Il festival di tango “Osvaldo Bayer”.


Francesco Cecchini


“Tango e anarchia. Musica per ideali. Uguaglianza nella libertà. Canta alla povera e madre single del quartiere, al bambino affamato, al lavoratore imprigionato. Cantare e ballare per protesta. La parola, la musica, la poesia per cantare il diritto al lavoro, amare la famiglia, il compagno di vita e gli ideali (…) Porre il petto per gli altri, per un pane decente per tutti e fiori per il futuro “. Osvaldo Bayer
In un’ articolo interessante pubblicato sull’ ultimo numero di MicroOmega Francesca Capelli, sociologa e giornalista, ha raccontato il tango non solo come cazone dei sentimenti, ma anche politica. I titolo, significativo, è Il Tango come forma di lotta politica.
L’origine del tango, assieme a Montevideo, è la Buenos Aires di fine 800: immigranti italiani, prostitute e, innanzitutto negri. Le radici negre sono chiare in molti tanghi: El negro alegre di Villoldo, Tango de los negros di Arturo de Nava del 1907 Milonga negra, cantata da Mercedes Simone e molti altri ancora. Vi furono musicisti e cantanti negri, il pianista Rosendo Mendizábal e il cantante Gabino Ezeiza

Afro-argentini suonano e ballano


Ben presto, però, il tango venne identificato come musica nazionale argentina e, quindi, non africana e da prostiboli e luoghi di divertimento simili si passò a cantare tanghi in teatri e cabaret pene e tradimenti d’ amore.
Comunque non smisero di esserci tanghi politici. Un esempio, per tutti, il tango Sacco y Vanzetti del 1927 di J.M. . Laçarte.
Allá en una triste celda
dos italianos están,
llorando su pena y su pesar.
Si son o no culpables
eso Dios lo sabrá.
Y hay en el mundo la duda
si es que el destino traidor,
inocentes ¡pobres reos!
los haya puesto en aprieto
con pruebas que al parecer
los condena injustamente
en la silla a perecer.

Silla è la sedia elettrica
Chi ha dato un grande contributo a valorizzare il tango come canzone legata a un movimento politico, quello anarchico, è stato lo storico libertario Osvaldo Bayer, morto 24 dicembre 2018.

Osvaldo Bayer


Tango e anarchismo: un binomio che lo storico Osvaldo Bayer, studioso dell’emigrazione libertaria di origine italiana in Argentina, ha riportato alla luce in un evento di tango ospitato dalla Repubblica della Boca. Osvaldo Bayer e Pablo Bernaba, bandoneista e grande compositore del Quinteto Negro La Boca, hanno scritto una milonga sulla figura di Severino Di Giovanni. E lhanno presentato per la prima volta nella cornice di un festival in quartiere in cui tutto si è mescolato e continua a mescolarsi: il tango, il porto, lanarchismo, limmigrazione, la cultura, larte e, sintomaticamente, il club di calcio più popolare dell’ Argentina. Festival di Tango nella Repubblica della Boca continua anche dopo la morte di Osvaldo Bayer che in un’intervista ha detto: “La verità è che la milonga era il genere che piaceva di più agli anarchici, che la apprezzavano molto più del tango, e quello che abbiamo dovuto fare è stato riconoscerlo. Io ho scritto qualcosa, ci siamo incontrati molte volte per calcolare insieme le sillabe, cercare di adattarle alla melodia. Così è nata la nostra milonga.”
In precedenza, prima dell’esilio durante la ditttura militare, Osvaldo Bayer, aveva composto con Héctor Alterio e Virgilio Expósito una canzone per i contadini fucilati in Patagonia. Le carte purtroppo sono andate perse, ma il disco, Viva lanarchia uscito nel 1974, esiste ancora.
Il Festival di Tango nella Repubblica della Boca lo scorso novembre è arrivato alla decima edizione in omaggio a Osvaldo Bayer, sponsor e partecipante alle prime edizioni.

1920, emigrati ballano il tango in una nave in arrivo a Buenos Aires

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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