Le elezioni nella città-stato di Amburgo hanno premiato i partiti di centro-sinistra, nonostante il calo dei socialdemocratici. Male, invece, le forze di centro e di destra, dalla CDU ad AfD.

Dopo il caos della Turingia, la Germania attendeva con ansia le elezioni nella “Libera città anseatica di Amburgo”, secondo centro più popoloso del Paese, che si fregia anche del titolo di Land, essendo a tutti gli effetti una città-stato all’interno della federazione tedesca. Per questo motivo, il Burgermeister (sindaco) della città ha un ruolo politico pari a quello dei ministri-presidenti degli altri Länder.

La carica dovrebbe restare nelle mani del socialdemocratico Peter Tschentscher, succeduto nel marzo del 2018 ad Olaf Scholz, dopo che questi aveva rassegnato le proprie dimissioni, nominato da Angela Merkel come ministro delle finanze e vicecancelliere della Germania. A dire il vero, il Partito Socialdemocratico di Germania (in tedesco: Sozialdemokratische Partei Deutschlands, SPD) ha subito un calo relativamente importante rispetto alle elezioni di cinque anni fa, passando dal 45.6% al 39.2%, e dovendo così rinunciare a quattro seggi. Con 54 scranni su 123, il SPD resta comunque la forza politica di maggioranza relativa ad Amburgo.

Tschentscher potrà comunque contare sull’appoggio degli ecologisti di Alleanza 90/I Verdi (Bündnis 90/Die Grünen), che invece hanno fatto segnare uno spettacolare incremento di consensi. I Verdi, che sostenevano il precedente governo e che certamente confermeranno la propria alleanza con il SPD, hanno praticamente raddoppiato in termini percentuali, arrivando al 24.2%. Ancora meglio hanno fatto dal punto dei vista dei seggi, passando da da quindici a trentatré, e garantendo così il mantenimento della maggioranza alla coalizione di centro-sinistra.

Esterna alla coalizione di governo, la lista di Die Linke (letteralmente “La Sinistra”) ha fatto segnare un incremento di sei decimi percentuali, raggiungendo il 9.1% dei consensi. Guidato localmente dalla parlamentare anseatica di origine turca Cansu Özdemir, la lista di sinistra ha ottenuto tredici scranni, due in più rispetto alla precedente legislatura.

Negativo, invece, il risultato per tutti i partiti che vanno dal centro all’estrema destra. In seguito allo scandalo della Turingia ed alle dimissioni della leader nazionale Annegret Kramp-Karrenbauer, l’Unione Cristiano-Democratica di Germania (Christlich Demokratische Union DeutschlandsCDU) ha perso quasi quattro punti percentuali, terminando al terzo posto con l’11.2% delle preferenze e quindici seggi, cinque in meno rispetto al precedente quinquennio. Per il partito della cancelliera Angela Merkel si tratta del peggior risultato di sempre nalla città anseatica.

Per la prima volta dalla sua nascita, il partito di estrema destra Alternativa per la Germania (Alternative für DeutschlandAfD) si trova a dover fare i conti con un calo elettorale in termini percentuali, fermandosi al 5.3%, anche per via dell’aumento della partecipazione dell’elettorato. La compagine di Dirk Nockermann, pietra dello scandalo in Turingia, perde anche un seggio, eleggendo sette rappresentanti. Va ancora peggio alla destra moderata del Partito Liberale Democratico (Freie Demokratische ParteiFDP), che non va oltre il 4.9%. I liberali democratici si salvano solamente nel distretto di Altona (Bezirk Altona), dove ottengono il 7% ed eleggono un deputato, altrimenti non avrebbero neppure superato la soglia di sbarramento, fissata al 5%.

L’affluenza alle urne è stata del 63.2%, con un incremento di quasi sette punti percentuali nei confronti della tornata del 2015.

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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