Two Auschwitz prisoners with Soviet soldiers smile after the Nazi concentration camp Auschwitz, Poland was liberated by the Russians, January 1945. (AP Photo)

 

Tra le tante vergognose amenità che vengono diffuse sulla seconda guerra mondiale, l’accusa che l’URSS abbia causato la seconda guerra mondiale è probabilmente la più ignobile.
Se Benigni per vincere l’Oscar ha fatto liberare Auschwitz da carri armati americani che il 27 gennaio non avevano ancora sorpassato le Ardenne, se passa sotto silenzio il massacro nazista di non meno di dieci milioni di civili russi, se viene sottaciuto il fatto che oltre gli ebrei ad Auschwitz perirono comunisti, anarchici, rom, disabili, omosessuali…la sparata che ha fatto capolino anche nel Parlamento europeo sull’URSS come concausa della seconda guerra mondiale è frutto di un disgustoso revisionismo storico che stravolge documenti, carte, testimonianze. Piaccia o meno, l’URSS marciò spedita verso la Polonia (liberando Auschwitz), su richiesta di Churchill che chiedeva da Stalin un aiuto urgente per allentare la pressione tedesca sulle Ardenne. URSS che liberò la Cecoslovacchia, la Polonia, l’Austria, l’Ucraina, i Paesi Baltici 1)

INDISCUTIBILMENTE OGGI VIVIAMO UN’EPOCA DI EGEMONIA DELLA CULTURA BORGHESE CHE NATURALMENTE NON E’ UN MONOLITE bensì un complesso mosaico che contiene istanze filosofiche di varia natura, politiche le più disparate, estetiche apparentemente discordanti, costumi sociali e mode tra loro dissonanti.
Un mosaico così variegato che individui anche di grande valore culturale e morale, abbracciando una delle tante modalità espressive con cui si concretizza l’egemonia borghese, possono illudersi di essere al di là della banalità dominante e sentirsi alternativi o addirittura rivoluzionari.

Una fenomenologia che riguarda non solo i politici, ma anche artisti, filosofi, epistemologi. Galimberti ritiene che oggi gli appartenenti alla civiltà europea, volenti o nolenti, siano ideologicamente cristiani nelle loro credenze più intime. Penso che abbia ragione anche se va detto, se non altro per ragioni di metodo, che se lui ritiene di non essere all’interno della gabbia cristiana perché si giudica “greco”(in riferimento alla grande tradizione filosofico-poetica dell’Ellade), non vedo perché altri non possono esserlo ugualmente, e anche in gran numero.

Certo è che il grande filosofo non si chiude nel presente empirico che non si può decodificare senza uno sguardo lungo che attraversi i secoli. Se Galimberti vuole tentare di comprendere il presente, facendo riferimento alla feconda tradizione filosofica occidentale e soprattutto a quella greca antica, credo che per comprendere la filigrana di una società che ha nella merce e nella sua divinità il denaro, una società che ha saputo mercificare qualsiasi elemento della natura: emozioni, passioni, generosità, pietà, amore, amicizia, maternità…credo cha anche in tale circostanza bisogna avere uno sguardo lungo, di natura filosofica, epistemologica, economica, storiografica, artistica…
Che il capitalismo finanziario appaia oggi insuperabile è cosa ritenuta ovvia dalla maggioranza delle persone. Appunto educate a tale assioma
Il grande compito che spetta all’umanità per il superamento della barbarie del plusvalore privatistico sembra insuperabile

All’origine dell’ideologia capitalistica e del suo corpus linguistico- semiologico ovviamente il mito della naturalità del sistema capitalistico, della sua indispensabilità, dell’ultimo gradino dello sviluppo economico-sociale, dell’inaffidabilità di altre opzioni strategiche relative alla formazione di comunità umane che si fondino su relazioni e principi giudicati antiquati o utopistici. Nella affermazione del tutto gratuita che tale sistema sia il naturale contenitore dell’egoismo, dell’homo homini lupus, del dispiegarsi logico insomma della natura umana più profonda, come risulta dalla violenza e dalle guerre che si sono manifestate lungo il corso dei secoli.
Affermazione gratuita, priva di analisi materialista approfondita.

Un sistema di governance intellettuale complesso in cui la menzogna e la falsificazione inserite in una narrazione coerente (ad uno sguardo anche non superficiale) appaiono credibili e convincenti. Siano guerre imperiali o sfruttamento salariale, siano operazioni finanziarie predatrici, siano genocidi (Pellerossa, Ebrei, Herero, Armeni…)

Giorgio Agamben, filosofo di grande prestigio, aveva saputo smascherare la messinscena del genocidio di Timisoara del 1989 ricostruito come un set cinematografico con cadaveri dissepolti o strappati dai tavoli degli obitori e poi orribilmente sfregiati, ed aveva chiamato questa cinica operazione, questa nefasta regia manipolatoria, l’Auschwitz dello spettacolo, un prodigio della tecnica, ben sfruttata dai jihadisti in Siria, per argomentare i massacri presunti dell’esercito siriano e ricevere consensi dai compiacenti media dell’imperialismo.
Domenico Losurdo, del resto, in più occasioni aveva giustamente sottolineato che l’empio teatro di Timisoara aveva creato le fondamenta di quello spazio ideologico che avrebbe generato le falsificazioni successive. Falsificazioni necessarie per consolidare presso i ceti conservatori il mito delle nefandezze dei personaggi e degli stati che si opponevano e che si oppongono all’Imperialismo mondialista…ma soprattutto per conquistare la mente dei progressisti, dei pacifisti, dei democratici, delle sinistre più ingenue.
Galimberti ci parla, sempre a proposito dell’uso astuto del linguaggio da parte dei politici che vogliono nascondere i crimini contro le popolazioni dell’uso antico e moderno della negazione della realtà, di cui sono valenti maestri: trasferimento di popolazione e non deportazione, pressione fisica e non tortura, missione di pace e non guerra, danni collaterali e non massacri…

La celebrazione del 27 gennaio è un atto dovuto nei confronti di esseri umani prima umiliati e poi assassinati con crudele competenza tecnocratica…purtroppo non posso fare a meno di sottolineare che ciò avviene mentre l’Occidente ripercorre i crimini del nazismo in Siria, in Afghanistan, nello Yemen, in Palestina, in Iraq, in Bolivia, in Cile, in Colombia, in Nigeria…delegandoli a tagliagola che finge di rigettare moralmente ma che sa pagare profumatamente…
L’ipocrisia che si cela dietro la ricorrenza della “giornata della memoria” risulta evidente…ma questo è l’Occidente…e tale rimarrà nella sua nefandezza fino a che il castello del Capitale non sarà distrutto nelle sue fondamenta…

Note
1) Fabrizio Poggi “ Fu l’esercito rosso operaio-contadino a liberare Auschwitz,75 anni fa” Contropiano 28/1/20

Pubblicato anche su L’interferenza  

Di Antonello Boassa

Contro le guerre imperiali innanzitutto, contro le guerre valutarie e del debito, contro le politiche neoliberiste. Contro lo sfruttamento dei lavoratori e dei popoli, contro la devastazione del pianeta, in difesa dello stato sociale e della libertà e dell'uguaglianza sociale di tutte e di tutti, in difesa del mondo animale, Antonio scrive anche per L'Interferenza

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