AMLO inaugura il treno Maya


Francesco Cecchini.


AMLO INAUGURA IL TRENO MAYA E I POPOLI ORIGINARI SI OPPONGONO.
Mentre il presidente messicano, Andrés Manuel López Obrador, ha iniziato a Cancún il suo tour nel sud-est del paese per dare il via al Treno Maya, le organizzazioni non governative, gruppi indigeni e popolari, comunità di base, e accademici hanno emesso in data primo giugno un comunicato, sottolineando l’ inadeguatezza di questa visita nel bel mezzo del momento più critico della pandemia di COVID-19. In questi giorni il Messico sta avendo un record di contagi e di morti.
Più di 200 organizzazioni civili, popolazioni indigene e personalità indipendenti del sud-est messicano hanno espresso il loro rifiuto del lancio del megaprogetto turistico Treno Maya per aver “calpestato i diritti e le garanzie della popolazione, e aver violato lo stato di diritto”.
In data primo giugno è stato emesso un comunicato in merito il cui link è il seguente:
https://www.cemda.org.mx/comunicado-sobre-el-proyecto-tren-maya-en-el-marco-de-la-visita-presidencial-para-su-promocion/

No al treno Maya. Non Passeranno!


PENSIERO DEL GIUDICE RUIZ ESPARZA.
Poiché non vi è stato alcun dialogo preliminare con le comunità per prendere le loro opinioni e comprenderne le esigenze, ignorando il diritto che devono decidere liberamente sul loro futuro e violando un diritto tutelato costituzionalmente, che è il diritto all’autodeterminazione, i popoli originari sono ricorsi a vari meccanismi giudiziari che consistono, sostanzialmente, nella presentazione di protezione giuridica, una figura che protegge in Messico cittadini da atti di autorità contrari ai loro interessi.
La giudice Lucía Anaya Ruiz Esparza, che ha ordinato la sospensione provvisoria delle opere del treno Maya a favore delle comunità di Cho’les nei comuni di Palenque, Salto de Agua e Ocosingo, nello stato del Chiapas, ha ribadito i motivi per cui ha preso la decisione, che riflette il diritto umano alla salute e il suo imminente pericolo con il fenomeno sanitario COVID19.
I magistrati del tribunale amministrativo collegiale di Tuxtla Gutiérrez hanno revocato la sospensione provvisoria concessa dal giudice Ruiz Esparza, una decisione descritta come “irresponsabile” dalle comunità colpite. I magistrati hanno affermato che le autorità (principalmente Fonatur) affermano che le società incaricate dell’esecuzione del progetto Treno Maya hanno osservato misure di prevenzione per i loro lavoratori e residenti di quella regione che consistono nel lavarsi le mani con acqua e sapone, coprendosi con un fazzoletto, o non sputare.
A difesa della sospensione concessa, la giudice Lucía Anaya Ruiz Esparza ha evidenziato un’ambiguità nella posizione del Presidente della Repubblica, AMLO, e di Fonatur, che servì da base per la revoca della sospensione da parte del Tribunale collegiale. Il presidente Andrés Manuel López Obrador e Fonatur hanno sostenuto che non stanno realizzando alcun lavoro di costruzione sul progetto chiamato Tren Maya, nella sezione che va dal Palenque Chiapas, a Valladolid Yucatán, all’interno del quale sono i comuni a cui appartengono i denuncianti, verranno eseguiti solo lavori di manutenzione e riabilitazione su ferrovie esistenti e fornirà servizi pubblici per il trasporto ferroviario di merci e passeggeri.
La giudice Ruiz Esparza, quindi, da abbondantemente risalto all’ omissione da parte di Fonatur, che non spiega chiaramente in cosa consistano queste azioni di conservazione e manutenzione e come vengano eseguite in presenza dell’ attuale fenomeno sanitario COVID-19 affinché si realizzino questi lavori con la riduzione al minimo del rischio per i lavoratori e per i residenti delle comunità.
Le comunità hanno affermato Non ci sono informazioni o giustificazioni nell’esposizione di FONATUR sulle circostanze del modo, del tempo e della forma, in cui le misure sanitarie sarebbero state eseguite per evitare il contagio di quel virus, né su come la sua implementazione venga rivista. Questa negligenza non è minore, poiché viola un diritto costituzionale, il diritto alla salute sancito dall’articolo IV della Costituzione messicana .” E affermano che la giudice ritiene che Fonatur, con la sua argomentazione di non costruzione, ma di manutenzione e conservazione delle strade preesistenti, abbia variato gli effetti e le conseguenze degli atti rivendicati, coinvolgendo questioni di interesse nazionale come il corretto funzionamento dei canali di comunicazione preesistenti.
La giudice Ruiz Esparza ritiene essenziale disporre di maggiori informazioni sui lavori di riparazione e conservazione che Fonatur afferma di svolgere secondo tutti gli standard sanitari che COVID-19 merita, al fine di analizzare la continuazione o meno della sospensione e, se nel caso, la portata che dovrebbe essere data a un’eventuale concessione della misura precauzionale.
Per questo motivo, la giudice Ruiz Esparza ha chiesto a Fonatur di chiarire se i lavori di costruzione sono in corso sulla sezione ferroviaria che va da Palenque, Chiapas, a Valladolid, Yucatan, o se sta solo effettuando lavori di conservazione e manutenzione su binari ferroviari. -esistenti. Nel caso in cui Fonatur sia disposto a chiarire questa ambiguità deve informare con trasparenza sulle condizioni in cui vengono svolte le azioni di conservazione e manutenzione del progetto Treno Maya.
È inoltre necessario che Fonatur informi quali sono le procedure in caso di incidenti durante l’esecuzione della manutenzione e della riparazione delle ferrovie e indicare, se tali procedure non esistono, come verranno risolti questi problemi. Infine deve riferire in dettaglio sulle misure sanitarie che sarebbero attuate se fosse necessario eseguire lavori di conservazione e manutenzione sulle ferrovie in presenza di COVID-19 e il modo in cui verrebbe verificata la conformità.
La giudice chiede a Fonatur di chiarire tutte ambiguità.
FONATUR AL 2 GIUGNO NON HA ANCORA CHIARITO LE AMBIGUITA’.

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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