L’assassinio di George Floyd ha risvegliato la rabbia contro il razzismo e la violenza della polizia negli Stati Uniti, in Francia e in tutto il mondo.

Traduciamo e rilanciamo l’appello di Révolution Permanenteci rivolgiamo a tutti quegli artisti, studenti, lavoratori e lavoratrici della cultura e a tutti coloro che vogliono esprimersi contro la brutalità della polizia.


L’assassinio di George Floyd ha suscitato la rabbia di decine di migliaia di persone contro la violenza della polizia e il razzismo di Stato. Dietro agli slogan “I can’t breathe“, “Black lives matter” o “No Justice, no peace“, si sono radunate decine e decine di migliaia di manifestanti. Questi slogan si sono diffusi oltre i confini nazionali: non sono più solo quelli dei manifestanti negli Stati Uniti, ma sono diventati anche quelli di migliaia di manifestanti in Germania, Brasile, Italia, Paesi Bassi, Francia e tanti altri paesi. In diverse città del mondo, tutte queste mobilitazioni rivendicano giustizia e verità per George Floyd e per tutte le vittime della polizia.

In Francia, dove almeno 12 persone sono morte durante il lockdown a seguito di controlli di polizia, 40.000 persone si sono incontrate per una manifestazione storica indetta dal comitato “Verità e giustizia per Adama” in risposta alle rivolte scoppiate negli Stati Uniti, ma anche a seguito della diffusione dei risultati di una nuova perizia medica, razzista e manipolata, destinata ancora una volta a scagionare i poliziotti colpevoli della morte di Adama Traoré, morto quattro anni fa in un commissariato.

In quanto artisti, vogliamo unire le nostre voci a quelle di tutti coloro che si mobilitano a livello internazionale per le strade e sui social network attraverso gli hashtag #ICantBreathe e #BlackLivesMatter contro razzismo, repressione e violenza della polizia. Negli Stati Uniti il movimento di protesta si sta aprendo alla solidarietà di diversi settori: quello degli autisti di autobus che si rifiutano di trasportare manifestanti incarcerati, degli operatori sanitari che chiedono la mobilitazione generale e della comunità LGBT che si è ritrovata a Stonewall. Proprio ora noi vogliamo partecipare a questa mobilitazione come lavoratori dell’arte e della cultura, in Argentina, in Francia, in Brasile e in tutto il mondo, per strada e con i nostri mezzi: quelli dell’arte.

Chiediamo giustizia e verità per George Floyd, Breonna Taylor, Tony McDade, Ahmaud Arbery negli Stati Uniti, per Adama Traoré, Théo, Zineb Rédouane, Zyed, Bouna in Francia e per tutte le vittime della violenza della polizia. Siamo artisti, lavoratori precari, siamo colpiti duramente dalla crisi sanitaria ed economica legata alla pandemia di COVID-19, ma vediamo un futuro nuovo nelle mobilitazioni di questi giorni!

Invitiamo tutti gli artisti plastici, illustratori, musicisti, coreografi, artisti circensi, videomaker, fotografi, professionisti e dilettanti a partecipare a questa campagna internazionale di reazione contro gli abusi razzisti della polizia al servizio degli Stati borghesi che sfruttano tutti i lavoratori e opprimono le persone razzializzate, ma anche le persone LGBT+ e le donne.

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Potete inviarci le vostre produzioni, illustrazioni, video, musica, in qualsiasi formato per mail a redazione@lavocedellelotte.it, su instagram a @lavocedellelotte, su twitter a @vocedellelotte o su facebook a La Voce delle Lotte.

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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