Disegno di Giulio Ciccia

Paura, non c’è un altro termine che possa definire meglio lo stato d’animo degli italiani. Ci sono voluti 47 giorni di epidemia, 2.158 morti e 27.980 contagiati per capire che la situazione era grave, ora in giro c’è tanto smarrimento e timore per il futuro

I flash mob organizzati per ringraziare chi in queste settimane ha messo la propria vita a disposizione dei malati (ma tanti medici lo fanno tutti i giorni) sono soprattutto un timido tentativo per scacciare il ‘mostro’: il Coronavirus. Un’epidemia che sta cambiando le nostre abitudini e la nostra vita. Tutti mutamenti indotti per paura del contagio.

Figli e nipoti che evitano di andare a trovare i genitori o i nonni anziani. Amici che non vedi da settimane e con i quali prendevi il caffè al bar o con cui passavi le serate o il weekend. Per ultimo la rinuncia al pranzo domenicale con i familiari.  

Per strada non c’è nessuno. Di tanto in tanto si sente, amplificato dal silenzio, lo strepitare del motore di un’auto che sfreccia a tutta velocità. Di certo, il conducente sta correndo a casa o al lavoro. Poi torna il silenzio. Nessuno alle finestre. Nessuno affacciato ai balconi. Solo nei momenti condivisi in Rete i palazzi si rianimano, ma sono solo episodi estemporanei, poi di nuovo tutti chiusi in casa. A chattare, a cercare in Rete o in televisione le ultimi informazioni sul ‘mostro’. A stare lì, seduti in poltrona, a riempirsi la testa su come difendersi, su come fare per sottrarsi ai contatti, su come evitare il contagio. Certo tutto serve per allontanare i cattivi pensieri e soprattutto per cacciare nel profondo del nostro inconscio il rimorso per non aver agito per il bene comune quando si poteva.

È la paura. È la speranza che non tocchi a noi. Una volta si facevano i ‘voti’ religiosi per evitare il peggio, oggi si fanno gli esorcismi con i flash mob, ma il senso è sempre lo stesso. In questi momenti di difficoltà si prendono impegni ‘buonisti’. Se tutto andrà bene sarò più onesto, non penserò solo a me stesso, terrò un comportamento più altruista.

Intanto, il virus si sta diffondendo in tutte le regioni e, se continua così, dopo la paura ci sarà il panico. Lo stesso che la settimana scorsa ha caratterizzato il comportamento di tanti piccoli risparmiatori, che con le loro insicurezze hanno fatto la felicità dei soliti noti, gli speculatori e gli affaristi.

Ma tutto questo non durerà. Tra poco, tutto tornerà come prima. Allora vorrà dire che la paura sarà passata, che il panico non ci sarà stato e che ognuno potrà tornare a farsi i fatti suoi.

REDNEWS

Di Giovanni Pulvino (REDNEWS)

Insegno Scienze giuridiche ed economiche dal 1993. Dopo tanti anni di supplenze sono passato di ruolo nel novembre del 2015. In quel periodo il portale web di Tiscali dava agli utenti la possibilità di esprimersi tramite le ‘Socialnews’. Ed è cosi che nel luglio del 2012 ho iniziato a scrivere articoli raccontando le vicende dei precari storici della scuola. Per un anno ho collaborato anche con ComUnità del portale Unità.it. Successivamente, per integrare e proseguire quell’esperienza durata oltre 3 anni, ho creato REDNEWS (28 giugno 2015), un ‘blog di cronaca, informazioni e opinioni dal profondo Sud’. Il mio scopo era ed è quello di dare voce a chi è escluso dalla società, in particolare i disoccupati, i precari, i pensionati al minimo. Nello stesso tempo intendo esprimere il punto di vista di chi vive nel Meridione, terra che è regolarmente esclusa oltreché dal benessere economico anche dai circuiti d’informazione nazionali. La linea editoriale del blog può essere riassunta con le parole scritte nel IV secolo a.C. dal poeta e drammaturgo greco Sofocle: ‘L’opera umana più bella è di essere utile al prossimo’.

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