La Corte d’Appello di Roma, ha emesso lunedì scorso la sentenza in seconda istanza del processo ai militari uruguaiani che hanno partecipato al Piano Condor, dove sono stati condannati all’ergastolo.
I condannati corrispondono ai nomi di José Ricardo Arab Fernández, José Nino Gavazzo, Juan Carlos Larcebeau Aguirregaray, Pedro Antonio Mato Narbondo, Luis Alfredo Maurente Mata, Ricardo José Medina Blanco, Ernesto Avelino Ramas Pereira, José Sande Lima, Jorge Alberto Silveira Quesada, Ernesto Soca, Jorge Néstor Tróccoli Fernández, Gilberto Vázquez Bissio e Ricardo Eliseo Chávez Domínguez.
Dopo la sentenza, il governo uruguaiano ha registrato la decisione legale e lo Stato deve compensare le famiglie delle vittime ed i civili colpiti dalla repressione militare durante la dittatura, con oltre 1 milione di dollari.
Il documento legale, composto di 120 pagine, riconosce l’esistenza del criminale Piano Condor nella regione, la sistematica violazione dei diritti umani contro i parenti delle vittime, nonché il riconoscimento del crimine di omicidio volontario, pluriaggravato e in forma ripetuta prodotto delle gravi torture e delle sparizioni forzate.
Da parte sua, il segretario della Presidenza dell’Uruguay, Miguel Ángel Toma, ha annunciato che la sentenza sarà presentata all’attuale capo di Stato, Tabaré Vázquez, con le rispettive motivazioni per il successivo pronunciamento ufficiale.
Aurora Meloni, parente di una delle vittime e promotrice della causa, ha espresso la sua soddisfazione per la decisione della Corte, “è una sentenza netta e chiara (…) dimostra che il Piano esisteva ed era uno sterminio”, ha aggiunto.