Sciopero armato


Francesco Cecchini


La situazione in Colombia è critica. Continua il massacro di leader sociali ed ex guerriglieri( Indepaz ha informato che in 27 giorni di gennaio 2020, 27 leader sociali e quattro ex guerriglieri sono stati uccisi), cresce il narco-paramilitarismo, il processo di pace é ostacolato, organizzazioni sociali e sindacati organizzano proteste in febbraio e uno sciopero generale nazionale in marzo perché il governo di Iván Duque non soddisfa le richieste del popolo. In questo quadro l’ELN (Esercito di Liberazione Nazionale, Ejército de Liberación Nacional) ha proclamato uno sciopero armato. Lo ha annunciato in un video: “Decretiamo uno sciopero armato nel territorio nazionale di 72 ore, inizio il 14 febbraio alle 6 del mattino e fine il 17 febbraio alle 6:00 ″.
Chi lo ha dichiarato è il comandante Uriel, che ha il controllo di gran parte del dipartimento di Chocó ed è uno dei guerriglieri che ha acquisito più potere negli ultimi tempi. L’ELN ha affermato che la popolazione deve rimanere nelle proprie case e nei luoghi di lavoro, poiché non consentirà loro di muoversi liberamente durante lo sciopero armato. “Rispetteremo il diritto di trasportare i pazienti che necessitano di cure ospedaliere lungo le strade, nonché il movimento dei parenti per partecipare a questioni funebri”. Per quanto riguarda le persone civili che si muovono durante queste 72 ore con l’esercito, l’ELN può attaccare e fare imboscate e non si rende responsabile per civili che sono assieme all’esercito.
In risposta allo sciopero armato il ministro della Difesa Carlos Holmes Trujillo ha dichiarato in una conferenza stampa che: “Non permetteremo ai criminali di Eln di venire a ricattare il governo nazionale con terrorismo e attacchi alla popolazione civile con la scusa di un falso desideri di pace”. Ha anche affermato che l’unica possibilità che il governo nazionale a capo di Iván Duque si sieda per negoziare con l’Eln sarà quando rilasceranno tutti i rapimenti che hanno in loro possesso e porranno fine unilateralmente ad azioni armate,
Comunque va sottolineato che l’espansione e il rafforzamento attuale dell’ELN sono evidenti. Da quando le FARC-EP ( Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia – Esercito del Popolo, Fuerzas Armadas Revolucionarias de Colombia – Ejército del Pueblo) hanno abbandonato la lotta armata e le armi, la guerriglia comandata da Nicolás Rodríguez Bautista, alias Gabino (ora a Cuba) ha preso il controllo di un buon numero di roccaforti che erano state storicamente nelle mani delle FARC-EP e con questo nuovo sciopero armato a livello nazionale vogliono dimostrare la loro forza attuale. Oggi l’ELN è in una guerra senza tregua con i paramilitari del Clan del Golfo i territori di Chocó e Antioquia dove prima i fronti 57 e 34 delle FARC-EP esercitavano il controllo. Attualmente secondo alcune informazioni l’ ELN ha tra i 4000 e 5000 guerriglieri.
Questa situazione fa riflettere su un aspetto importante della pace in Colombia: la trattativa tra governo colombiano e l’ELN per la fine del conflitto armato con questa organizzazione guerrigliera. Da quando è diventato presidente della Colombia, il 7 agosto 2018, Iván Duque Márquez ha condizionato la ripresa dei dialoghi di pace con lEsercito di Liberazione Nazionale, ELN, da lui interrotti, alla rinuncia di operazioni armate e alla concentrazione in un luogo. Una resa senza condizioni, inacettabile da parte dell’ELN, che da allora ritiene, che il governo ostacoli la ricerca di una soluzione politica al conflitto armato. La direzione nazionale dell’ELN ha sempre dichiarato , di rimanere impegnata nella ricerca di una soluzione politica al conflitto e di non abbandonare tavolo di dialogo allestito allAvana. LELN ha ribadito che non si alzerà dal tavolo del dialogo e continuerà a lavorare per la continuità del processo di pace, in conformità con lagenda stabilita, attraverso la partecipazione della società e laccompagnamento della comunità internazionale. Dichiarazione mai presa in considerazione da Duque, uomo dellex presidente Álvaro Uribe Vélez il nemico numero uno della pace.
Una cosa è chiara senza la pace con l’ELN non vi sarà pace reale in Colombia.

Nella mappa è segnata, dal rosa al rosso, la presenza dell’ELN

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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