Presidente Iván Duque e narcotrafficante José Guillermo Ñeñe Hernández
Francesco Cecchini
I 19 mesi di Iván Duque presidente sono stati caraterizzati da forti proteste popolari, da crollo di consenso in sondaggi in cui il 71% degli intervistati lo disapprova mentre solo il 23% lo sostiene, da due rapporti dell’ONU che denunciano l’assassinio di leader sociali ed di ex guerriglieri dal novembre 2016, quando furono firmati gli accordi di pace, da molti scandali di corruzione, etc.,etc., ed ora è esploso il caso di come sia arrivato a governare.
Le elezioni presidenziali del 2018 in Colombia sono state definite nel secondo turno a favore di Iván Duque, che ha raggiunto 10.362.080 voti, mentre il candidato dell’opposizione, Gustavo Petro, ha ottenuto 8.028.033. Tuttavia, tale elezione è stata viziata da frodi dovute all’acquisto di voti e all’ alterazione del verbale delle schede di voto, il che costituisce un crimine che se giudicato secondo la legge significherebbe l’ annullamento delle elezioni e la rimozione del presidente illegalmente eletto, cioè Iván Duque . Le rivelazioni che alcuni media e giornalisti indipendenti, Gonzalo Guillén, Julian F. Martínez e altri, hanno fatto sull’ acquisto di voti a favore della candidatura di Duque fatta da José Guillermo ‘Ñeñe’ Hernández, un noto trafficante di droga, mafioso e stretto amico della classe politica corrotta e coruttrice, dimostrano che questa manovra illegale è stata decisiva per la vittoria di Duque e, di conseguenza, per la sconfitta di Gustavo Petro. Se i video, le conversazioni e le dichiarazioni di Ñeñe e dei suoi partner nell’acquisto dei voti fossero accettati come prove, ci troveremmo di fronte a un crimine elettorale e alla violazione del diritto costituzionale di ogni cittadino di scegliere liberamente. Già durante la campagna presidenziale, in primis da Gustavo Petro, erano state fatte accuse di acquisto di voti e della frode che era stata preparata dall’alleanza di estrema destra, una coalizione tra la vecchia classe politica tradizionale,liberale e conservatrice, e i trafficanti di droga, che vede l’opposizione come il suo principale nemico e una minaccia ai loro interessi e alla loro leadership dello Stato. Affinché Duque potesse raggiungere la presidenza, l’estrema destra ha dovuto oliare bene le macchine della corruzione.
Recentemente Gustavo Petro ha dichiarato : ” Hanno inviato, su ordine di Uribe, il trafficante di droga ‘Ñeñe’ Hernández a comprare con il loro denaro sporco i voti nella Guajira. Il Procuratore Néstor Humbero Martínez ha nascosto le registrazioni che provavano il compromesso di Uribe e Duque con la mafia, come non ha indagato il tentativo di assassinarmi a Cúcuta.”
A proposito di denaro sporco, Aida Merlano, ex senatore attualmente in carcere a Caracas, ha testimoniato che sei miliardi di pesos sono importati illegalmente per l’acquisto di voti a favore di Duque nel dipartimento dell’Atlantico e principalmente a Barranquilla da clan politici, il Gerlein e il Char, che dominano la politica in questa regione.
Presidente Iván Duque, narcotrafficante José Guillermo Ñeñe Hernández ed ex presidente Álvaro Uribe