Copertina di Noi partigiani


Francesco Cecchini


Anche quando noi, che ormai siamo la generazione dei partigiani dei partigiani scompariremo, sarà sempre importante ricordare la Resistenza, cardine della nostra democrazia, e lottare perché la nostra Costituzione viva. Anche se molti diritti scritti nella Costituzione purtroppo sono stati traditi, nessuno dei partigiani, seppur delusi, dirà mai non lo farei più, anzi molti di loro continuano a parlare con i giovani, in una splendida staffetta della memoria che con questo libro mettiamo a disposizione di tutti. Carla Nespolo, presidente nazionale dell’ANPI, dall’ introduzione a Noi patigiani.
Ci sono tre elementi della storia italiana contemporanea che sono fondamentali: lantifascismo, la Resistenza e la Costituzione repubblicana. Il libro Noi Partigiani, Memoriale della Resistenza italiana, di Laura Gnocchi e Gad Lerner è un contributo importante a non dimenticare antifascismo, Resistenza che hanno prodotto la Costituzione italiana, che non è ancora realizzata per intero, anzi come Carla Nespolo nella prefazione alcuni diritti scritti nella Costituzione purtroppo sono stati traditi. I partigiani che hanno sconfitto il nazifascismo ancora in vita sono 5000, a loro è dedicato il libro. Questi 5000 erano ragazze e ragazzi che durante la Resistenza, trasformarono in lotta politica e militare il rigetto e lo sdegno verso il fascismo e portarono l’ Italia a sbarazzarsi dell’ ideologia e pratica aberrante e sanguinaria del fascismo.
Il progetto Noi partigiani è stato promosso dall’ ANPI con il contributo di SPI-CGIL. Il segretario generale dello Spi Cgil, Ivan Pedretti, nel corso della conferenza stampa di presentazione del progetto ha detto: “Noi pensiamo che questo progetto sia rilevante e ancor di più in un momento come quello attuale dove si stanno verificando manifestazioni pseudofasciste. …” Il libro è composto dalla trascrizione di una selezione di video-interviste, agli ultimi partigiani in vita che andranno a comporre un’ Archivio multimediale. Nel libro sono confluite 50 storie.
Dalle interviste risulta importante il ruolo delle donne partigiane: combttenti , staffette, infermiere, vivandiere, per molti anni sottovalutato e oggi giustamente riconosciuto nella sua fondamentale importanza. Non c’ è intervista anche di partigiani che non affermi che senza le donne non si sarebbe potuto vincere il nazifascismo.
Tra le intervistate vi è Lidia Menapace, sottotenente della divisione Rabellotti, nome di battaglia Bruna, che il 3 aprile ha compiuto 96 anni. La sua vita di partigiana, comunista, femminista e pacifista è un esempio per tutte/i. Il contributo di pratiche e pensiero che ha dato nel corso dei decenni ai movimenti e alla sinistra rappresenta un patrimonio inesauribile di ispirazione per chi non si rassegna allo stato di cose presente e si batte per lattuazione della Costituzione. In un bigliettino il generale Alexander al comando delle forze alleate, scrisse Lidia resiste.
Nell’ intervista Lidia Menapace afferma: Per i fascisti eravamo le puttane dei partigiani… Ora che segni di fascismo riaffiorano, ho paura, che non è un sentimento che mi assomiglia molto. Ho paura perché la democrazia che abbiamo costruito pare essere rimasta fragile, che possa sgretolarsi. Una democrazia fragile e anche noiosa. Io sono una che ha mangiato pane e politica da ragazzina, che ha fatto politica da adulta, chi si è impegnata per le donne e per la pace. E che ha sempre seguito i dibattiti, anche i più tediosi, con grande passione. Ma da qualche mese, guardando quelli in tv la sera, mi annoio. Questa noia significa che ciò che vedo non ha senso. Di quel che ho fatto io invece, resto orgogliosa, assolutamente. E non ho voluto neanche la piccola pensione che mi era stata assegnata dopo la Liberazione. Non ho fatto mica la Resistenza per guadagnare.”

Lidia Menapace ieri

Lidia Menapace oggi

Alcune interviste accennano al lager di Bolzano. Il Durchgangslager nazista di Bolzano funzionò dall’ estate 1944 alla primavera 1945 in via Resia. Sostituì il campo di Fossoli, Carpi provincia di Modena, per ragioni politico militari che resero necessario spostarlo verso nord: crollo della linea Gustav e liberazione di Roma da parte degli Alleati. Oggi non rimane traccia, o quasi. Sono stati demoliti i blocchi e le celle e al loro posto vi sono edifici residenziali. Rimane un pezzo del muro di recinzione, messo sotto tutela dalla Provincia di Bolzano. Una decina di anni fa, circa, il Comune di Bolzano ha collocato 6 pannelli che ricordano il lager e le sue viitime. Servì da Lager di raccolta per circa 11.000 persone, non esiste una contabilità esatta. Si trattava di oppositori politici, partigiani, persone che si erano espresse contro il nazifascismo, arreststati durante rastrellamenti, etc.,etc.. Quello che era stato concepito come Lager di disciplina, di lavoro, carcere, e come stazione di transito, attraverso torture ed esecuzioni assunse i caratteri di un campo di annientamento. Esistevano anche celle della morte.

Lager di Bolzano


CARTA D’ IDENTITA’

Curatori: Gad Lerner, Laura Gnocchi

Editore: Feltrinelli

Collana: Varia

Anno edizione: 2020 In commercio dal: 7 aprile 2020

Pagine: 400

Prezzo: 18,05 €

I CURATORI
Gad Lerner è nato a Beirut nel 1954, ha lavorato nei principali giornali italiani. Oggi è editorialista di Repubblica. Ha ideato e condotto vari programmi dinformazione televisiva alla Rai e a La7 e laeffe. Ha diretto il Tg1. Con Feltrinelli ha pubblicato Ope-rai (1988; UE 2010), Tu sei un bastardo. Contro labuso delle identità (2005), Scintille (2009) e Concetta. Una storia operaia(2017).

Laura Gnocchi è una giornalista. Ha diretto varie testate, tra cui Il Venerdì di Repubblica. Il suo ultimo programma televisivo è stato L approdo, ideato insieme a Gad Lerner.

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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