Addio CFA

Francesco Cecchini

L’Africa è un paradosso che illustra e mette in evidenza il neocolonialismo. La sua terra è ricca, tuttavia i prodotti che vengono da sopra e sotto il suolo continuano ad arricchire non prevalentemente gli africani, ma gruppi e individui che agiscono per impoverire l’Africa.                                                        Kwame Nkrumah

ll presidente francese Macron, nato dopo il colonialismo francese e l’ indipendenza delle colonie francesi, mostra un apparente modernismo e attacca obsoleti apparati politici che, secondo lui, minano la vitalità della società francese e della Francia in Africa.  Macron  sta quindi riformando la Françafrique, cioè i rapporti della Francia con le sue ex colonie in Africa.                                                         

Il Franco CFA (che significava all’ origine Franco delle Colonie Francesi d’ Africa, abbreviato FCFA, e successivamente diventato acronimo di Comunità Finanziaria Africa) ha fin dalla sua nascita, nel 1945 con gli accordi di Bretton Wood, significato la continuità del dominio economico francese nella regione come ex potenza coloniale. Il Franco CFA è stata la moneta ufficiale della Comunità finanziaria africana, composta da otto paesi dell’Unione economica e monetaria dell’Africa occidentale e da sei paesi della cooperazione finanziaria dell’Africa centrale. Il franco CFA era garantito dal Tesoro francese. Aveva un tasso di cambio fisso con il franco francese fino al 1999 e poi con l’euro, con  l’ accordo che costringeva i paesi della zona del franco a depositare il 50% delle loro riserve in valuta estera nel Tesoro francese. Questa moneta, fabbricata in Francia, seguiva le fluttuazioni dell’euro, privando i paesi che la usano della loro sovranità monetaria e dannegiava le economie dei 14 paesi che lo utilizzavano, in quanto un paese non può perseguire un percorso economico indipendente per lo sviluppo a meno che non abbia il controllo sulle sue politiche monetarie.

L’ Algeria il più grande paese, decimo al mondo per estensione, colonizzato dalla Francia non ha mai adottato il CFA, ma come c’ è una Françafrique c ‘è stata, e forse c’ è ancora, una Françalgérie. Questa storia è ben raccontata dal libro di Lounis Aggoun e Jean-Baptiste Rivoire  “Françalgérie , crimes et mensonges d’États”. Un episodio tra i tanti. Il 21 maggio del 1996, un comunicato stampa del Gruppo Islamico Armato, organizzazione estremista islamista algerina, annuncia l’ avvenuta esecuzione dei sette monaci trappisti rapiti due mesi prima al monastero di Notre Dame de l’Atlas.  Lounis Aggoun e Jean-Baptiste Rivoire sostengono la tesi che l’assassinio fu responsabilità dei servizi di sicurezza algerini. L’allora capo del GIA, Djamel Zitouni era un loro uomo. Ma vi fu una sostanziale copertura della Francia ai servizi di sicurezza algerini, la DRS.

In Africa viene contestata la presenza militare francese. Significativa la dichiarazone di Mahamadou Coulibaly,  membro del Groupe des Patriotes du Mali, rilasciata a Le Nouvel Observateur del 12 gennaio scorso : “La Francia non può più fare nulla qui. Ha mostrato i suoi limiti. Vogliamo che faccia i bagagli, dice Dal 2013 non abbiamo visto risultati concreti. Al contrario, la situazione è peggiorata. I jihadisti sono ora presenti nel centro del paese, sono aumentati gli attacchi ai villaggi e le uccisioni di civili.“ Ribadendo che non ha nulla contro il popolo francese, ha continuato così : ” Come mai, con tutti i suoi mezzi logistici, i suoi droni, i suoi carri armati , i suoi aerei da combattimento, l’esercito francese non riesce a contrastare questi terroristi? Siamo stanchi della sua presenza.”  Il Groupe des Patriotes du Mali è una delle tante organizzazioni dietro una grande manifestazione avvenuta venerdì 10 gennaio a Bamako, la capitale, per chiedere la partenza delle truppe francesi dal Mali,  è stata anche bruciata una bandiera francese. Nel frattempo Manuel Macron cerca di migliorare i rapporti con l’ Algeria rende accessibili un centinaio di documenti conservati negli archivi nazionali relativi ai desaparecidos durante la guerra in Algeria. Già  nel settembre 2018, Emmanuel Macron aveva  riconosciuto la morte di Maurice Audin, matematico e attivista per l’ indipendenza, scomparso nel 1957 in Algeria avvenuta  “sotto tortura a causa del sistema allora istituito in Algeria dalla Francia”, e si era impegnato a garantire la libera consultazione degli archivi in merito alle scomparse del conflitto.

Il 21 dicembre 2019 ad Abidjan, Costa d’Avorio, il presidente francese Emmanuel Macron et il presidente ivoriano Alassane Dramane Ouattara hanno annunciato in conferenza stampa la fine del Franco CFA, con la creazione del nuovo ECO, la valuta che lo dovrebbe sostituire.

Dopo 5 mesi il 20 maggio 2020  un progetto di legge per mettere fine Franco CFA è stato adottato  in consiglio dei ministri, secondo quanto riferito dalla portavoce del governo francese, Sibeth Ndiaye. La Francia però non metterà fine alla sua presenza in Africa, anzi. Il nuovo progetto monetario vedrà coinvolte 8 delle 14 nazioni che utilizzano il Franco CFA, e sono le nazioni dell’Africa dell’Ovest che oggi utilizzano il CFA sotto l’area valutaria UEOMA (Bénin,  Burkina Faso,  Côte d’Ivoire,  Guinée-Bissau, Mali,  Niger,  Sénégal e Togo). Per le nazioni dell’area valutaria CEMAC (Africa Centrale,Cameroun, République Centrafricaine,  République du Congo,  Gabon,Guinée équatoriale e Tchad ) le cose rimarranno invariate e già questo fatto smentisce l’abolizione del Franco CFA, che rimarrà vivo e vegeto con tutte le caratteristiche che conosciamo, in 6 stati africani.

Mappa degli stati UEMOC e degli stati CEMAC

Significativa è la dichiarazione in merito dell’ attivista anticolonialista Kémi Séba: “L’ abbandono del Franco Cfa in Africa occidentale è il risultato della storica mobilitazione iniziata dal fronte anti cfa nel gennaio 2017, tuttavia la scomparsa del Franco Cfa (parziale  inoltre, visto che questa moneta cancerogena è ancora in vigore nell’Africa centrale) non significherebbe per nulla la scomparsa della françafrique finché le basi militari francesi e le grandi imprese francesi continueranno ad occupare in maniera immorale il nostro continente. Ricordiamo anche che il mal governo e la corruzione endemica delle nostre élite costituiranno, finché esiteranno, un freno inesorabile all’avanzamento socio-economico dei nostri paesi.”

Conclusione. Per la Francia il controllo delle ex colonie è importante, in quanto per la sua economia il controllo delle ricche risorse dell’Africa Occidentale gioca un ruolo che non può trascurare. Un esempio tra i tanti. I giacimenti di uranio del Niger (primo produttore africano e quarto a livello mondiale) che oggi vengono controllati dalla multinazionale di Stato Orano, ex Arleva, per l’80% di proprietà del Tesoro francese. Quando Muammar Gheddafi voleva realizzare il progetto della moneta unica africana è stato assassinato, con in prima linea la Francia di Nicolas Sarkozy.  Muammar Gheddafi fu anche il promotore degli Stati Uniti D’Africa, un tentativo di un Africa realmente indipendente dal colonialismo e dal neocolonialismo.

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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