anni settanta, misure straordinarie invocate nella lotta contro “il terrorismo” ma rimaste al loro posto una volta terminata l’emergenza.
In 40 anni le normative contrarie agli interessi dei lavoratori e delle lavoratrici, i provvedimenti repressivi, non sono mai stati rimessi in discussione, non si parla della Fornero come della regolamentazione dello sciopero, delle leggi speciali da cancellare al pari dei decreti Sicurezza, dei meccanismi di calcolo della pensione che condannano i pensionati di domani alla fame, della perdita di potere di acquisto dei salari con quei sistemi di calcolo tali da condannarci a esigui aumenti.
Chi perde memoria del passato non comprende il presente, accade puntualmente in questi giorni con la Francia in sciopero e i servizi pubblici paralizzati.

Ps: a gennaio partiranno dei tavoli e all’ordine del giorno c’è il superamento della quota 100 nel senso che viene giudicata troppo onerosa per le casse previdenziali. E tra le soluzioni prospettate c’è l’anticipo a 64 anni di età e 36 di contributi ma con il calcolo interamente contributivo, una condizione sufficiente a scoraggiare chiunque ad anticipare la pensione visto che andrebbe a prendere poco piu’ della metà dell’ultimo stipendio. E a quel tavolo potremmo trovare ex sindacalisti diventati ministri e oggi riconosciuti esperti, o saggi, da ascoltare, sindacati complici ed esponenti governativi. Tutti insieme appassionatamente sulla nostra pelle. Buon 2020 a tutti\e e l’augurio che loro signori siano cacciati via il prima possibile come la Rivoluzione francese fece con i l’ancien regime e i privilegi nobiliari.

http://www.controlacrisi.org/notizia/Lavoro/2019/12/29/53248-in-francia-scene-di-lotta-di-classe-che-in-italia-non/?utm_source=dlvr.it&utm_medium=facebook

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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