Ernesto Che Guevara


Francesco Cecchini

Articolo pubblicato da Telesur e tradotto da Francesco Cecchini per Ancora Fischia il Vento. Il link con l’articolo originale è il seguente:

https://www.telesurtv.net/news/


La storia della foto che è diventata un simbolo delle lotte del mondo. Per anni e per diverse generazioni, le lotte e i popoli del mondo hanno preso il Che come simbolo di resistenza e identità.
La leggendaria fotografia di Che, che ha compiuto 60 anni questo giovedì da quando è stata scattata ha attraversato i confini. Oggi è, più che un’immagine, è l’ identificazione di una lotta comune in diverse regioni del pianeta. Tra le centinaia di immagini che il fotografo cubano Alberto Díaz, noto come Korda, scattò con la sua macchina fotografica durante la Rivoluzione cubana, ce n’ era uno che, tra così tante immagini eccezionali, divenne una leggenda: la foto storica del Che, scattata 60 anni fa, il 5 marzo 1960. L’ immagine è stata chiamata dal suo autore come “L’ Eroico Guerrigliero” ed è considerata dai critici come uno dei dieci migliori ritratti fotografici di tutti i tempi. È anche, fino ad oggi, la fotografia più riprodotta della storia. Korda catturò lo sguardo sereno e fermo di Ernesto Che Guevara, uno dei leader della Rivoluzione cubana, il 5 marzo 1960, mentre il guerrigliero stava guardando il corteo funebre delle vittime di La Coubre, che morirono a causa di un attentato dinamitardo della CIA americana sull’isola. L’immagine fu pubblicata nel 1961 e divenne famosa nel 1968, dopo la morte del Che in Bolivia, quando l’ editore italiano Giangiacomo Feltrinelli trasformò in poster alcune fotografie di Korda, tra le quali l’ Eroico Guerrigliero, per diffonderle in Europa incoraggiare la lotta dei movimenti sociali del 1968 in quel continente, dove l’immagine ebbe successo. L ‘impatto della fotografia fu tale che rapidamente girò il mondo, diventando un’icona della lotta dei popoli poveri. Secondo quanto raccontò Korda, molti anni dopo, la foto fu scattata solo in un minuto e mezzo, perché il guerrigliero era in quel momento con il resto dei suoi compagni, dietro Fidel Castro, e guardò verso Korda solo per un momento in quanto guardava il corteo funebre. “Sono rimasto colpito dal suo sguardo di pura rabbia per le morti avvenute il giorno prima”,ha detto l’artista cubano, che non ha esitato a ritrarlo con la macchina fotografica due volte: una orizzontale e una verticale. Decise di usare l’ orizzont le perché nella qualcuno sporse la testa dietro la spalla del Che.

Alberto Díaz, noto come Korda
Korda era un fotografo di sinistra che condivideva i principi della Rivoluzione cubana, quindi non ha mai richiesto i diritti di autore. L’unica volta che lo fece fu per una foto che vietava un marchio di vodka.

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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