Manifestazione a Bogotá il 15 giugno


Francesco Cecchini


Nonostante la pandemia in Colombia il 15 giugno è ritornata la mobilitazione in strada contro il governo di Iván Duque. Nella capitale, Bogotá, e in diverse città della Colombia, Medellin e Cali tra le altre, hanno avuto luogo proteste organizzate principalmente da studenti, membri della Federazione colombiana degli educatori FECODE, da infermieri e medici. Per la verità anche durante la pandemia vi sono state proteste per vari motivi, ma locali senza respiro nazionale
Le ragioni della mobilitazione sono state diverse: abusi della polizia durante la pandemia, corruzione durante la pandemia e, innanzitutto, gli assassini di leader sociali e di ex guerriglieri.
Quest’ ultimo tema brucia da troppo tempo in Colombia.
Secondo i dati di Fundación Paz y Reconciliación, dal 25 marzo al 03 giugno, ci sono stati 22 omicidi i contro leader, con il Cauca come epicentro di questa crisi, dove l’ ultimo è stato l’assassinio di Julio Humberto Moreno Arce, leader della comunità e difensore dei diritti umani di Buenos Aires (Cauca). Il partito FARC (Fuerza Alternativa Revolucionaria del Común) ha denunciato che dalla firma dell’ accordo di pace del 2016 al 15 giugno scorso 200 ex guerriglieri sono stati assassinati. L’ ultimo è stato Mario Téllez Restrepo, padre di tre figli, ucciso da sconosciuti mentre coltivava il campo di sua propietà.
I rappresentanti delle FARC hanno criticato il governo di Iván Duque, che accusano di non aver intrapreso azioni per prevenire questi omicidi. Catatumbo. A causa di questa situazione che stanno vivendo gli ex guerriglieri delle FARC, i leader politici il 10 giugno hanno avuto un incontro virtuale con l’Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Michelle Bachelet, al qule hanno chiesto assistenza internazionale per mettere fine al genocidio di ex combattenti.
La giornata è trascorsa pacifica in tutto il paese, ma si è conclusa nella capitale del paese con numerosi arresti e scontri tra la squadra antisommossa mobile (ESMAD) e i manifestanti. Diversi studenti sono stati arrestati. Secondo le autorità, circa 30 persone sono state portate al Paloquemao Protection Transfer Center (CTP). Molti di loro inizialmente erano concentrati in uno dei parchi di Quinta Paredes.
In un tweet, all’ inizio della giornata , il senatore Gustavo Petro si è rivolto agli organizzatori delle proteste: “La Colombia scende in piazza, non c’è motivo legale che si possa impedirlo, è un diritto costituzionale”.
Intanto i paramilitari continuano a colpire. Un loro attacco armato a Caquetá il 17 giugno lascia 6 militari morti.

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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