di Craig Murray

Craig Murray riferisce sulle dichiarazioni d’apertura lunedì in tribunale, in cui il semplice atto di essere un testimone onesto è stato improvvisamente estremamente importante da quando i media hanno abbandonato tale ruolo.

Il Tribunale Reale di Woolwich è progettato per imporre il potere dello stato. In tribunali normali di questo paese sono edifici pubblici, deliberatamente situati dai nostri antenati giusto al centro di cittadine, quasi sempre a solo pochi passi da una via principale. Lo scopo principale della loro posizione e della loro architettura era di agevolare l’accesso del pubblico nella convinzione che sia vitale che la giustizia possa essere vista dal pubblico.

Il Tribunale Reale di Woolwich, che ospita la Corte di Belmarsh, è costruito sul principio totalmente opposto. E’ progettato senza altro scopo che escludere il pubblico. Collegato a un carcere in una palude spazzata dal vento, lontano da ogni normale centro sociale, un’isola accessibile solo percorrendo un labirinto di carreggiate a due corsie, l’intera localizzazione e architettura dell’edificio è fondata sulla prevenzione dell’accesso pubblico. E’ circondato da una prosecuzione della stessa barriera di robusti paletti d’acciaio che circonda il carcere. E’ la cosa più straordinaria, un tribunale che fa parte dello stesso sistema carcerario, un luogo dove si è già considerati colpevoli e in carcere all’arrivo.

Il Tribunale Reale di Woolwich non è altro che la negazione fisica delle presunzione d’innocenza, la stessa incarnazione dell’ingiustizia in saldo acciaio, cemento e vetro blindato. Ha precisamente lo stesso rapporto con la giustizia di Guantanamo Bay o della Lubyanka. E’, in verità, semplicemente l’ala delle condanne del carcere di Belmarsh.

Il Tribunale Reale di Woolwich dove Assange sarà giudicato sulla richiesta di estradizione (Joe Lauria)

Quando ha chiesto circa i servizi per la partecipazione del pubblico all’udienza, a un attivista per Assange è stato detto da un dipendente del tribunale che dovremmo renderci conto che Woolwich è un “tribunale antiterrorismo”. Questo è vero di fatto, ma in verità un “tribunale antiterrorismo” è un’istituzione ignota alla Costituzione britannica. In effetti, se un solo giorno al Tribunale Reale di Woolwich non vi convince che l’esistenza di una democrazia liberale è oggi una menzogna, allora la vostra mente deve essere davvero molto chiusa.

Le udienze di estradizione non si tengono alla Corte di Belmarsh presso il Tribunale Reale di Woolwich. Si tengono sempre al Tribunale di Westminster poiché la richiesta va trasmessa al governo a Westminster. Ora, venite a capo di questo. Questa udienza è al Tribunale di Westminster. E’ tenuta da magistrati di Westminster e da dipendenti del tribunale di Westminster, ma si svolge presso la Corte di Belmarsh all’interno del Tribunale Reale di Woolwich. Tutta questa bizzarra situazione contorta è precisamente tale che possano usare il “tribunale antiterrorismo” per limitare l’accesso del pubblico e imporre il timore del potere dello stato.

Una conseguenza è che, nella stessa aula del tribunale, Julian Assange è confinato sul retro dell’aula dietro uno schermo di vetro a prova di proiettile. Ha sostenuto diverse volte durante la procedura che ciò gli rende molto difficile vedere e seguire il processo. Il magistrato, Vanessa Baraitser, ha scelto di interpretare ciò con studiata disonestà come un problema causato dal rumore molto tenue dei dimostranti all’esterno, piuttosto che come un problema causato dal fatto che Assange era chiuso lontano dai giudici in una massiccia scatola di vetro a prova di proiettile.

Editore in una scatola a prova di proiettile

Ora, non c’è assolutamente alcun motivo perché Assange si trovi in quella scatola, progettata per trattenere terroristi estremamente violenti. Potrebbe sede, come capiterebbe normalmente a un imputato in un’udienza, all’interno dell’aula con i suoi avvocati. Ma la vile e maligna Baraitser ha rifiutato ripetute e insistenti richieste della difesa che ad Assange fosse consentito di sedere con i suoi avvocati. La Baraitser, ovviamente, non è che un burattino, controllata dal procuratore capo Lady Arbuthnot, una donna tanto invischiata nella dirigenza dell’esercito e dei servizi di sicurezza che non riesco a concepire nessun modo in cui il suo coinvolgimento in questa causa possa essere più corrotto.

Non importa alla Baraitser o alla Arbuthnot che esista una qualsiasi genuina necessità che Assange sia rinchiuso in una scatola a prova di proiettile, o che gli impedisca di seguire la procedura in tribunale. L’intenzione della Baraitser è di umiliare Assange e di instillare nel resto di noi l’orrore per il vasto potere di repressione dello stato. La forza inesorabile dell’ala colpevolista del carcere da incubo di Belmarsh deve essere mantenuta. Se sei qui, sei colpevole.

E’ la Lubyanka. Puoi essere semplicemente un detenuto in attesa di giudizio. Questa può essere solo un’udienza e non un processo. Puoi non avere nessun passato di violenza e non essere accusato di nessuna violenza. Puoi avere tre dei più eminenti psichiatri del paese che sottopongono rapporti della tua storia di grave depressione clinica e di pericolo di suicidio. Ma io, Vanessa Baraitser, ti rinchiuderò comunque in una scatola progettata per i terroristi più violenti. Per mostrare cosa siamo in grado di fare ai dissidenti. E se tu allora non sei in grado di seguire la procedura giudiziale, tanto meglio.

Accetterete forse meglio quello che dico riguardo alla corte se vi racconto che, per un’udienza seguita in tutto il mondo, l’hanno portata in un’aula di tribunale che aveva un numero totale di 16 posti disponibile per membri del pubblico. Sedici!

Per assicurarmi di accaparrarmi uno di quei 16 e di poter essere il vostro uomo nella galleria, sono stato fuori dal grande recinto chiuso di ferro in coda al freddo, all’umido e al vento dalle sei di mattina. Alle otto il cancello è stato aperto e sono stato in grado di entrare all’interno del recinto in un’altra coda davanti alle porte del tribunale, dove nonostante gli avvisi affermino chiaramente che il tribunale apre al pubblico alle otto del mattino, ho dovuto fare di nuovo la coda fuori dall’edificio per un’altra ora e quaranta minuti. Poi sono stato fatto procedere attraverso porte blindate a tenuta stagna, attraverso una sicurezza di tipo aeroportuale, e ho dovuto fare la coda dietro due altre porte chiuse prime di arrivare finalmente al mio posto proprio quando la corte ha cominciato alle 10 del mattino. E a quel punto l’intenzione era che noi avremmo dovuto essere totalmente ammansiti e intimiditi, per non dire inzuppati e potenzialmente ipotermici.

C’era un’entrata separata per i media e una sala per loro con una trasmissione dal vivo dall’aula e c’erano tante dozzine di media che ho pensato che potevo rilassarmi e non preoccuparmi poiché i fatti fondamentali sarebbero stati ampiamente riferiti. In realtà, non avrei potuto sbagliarmi di più. Ho seguito molto chiaramente le argomentazioni ogni minuto del giorno e nemmeno uno solo dei fatti e argomenti più importanti è stato riferito in nessuno spazio dei media convenzionali. Questa è un’affermazione ardita, ma temo sia perfettamente vera. Dunque ho parecchio lavoro da fare per far sapere al mondo che cosa è realmente successo. Il semplice atto di essere un testimone onesto è a un tratto estremamente importante, quando tutti i media hanno abbandonato quel ruolo.

Dichiarazione iniziale dell’accusa

James Lewis, Procuratore della Corona

James Lewis QC [procuratore della Corona] ha formulato la dichiarazione iniziale dell’accusa. E’ consistita in due parti, entrambe ugualmente straordinarie. La prima e più lunga parte è stata davvero degna di nota perché non ha contenuto alcun argomento giuridico ed è stata invece indirizzata non al magistrato, bensì ai media.

Non è soltanto evidente che era a loro che le sue osservazioni erano indirizzate; egli ha effettivamente dichiarato in due occasioni durante la sua dichiarazione iniziale che si stava rivolgendo ai media, una volta ripetendo una frase e affermando specificamente che la stava ripetendo perché era importante che i media la comprendessero.

Sono francamente stupefatto che la Baraitser abbia permesso questo. E’ del tutto fuori luogo che un avvocato indirizzi le sue osservazioni non alla corte bensì ai media, e semplicemente non poteva essere prova più chiara che questo è un processo politico farsa e che la Baraitser ne è complice.

Non ho il minimo dubbio che la difesa sarebbe stata richiamata all’ordine con estrema rapidità se avesse cominciato indirizzando le proprie osservazioni ai media. La Baraitser non finge in alcun modo di essere altro che alla mercé della Corona e, per estensione, del governo statunitense.

I punti che Lewis voleva che i media conoscessero erano questi: non è vero che canali convenzionali come The Guardian e il New York Times siano anch’essi minacciati dalle accuse contro Assange, perché Assange non è stato accusato di aver pubblicato i dispacci ma solo di aver pubblicato i nomi degli informatori e di aver coltivato Manning e di averlo assistito nel tentare di violare un computer. Solo Assange aveva fatto queste cose, non i canali convenzionali.

Lewis ha poi proceduto a leggere ad alta voce una serie di articoli dei media convenzionali che attaccavano Assange, come prova che i media e Assange non erano sulla stessa barca. L’intera ora iniziale è stata dedicata all’accusa che si rivolgeva ai media, nel tentativo di inserire un chiaro cuneo tra i media e WikiLeaks e in tale modo mirando a ridurre il sostegno dei media ad Assange. E’ stato un discorso politico, neppure lontanamente una presentazione legale. Allo stesso tempo l’accusa aveva preparato risme di copie di questa sezione del discorso di Lewis che sono state consegnate ai media e trasmesse loro elettronicamente in modo che potessero procedere a copia e incolla.

Legge sui segreti ufficiali

Dopo un aggiornamento, il magistrato Baraitser ha interrogato l’accusa sulla veridicità di alcune di queste affermazioni. In particolare l’affermazione che i giornali non erano nella stessa posizione perché Assange era accusato non di pubblicazione ma di “assistenza e agevolazione” a Chelsea Manning nell’ottenere il materiale non pareva coerente con la lettura di Lewis della Legge del 1989 sui Segreti Ufficiali, che affermava che semplicemente ottenere e pubblicare un qualsiasi segreto ufficiale era un reato. Certamente, ha suggerito la Baraitser, ciò significava che semplicemente pubblicare le rivelazioni di Manning avrebbe determinato la colpevolezza di un reato?

Questo è sembrato prendere Lewis totalmente alla sprovvista. L’ultima cosa che si aspettava era una qualsiasi perspicacia della Baraitser, il cui compito era solo di fare quanto lui aveva detto. Lewis, borbottando ed esitando, si è messo e tolto gli occhiali parecchie volto, ha aggiustato ripetutamente il microfono e ha estratto una serie di fogli di carta dalla sua borsa, ciascuno dei quali è parso sorprenderlo per il suo contenuto, mentre li agitava infelicemente nell’aria e diceva che in effetti avrebbe dovuto citare il caso Shayler [un membro del MI5 che aveva rivelato segreti di stato – n.d.t.], ma non riusciva a trovarlo. Era come vedere [il tenente] Colombo con nulla del suo charm e senza la domanda dell’assassino alla fine della procedura.

Improvvisamente Lewis è parso arrivare a una decisione. Sì, ha detto con molta maggiore fermezza. La Legge sui Segreti Ufficiali del 1989 era stata introdotta dal governo Thatcher dopo il caso Ponting [un funzionario pubblico che aveva rivelato notizie riservate sull’affondamento di una nave britannica nella guerra delle Falkland – n.d.t.] specificamente per annullare la difesa basata sull’interesse pubblico e per rendere un reato di responsabilità incondizionata il possesso non autorizzato di un segreto ufficiale, cioè che indipendentemente da come ottenuto, pubblicarlo o persino possederlo rendeva colpevoli. Perciò, in base al principio della doppia trasgressione, Assange era passibile di estradizione che avesse o no aiutato e assistito Manning. Lewis ha poi proseguito aggiungendo che ogni giornalista e ogni pubblicazione che stampasse il segreto ufficiale starebbe perciò anch’essa commettendo un reato, indipendentemente da come l’aveva ottenuto, e indipendentemente dal fatto che avesse o non avesse fatto il nome degli informatori.

Contraddizione della dichiarazione ai media

Lewis aveva appena contraddetto senza mezzi termini la sua intera dichiarazione iniziale ai media quando aveva affermato che non dovevano preoccuparsi perché le accuse contro Assange non sarebbero mai state formulate contro di loro. E lo ha fatto direttamente dopo l’aggiornamento, immediatamente dopo che la sua squadra aveva distribuito copie della tesi che aveva a quel punto completamente contraddetto. Non riesco a pensare che sia spesso accaduto in tribunale che un avvocato di alto livello si sia dimostrato così assolutamente e immediatamente un bugiardo assoluto e mal motivato. Questo è stato indubbiamente il momento più mozzafiato dell’udienza giudiziaria di lunedì.

Tuttavia, notevolmente, non riesco a trovare alcuna menzione in nessun luogo nei media convenzionali che questo sia accaduto. Quelli che trovo, dovunque, sono media convenzionali che riferiscono, mediante copia e incolla, la prima parte della dichiarazione di Lewis sul perché il processo di Assange non è una minaccia per la libertà di stampa; ma nessuno pare aver riferito che egli ha totalmente abbandonato la sua stessa tesi cinque minuti dopo. I giornalisti erano troppo stupidi per comprendere il cambiamento?

La spiegazione è semplicissima. Quanto al chiarimento successivo alla domanda posta a Lewis dalla Baraitser non esiste alcun documento a stampa o elettronico della risposta di Lewis. La sua dichiarazione iniziale è stata fornita in formato copia e incolla ai media. La sua contraddizione avrebbe richiesto che un giornalista ascoltasse ciò che era detto nell’aula, lo comprendesse e lo trascrivesse. Non c’è alcuna percentuale significativa di giornalisti dei media convenzionali che abbia oggi questa capacità elementare. Il “giornalismo” consiste soltanto nel fare copia e incolla da fonti approvate. Lewis avrebbe potuto accoltellare a morte Assange nell’aula e non sarebbe stato riferito, a meno che fosse contenuto in un comunicato stampa governativo.

Lo scopo della Baraitser in questo mi ha lasciato incerto. Chiaramente ha sconcertato molto malamente Lewis su questo punto ed è sembrata piuttosto godere nel farlo. D’altro canto, il punto da lei conseguito non è necessariamente utile alla difesa. Quello che lei ha detto è stato essenzialmente che Assange poteva essere estradato per doppia colpevolezza, dal punto di vista britannico semplicemente per aver pubblicato, che avesse o no cospirato con Chelsea Manning e che anche tutti i giornalisti che avevano pubblicato potevano essere accusati. Ma certamente questo è un punto tanto estremo che sarebbe invalidato dalla Legge sui Diritti Umani? Stava spingendo Lewis ad articolare una posizione tanto estrema da essere insostenibile – dandogli abbastanza corda per impiccarsi – o stava sbavando per la prospettiva di non solo estradare Assange, ma di un’incriminazione di massa di giornalisti?

La reazione di un gruppo è stata molto interessante. I quattro avvocati del governo statunitense seduti immediatamente dietro Lewis hanno avuto la grazia di apparire davvero molto a disagio quando Lewis ha audacemente dichiarato che qualsiasi giornalista e qualsiasi giornale o emittente mediatica che pubblicasse o solo possedesse un qualsiasi segreto governativo sta commettendo un grave reato. La loro intera strategia consisteva nel fingere di non affermare questo.

Lewis è poi passato a concludere le tesi dell’accusa. La corte non aveva alcuna decisione da prendere, ha affermato. Assange andava estradato. Il reato soddisfaceva i requisiti della doppia colpevolezza poiché era un reato sia negli USA sia nel Regno Unito.

La legge britannica sull’estradizione vietava specificamente alla corte di verificare se esistessero prove a sostegno delle accuse. Se ci fosse stato, come sosteneva la difesa, un abuso legale, la corte doveva comunque estradare e poi la corte doveva perseguire l’abuso legale come materia separata contro chi aveva abusato. (Questo è un argomento particolarmente pretestuoso, poiché non è possibile per la corte agire contro il governo statunitense a causa dell’immunità sovrana, come Lewis sa bene). Infine, Lewis ha affermato che la Legge sui Diritti Umani e la libertà di espressione erano completamente irrilevanti nella procedura di estradizione).

Dichiarazione iniziale della difesa

Si è poi alzato Edward Fitzgerald per formulare la dichiarazione iniziale della difesa. Ha cominciato affermando che il motivo del processo era interamente politico e che i reati politici erano esplicitamente esclusi dall’articolo 4.1 del trattato Gran Bretagna/USA sull’estradizione. Ha puntualizzato che all’epoca del processo a Chelsea Manning e di nuovo nel 2013 l’amministrazione Obama aveva preso decisioni specifiche di non incriminare Assange per le rivelazioni di Manning. Ciò è stato annullato dall’amministrazione Trump per motivi che erano interamente politici.

Sull’abuso legale Fitzgerald ha fatto riferimento alla prova presentata in tribunali penali spagnoli che la CIA aveva commissionato a una società spagnola della sicurezza di spiare Julian Assange nell’ambasciata ecuadoriana di Londra e che tale spionaggio includeva specificamente la sorveglianza degli incontri privilegiati di Assange con i suoi legali per discutere l’estradizione. Che lo stato che persegue l’estradizione spii le consultazioni tra imputato e legale è di per sé motivo per annullare la causa. (Questo punto è indubbiamente vero. Ogni giudice onesto rigetterebbe sommariamente il caso per lo scandaloso spionaggio contro gli avvocati della difesa).

Fitzgerald ha proseguito dicendo che la difesa avrebbe prodotto prove che la CIA non solo aveva spiato Assange e i suoi legali ma aveva attivamente preso in considerazione il suo sequestro o avvelenamento e che questo dimostrava che non c’era alcuna dedizione al primato della legge in questo caso.

Rappresentazione deliberatamente falsa nell’inquadramento del caso

Fitzgerald ha detto che l’inquadramento del caso da parte dell’accusa conteneva rappresentazioni deliberatamente false dei fatti che corrispondevano anch’esse a un abuso legale. Non era vero che ci fossero prove di danni agli informatori e il governo statunitense aveva confermato questo in altre sedi, ad esempio nel processo a Chelsea Manning. Non c’era stata alcuna cospirazione per violare computer e Chelsea Manning era stata assolta da tale accusa presso la corte marziale. Infine, non era vero che WikiLeaks aveva avviato la pubblicazione di nomi non cancellati di informatori, poiché altre organizzazioni mediatiche erano state inizialmente responsabili di ciò.

Di nuovo, per quanto io posso capire, mentre l’accusa statunitense di danni agli informatori è diffusamente riportata, la totale confutazione dei fatti da parte della difesa e l’affermazione che la montatura dei fatti corrisponde a un abuso legale non è in larga misura riportata per nulla. Fitzgerald ha infine fatto riferimento , come motivi per cui l’estradizione dovrebbe essere vietata, alle condizioni carcerarie statunitensi, all’impossibilità di un processo equo negli USA e al fatto che l’amministrazione Trump ha affermato che gli stranieri non riceveranno protezioni del Primo Emendamento. Potete leggere l’intera dichiarazione della difesa, ma secondo me il passaggio più forte è stato sul motivo per il quale si tratta di un processo politico e dunque precluso all’estradizione.

“Ai fini della sezione 81(a) io devo poi occuparmi della questione di come questo processo politicamente motivato soddisfi il requisito di essere diretto contro Julian Assange a causa delle sue opinioni politiche. L’essenza delle sue opinioni politiche che hanno provocato questo processo è sintetizzata nei rapporti del professor Feldstein (tab 18), del professor Rogers (tab 40), del professor Noam Chomsky (tab 39) e del professor Kopelman:

  1. E’ un promotore di spicco di una società aperta e della libertà di espressione.
  2. E’ contrario alla guerra e all’imperialismo.

iii. E’ un campione di fama mondiale della trasparenza politica e del diritto del pubblico all’accesso a informazioni su questioni importanti, questioni quali la corruzione politica, i crimini di guerra, la tortura e il maltrattamento dei detenuti di Guantanamo.

5.4 Queste convinzioni e queste azioni lo portano inevitabilmente in conflitto con stati potenti, tra cui l’attuale amministrazione statunitense, per motivi politici. Il che spiega perché sia stato denunciato come terrorista e perché il presidente Trump ne abbia in passato chiesto la pena di morte.

5.5 Ma dovrei aggiungere che le sue rivelazioni non sono confinate alle malefatte degli Stati Uniti. Egli ha denunciato la sorveglianza della Russia; e ha pubblicato denunce di Assad in Siria; e si dice che le rivelazioni di WikiLeaks a proposito della corruzione in Tunisia e delle torture in Egitto siano stato il catalizzatore della stessa Primavera Araba.

5.6 Gli Stati Uniti affermano che egli non è un giornalista. Ma troverete un’intera storia del suo lavoro nel Fascicolo M. E’ stato membro del sindacato australiano dei giornalisti dal 2009, è membro del NUJ e della Federazione Europea dei Giornalisti. Ha vinto numerosi premi mediatici tra cui l’onore del premio più alto dei giornalisti australiani. Il suo lavoro è stato riconosciuti dall’Economist, da Amnesty International e dal Consiglio d’Europa. E’ vincitore del premio Martha Gellhorn ed è stato ripetutamente proposto al Premio Nobel per la Pace, tra cui sia l’anno scorso sia quest’anno. Potete vedere dai materiali che ha scritto libri, articoli e documentari. Ha avuto articoli pubblicati sul Guardian, sul New York Times, sul Washington Post e sul New Statesman, per citarne solo alcuni. Alcune delle stesse pubblicazioni per le quali ne è richiesta l’estradizione sono state citate e vi è stato fatto affidamento in tribunali di tutto il mondo, tra cui la Corte Suprema britannica e la Corte Europea dei Diritti Umani. In breve, è stato promotore della causa della trasparenze e della libertà di informazione in tutto il mondo.

5.7 Il professor Noam Chomsky lo dice in questo modo: ‘nel difendere coraggiosamente le convinzioni politiche che i più professano di condividere, ha prestato un enorme servizio a tutti quelli che mondo fanno tesoro dei valori della libertà e della democrazia e che perciò rivendicano il diritto di sapere che cosa stiano facendo i loro rappresentanti eletti’ (v. tab 39, paragrafo 14).  Dunque l’impatto positivo di Assange sul mondo è innegabile. L’ostilità che ha provocato dall’amministrazione Trump è ugualmente innegabile.

La verifica legale delle ‘opinioni politiche’.

5.8 Sono certo che siete consapevoli delle autorità legali su questo tema: cioè se una richiesta è avanzata a causa delle opinioni politiche dell’imputato. Va adottato un approccio ampio nell’applicare la verifica. A supporto di ciò noi ci affidiamo al caso di Re Asliturk (2002) EWHC 2326 (autorità abusive, tab 11, para 25.26) che stabilisce chiaramente che tale approccio ampio dovrebbe essere adottato riguardo al concetto di opinioni politiche. E ciò riguarderà chiaramente le posizioni ideologiche di Julian Assange. Inoltre ci affidiamo anche a casi quali Emilia Gomez contro SSHD (2000) INLR 549 tab 43 del fascicolo sui reati politici. Dimostrano che il concetto di ‘opinioni politiche’ si estende alle opinioni politiche imputate al singolo cittadino dallo stato che lo persegue. Per tale motivo la caratterizzazione di Julian Assange e di WikiLeaks come ‘agenzia non statale di spionaggio ostile’ da parte del signor Pompeo rende chiaro che è stato attaccato per le opinioni politiche a lui imputate. Tutti gli esperti dei cui rapporti voi disponete mostrano che Julian Assange è stato attaccato a causa delle posizioni politiche che gli sono imputate dall’amministrazione Trump: di essere un nemico degli Stati Uniti che deve essere abbattuto”.

Craig Murray è un autore, conduttore e attivista per i diritti umani. E’ stato ambasciatore britannico in Uzbekistan dall’agosto 2002 all’ottobre 2004 e rettore dell’Università di Dundee dal 2007 al 2010.

Questo articolo è da CraigMurray.org.uk.

da Znetitaly – Lo spirito della resistenza è vivo

www.znetitaly.org

Originale: https://consortiumnews.com/2020/02/25/assange-extradition-your-man-in-the-public-gallery-day-no-1/

Traduzione di Giuseppe Volpe

Traduzione © 2020 ZNET Italy

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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