Dopo aver difeso, avallato e sostenuto i terroristi, jihadisti e mercenari al soldo del suo paese che da anni compiono crimini in decine di stati.

Dopo aver coperto con fake news palesi le guerre di conquista del suo paese che hanno prodotto milioni tra morti e profughi in decine di stati.

Dopo essere stato il velo liberal ai crimini più efferati degli Stati Uniti, ora il New York Times si scusa.

Ma non per quello che ha scritto e avallato su Jugoslavia, Iraq, Libia, Afghanistan, Siria, Ucraina, Venezuela, Cuba, Nicaragua….

No. Si scusa perché i suoi lettori, molti dei quali sostengono “liberalmente” quei crimini all’estero, si sono indignati per un articolo ospitato dal NYT a firma Tom Cotton – senatore repubblicano dell’Arkansas – che sosteneva l’uso dei militari contro i manifestanti negli Stati Uniti.

Per il barbaro assassinio della polizia di Minneapolis di George Floyd, è iniziata una brutale repressione, come brutale è stata sempre la repressione anche in epoca Obama (in quel caso perché i lettori del NYT non si indignavano?). Criminale la repressione di Trump, come criminale è sempre stata la polizia anche in epoca Obama, in un paese in cui, anche sotto la presidenza Obama, le minoranze più che come esseri umani sono considerati servitori degli interessi economici delle multinazionali private che gestiscono le carceri.

Negli Stati Uniti, con il silenzio complice delle Ong finanziate dallo Zio Sam preoccupate di Hong Kong e Venezuela, c’è, infatti, la maggiore popolazione carceraria al mondo e perlopiù ispanici e afro-americani. C’è oggi, come in epoca Obama.

“CI SONO VOLUTE le proteste di numerosi lettori e di circa ottocento impiegati del giornale, inclusi molti reporter, che hanno minacciato di abbandonare la redazione venerdì”, scrive oggi il Manifesto esultando della notizia che riporta ordine nel tempio “liberal”, dimenticandosi di ricordare che quando le truppe vengono mandate all’estero, quando si finanziano terroristi contro stati sovrani, quando si pilotano droni contro bersagli civili a migliaia di miglia, quegli 800 impiegati continuano a compiere servilmente il loro mestiere.  

La differenza tra Cotton e il New York Times  – e il Manifesto che oggi esulta per le scuse dopo la reazione “liberal” – è che Cotton svela il vero volto degli Stati Uniti senza veli liberal o ridicole spruzzate di chi ipocritamente vuole farvi ancora credere che Biden (Obama) sia meglio di Trump. Sono la stessa identica cosa e a volte è Meglio il nemico dichiarato che il finto amico, bastione ultimo e più pericoloso di un regime oligarchico brutale. 

https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-quando_si_scuser_il_new_york_times_per_i_crimini_del_suo_paese_allestero_che_da_anni_avalla/82_35433/

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.
Attenzione: alcune funzionalità di questa pagina potrebbero essere bloccate a seguito delle tue scelte privacy