Carmen ha 32 anni, una figlia, un lavoro che le piace ed una relazione stabile. Non l’hanno mai picchiata o violentata, ma soffre tutti i giorni gli effetti della violenza di genere dentro la sua stessa casa. Oltre ad assumere tutti i lavori domestici e di attenzioni della piccola, non ha voce né voto nella gestione economica della casa, suo marito controlla le sue uscite con amici e perfino, suggerisce che smetta di lavorare. Discutono spesso, lui grida, le ricorda “quanto indesiderabile è rimasto il tuo corpo dopo il parto” o le dice che “sei troppo ignorante per occuparti di qualcos’altro.”  

Dal momento che non l’ha mai picchiata ed è molto buono con la bambina, non si è proposta seriamente di terminare la relazione. Inoltre, teme le trasformazioni della vita di madre single. Pensa alla mancanza di una casa, nell’appoggio economico, nella supposta stabilità. Non è sempre cosciente che la violentano; però, soffre, e molto.

Carmen non si chiama Carmen, ma vive a Cuba, la sua storia è reale. Purtroppo non è un caso isolato, neanche il peggiore. In altre famiglie, molte volte le liti finiscono in botte. Nel nostro paese che nessuno lo dubiti, le violenze maschiliste sono un problema in sospeso anche fuori dalla famiglia. Indipendentemente dal livello educativo o economico, il luogo dove si vive, la razza, l’orientazione e l’identità sessuale, si registrano in tutte le loro varianti, fisiche, sessuali, economiche, psicologiche.

Le statistiche lo confermano. Secondo l’Inchiesta Nazionale su Uguaglianza di Genere (ENIG-2016), realizzata dall’Ufficio Nazionale di Statistiche ed Informazione (ONEI) e la FMC, il 39,6% delle donne intervistate ha dichiarato di aver subito violenza in qualche momento delle loro vite, nel contesto delle loro relazioni di coppia. D’altra parte, nel 2019, la relazione nazionale cubana di compimento dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile ha riportato un tasso di femminicidi di 0,99 per ogni 100.000 donne di 15 anni o più nell’anno 2016.

Le cubane, inoltre, combattono con il bullismo per le strade ed in alcuni centri lavorativi, con espressioni diverse di controllo, con la sottovalutazione delle loro capacità e la discriminazione in più di una professione, tra gli altri molti esempi che, grazie alle reti sociali ed ad Internet, si cominciano a notare.

Tuttavia, rimane ancora molto da fare per visibilizzare questi conflitti dentro la realtà nazionale. Soprattutto, se teniamo in conto che in mezzi di comunicazione e prodotti comunicativi diversi normalmente appare anche, in forma simbolica, la violenza maschilista. Molte volte i conflitti di genere non sono in questi spazi. Altre volte, si distribuiscono messaggi riproduttori di stereotipi e pregiudizi che contribuiscono alla discriminazione delle donne.

La televisione non esula dalla sfida. Secondo la giornalista Lirians Gordillo, specialista in temi di genere, nella produzione audiovisiva, salvo alcune eccezioni, persiste una rappresentazione patriarcale delle donne. I conflitti ed interessi abituali per loro continuano ad essere i tradizionali: la famiglia, le relazioni di coppia, l’invecchiamento. Perfino quando possiedono una vita pubblica e da professionista attiva, i problemi di genere non mancano.

Ha spiegato a Cubadebate che, pertanto, urge disimparare molti stereotipi, molte rappresentazioni e molti codici maschilisti per realizzare prodotti più equi ed inclusivi. Registi, artisti e professionisti della comunicazione devono combinare la preparazione personale con l’uso di consulenti e specialisti al momento di costruire opere che si avvicinino a questi temi. In definitiva, visibilizzare queste sfide è il primo passo per incominciare a trovare le soluzioni.

di Ania Terrero

da Cubadebate

traduzione di Ida Garberi

illustrazione: Isabel Gómez Guizar / Domestika

http://it.cubadebate.cu/notizie/2020/07/30/violenza-di-genere-la-sfida-di-saper-visibilizzare/

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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