riceviamo e pubblichiamo

di Franco Astengo

Notizia del giorno: “ Nomine, strappo nei Cinque Stelle: Di Battista boccia l’accordo con il Pd

Un appello firmato da una trentina di parlamentari grillini chiede di bloccare le designazioni: “Avevamo un mandato di discontinuità”. Sotto attacco in particolare la riconferma di Descalzi come ad dell’Eni “

Com’è triste la democrazia, quasi quanto Venezia.

Dunque si trova il tempo di pensare alle agognate “nomine”: nel cuore dell’emergenza che avvolge nelle sue fiamme il mondo , con quasi 30.000 morti in Italia buona parte dei quali trovati senza vita perché abbandonati nella cosiddette “case di riposo”, con 11 milioni e mezzo di cittadini costretti a chiedere sussidi per sopravvivere, il PIL in picchiata e il debito pubblico verso le stelle, buona parte dei diritti costituzionali negati, il governo che agisce senza delega del Parlamento e si circonda a suo piacere di “task – force” non meglio identificate, un Paese spaccato da Nord a Sud con minacce delle Regioni di “chiudere i confini”, il Parlamento che si riunisce a ranghi ridotti soltanto per ascoltare “informative” senza poter votare alcun documento; le elezioni regionali, comunali, referendarie sospese sine “die”, con i partiti di governo che si spaccano in Europa sul come approcciarsi ai cosiddetti “aiuti europei”.

In un momento di questo genere, mai attraversato da generazioni, così tragicamente diverso da una guerra mondiale, si pensa alle nomine e il M5S si spacca come capitava alla DC nei tempi migliori del “manuale Cencelli”.

Il M5S, arrivato 7 anni fa in parlamento in gran forze confortato dal consenso di chi voleva “aprire la Camera come una scatola di tonno”, adesso si trova a far i conti con i soliti manager d’assalto che improvvisamente, a sentire l’imperturbabile voce degli speaker TV, sono diventati di “area Di Maio”.

Pensate: esiste perfino “un’area Di Maio” contrapposta a “un’area Franceschini”, mentre Dibba tuona per cambiare la nomina dell’ENI, senza che a qualcuno venga in mente quanto tutto ciò sia tragicamente grottesco.

Non apriamo il capitolo di ciò che questo Movimento ha fin qui rappresentato lucrando su di un facile consenso populista: assistenzialismo e spartizione, il peggio del lascito della vecchia DC senza ereditare nulla dei pregi che pure poteva vantare l’antica “balena bianca”.

Nessuno riflette sul fatto che ormai questo Movimento è composto da famelici personaggi che hanno fatto della “politica” il loro solo possibile mestiere cercando così di sfruttare, come ben si vede in queste ore, il loro residuo potere inteso quale unica funzione politica possibile per andare avanti.

E che dire di questi presunti “manager”, maschi e femmine, tutti voracemente assisi intorno alla torta, soppesandone le fette attraverso frenetici colloqui via Skype che ormai hanno sostituito i party in terrazza, tra presidenze e amministrazioni delegate, prima di aprire la partita dei consigli d’amministrazione.

Nessuno è stato fin qui capace di sollevare un sussulto di dignità?

In un’Italia dove ciò che sta accadendo al Pio Albergo Trivulzio sembra proprio rappresentare l’autobiografia della Nazione com’è triste la democrazia.

Di AFV

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