Hugo Blanco Galdós, leader campesino

Francesco Cecchini

Il documentario  “Hugo Blanco, Rio Profundo” di Malena Martínez Cabrera che racconta la vita del rivoluzionario Hugo Blanco Galdós leader delle lotte per la terra nella Valle de la Convención nel  Cusco  ha scatenato l’ ira isterica e la diffamazione di Hugo Blanco dell’ estrema destra peruviana. L’ azione diffamatoria è stata promossa dall’ Associazione degli ufficiali generali e degli ammiragli del Perù (ADOGEN-PERU), un’ associazione che si era allineata con il colpo di stato di Fujimori che ha sciolto il Congresso il 5 aprile 1992. Tanto per chiarire che banda sono. Tra la gentaglia criminale di questa associazione vi è il vice-ammiraglio Luis Alejandro Giampietri Rojas che partecipò, il 18 giugno 1986, all’ assassinio di più di 300 prigionieri. Sull’isola del Fronton, al largo della costa del porto di Callao, fu abbattuto a cannonate il Padiglione Blu, dove i detenuti si erano rifugiati. Molti di loro furono schiacciati a morte dal crollo delle pesanti mura dell’edificio, ma molti altri furono uccisi da proiettili sparati dal Corpo dei Marines, comandati da Giampietri Rojas

Hugo Blanco Galdós e Malena Martínez Cabrera

Hugo Blanco Galdós è riconosciuto non solo dai campesinos  peruviani e dalle loro organizzazioni sindacali come il leader della lotta per la riforma agraria in Perù. Questo riconoscimento è condiviso anche da importanti storici e intellettuali peruviani, che apprezzano il contributo di questo  leader  per raggiungere quella che fu considerata la riforma agraria più radicale in America Latina.

Va ricordato quindi un documentario  sul Perù di Velasco realizzato nel 1973 dai cineasti italiani Adriano Zecca, Damiano Zecca e l’intellettuale argentino Elías Elías Condal.

Il link con il documentario è il seguente:

Il documentario, che si apre citando  JoséCarlos Mariátegui, da un punto di vista marxista, identifica la principale vittima dello sfruttamento nella popolazione originaria indigena. Nel contesto delle riforme promosse dal regime di Velasco, vengono intervistati i leader della sinistra peruviana già in esilio. Tra loro Hugo Blanco .

Il documentario si trova nell’ Archivio Peruviano.

http://www.archivoperuano.com/restaura.htm

 In poche ore migliaia di persone, sia latinoamericane che europee, hanno firmato il Manifesto a sostegno di Hugo Blanco, promosso dalla figlia Carmen Blanco Valer, contro la diffamazione e gli insulti dell’ estrema destra peruviana.

Tra i firmatari dell’ appello Rita Segato, antropologa e feminista, il segretario  del Governo Territoriale Autonomo del Popolo Wampis, Shapiom Noningo, l’ eurodiputado di Podemos, Miguel Urbán Crespo, l’ intellettuale Raúl Zibechi, Alberto Acosta, presidente dell’ Asamblea Constituyente del Ecuador 2007; Bo Lindblom, ex-presidente di Amnesty International Svezia, il sindaco di Cádiz, José María González Santos, la leader asháninca, Ketty Marcelo López, tutto il  Consejo del Pueblo Maya, Guatemala, Boaventura de Sousa Santos (Portugal), Maristella Svampa (Argentina), Edgardo Lander (Venezuela), Joan Martinez-Alier (Catalunya, España), Alberto Chirif (Perú), Jaime Pastor, politologo ed editore di Viento Sur , i parlamentari peruviani Rocío Silva Santisteban, Mirtha Vásquez e Lenin Checco Chauca, gli ex parlamentari Indira Huilca, María Elena Foronda, Marisa Glave, Rodrigo Arce e Marco Arana, i deputati  spagnoli Pisarello e Maria Dantas, la deputata catalana della CUP Mireia Vehi, gli ex deputati dell’ Asamblea de Madrid, Raúl Camargo, Carmen San José e David Llorente di Castilla La Mancha, l’ ex presidente uruguayano Pepe Mejía, l’ economista ed ecosocialista Manuel Garí, l’ economista svizzero Udry Charles-André, lo scrittore e professore della Università Autonoma di Madrid, Jorge Riechman.

Hugo Blanco Galdós, Hugucha

Il rivoluzionario Hugo Blanco è ora ecosocialista. La sua parola d’ ordine Tierra o Muerte, Terra o Morte, delle lotte contadine, è per il pianeta terra e per l’ umanità intera.

Anche nel suo libro “NOI, GLI INDIOS”, pubblicato in Italia da Nova Delphi e tradotto da Gaia Capogna, Hugo Blanco riafferma di essere un ecosocialista: “Un socialismo degno di questo nome dovrà essere orientato ecologicamente, cioè dovrà essere un “ecosocialismo” dedicato al ripristino degli ecosistemi. La produzione all’ interno dell’ ecosocialismo deve essere orientata alla riparazione del danno agli ecosistemi”.

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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