Chouf un film di Karim Didri


Francesco Cecchini


“Ci scrutano, ci tormentano, ci abbattono, ci uccidono, ci insultano, vogliono la nostra testa”. Rap “Quartier maître” di Casey all’inizio del film Chouf, poi la colonna sonora, composta da Chkrr, è più dolce.
Chouf è un film drammatico del 2016 diretto da Karim Dridi con Sofian Khammes e Foued Nabba. Durata: 108 min. Paese di produzione: Francia. Gli interpreti non sono attori professionisti, ma escono da un laboratorio di recitazione che Karim Dridi organizza. E’ il terzo film di una trilogia ambientata a Marsiglia, che sembra una città del Maghreb ai bordi del Mediterraneo in territotorio francese. Gli altri film sono Bye, Bye del 1995 e Khamsa del 2008.
Chouf, significa guardare in arabo, ma è anche il nome e il ruolo di coloro che stanno nelle organizzazioni della droga di Marsiglia. Comunque Karim Dridi in un’intervista alla domanda da dove viene il titolo e cosa significa? ha detto. Non era il titolo che avevo in mente all’inizio. Ne avevo trovato uno più convenzionale, più generico, Caïds (Qāʾid in arabo indica un capo o un comandante). Poi Rachid Bouchareb, uno dei miei produttori, ha suggerito Chouf, che mi è piaciuto immediatamente perché ha un doppio significato. Chouf significa “Guardare” in arabo e significa anche “colui che guarda, che spia”, e quindi significa ” il guardiano, la sentinella”. Nelle reti di droga di Marsiglia, la polizia chiama questi giovani “gli osservatori”. Ma prima che questa parola venisse usata dalla polizia francese, fu usato dai soldati francesi in Algeria, che chiamarono i “fellagas” che li osservavano, choufs. Quindi è una parola che è entrata nella lingua dell’esercito francese e per estensione diffuso alla polizia francese. E la cosa divertente è che anche se è una parola araba, i giovani nei distretti nord non lo usano mai perché la polizia lo fa. Hanno trovato un’altra parola, un anglicismo del Quebec: “jobeur” da “jober”, che può essere tradotto da “fare un lavoro”. Nel Marsiglia, la parola “charbonneur” (venditore di marijuana) è usata per riferirsi a qualcuno che lavori nella droga.
La Marsiglia dove è ambientato il film è quella dei quartieri nord, le squallide cités, dove regna la povertà, dove le forze dell’ordine non sempre sono presenti e vi è il dominio dei clan della droga. Poche sono le settimane in cui non vi sono notizie sui giornali locali e nazionali su vittime di sparatorie con il kalashnikov, per l’ ennesima resa dei conti nella città di Marsiglia. Con una precisione quasi da documentario, il regista descrive la vita di queste cités, immergendosi nella vita quotidiana dei trafficanti di droga.
Vi è comunque la luce del Mediterraneo, che a volte appare, mare che congiunge la città al Maghreb.
Trama del film. Sofiane, il protagonista, ha 20 anni, studente brillante, torna per le sue vacanze nel quartiere di Marsiglia dove è nato. Suo fratello, un commerciante, viene colpito a morte davanti ai suoi occhi. Sofiane rinuncia agli studi e si fa coinvolgere nella rete di droga, pronto a vendicarlo. Fa carriera e diventa la mano destra del capo,Réda. Intrappolato nel sistema, Sofiane viene trascinato in una spirale di violenza. Finirà per averla vinta, ma non riuscirà a tornare alla vita normale.

Un’ immagine del film Chouf


I film di Karim Dridi non sono distribuiti in Italia, sono venduti all’estero da Doc & Film International. Su YouTube possono essere visti Bye Bye et Khamsa completi e il trailer di Chouf.

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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