Ripartono negli Usa le proteste contro le ingiustizie razziali. L’ultima vittima è Trayford Pellerin, 31 anni, trafitto da ben undici colpi di pistola mentre tentava di fuggire a Lafayette, Louisiana. Armato di coltello, secondo le forze dell’ordine, che ora però sono finite sotto accusa, attaccate dalla famiglia e dalle associazioni per la difesa dei diritti civili. L’episodio risale a venerdì notte. Secondo quanto riferito dalla Louisiana State Police, gli agenti, chiamati dal proprietario di un negozio, hanno cercato di fermare un uomo che era entrato col coltello (circostanza smentita da alcune testimonianze). Pellerin però è riuscito a sfuggire, e non sono riusciti a fermarlo neanche con l’uso delle pistole taser. Quando lo hanno visto avvicinarsi ad un altro negozio hanno deciso di usare le armi da fuoco, esplodendo una raffica di colpi.

Già ieri sono divampate le prime proteste e le forze dell’ordine hanno dovuto sparare alcuni lacrimogeni per disperdere la folla dopo che sono degenerate in violenza e incendi. “Siamo a favore del primo emendamento (sulla libertà di espressione, ndr) ma non lasceremo che Lafayette sia distrutta o data alle fiamme”, ha avvertito lo sceriffo Mark Garber. La madre della vittima sostiene che suo figlio – sposato e con alcuni precedenti per droga e possesso di armi – aveva problemi mentali e recentemente aveva cercato aiuto contro “l’ansia sociale”. “Ma quello che ha avuto sono stati undici proiettili”, ha osservato l’avvocato della famiglia, Ben Crump, che difende anche i famigliari di Floyd e di altri afroamericani uccisi brutalmente dalla polizia. Crump ha chiesto che gli agenti coinvolti, già sospesi, siano licenziati immediatamente.

Intanto ha già avviato un’indagine con il collega Ronald Haley, il quale ha riferito che secondo alcuni testimoni Pellerin non era armato, come sembra invece nel video di una passante, la 18enne Rikasha Montgomery, che ha filmato la scena postandola sui social. “Quando però ho sentito i colpi – ha raccontato – non sono riuscita a tenere fermo il mio telefonino come all’inizio. Mi sono spaventata, sono rimasta traumatizzata. Sei abituato a sentire queste cose ma non avrei mai pensato che potesse capitarmi”. Invece capita sempre più spesso in America.

“Ancora una volta un video ha catturato un incidente orribile e mortale della violenza della polizia contro un afroamericano che è stato ucciso brutalmente di fronte ai nostri occhi”, ha commentato la American Civil Liberties Union (Aclu). Le vittime più frequenti degli abusi della polizia non sono solo gli afroamericani ma anche gli appartenenti ad altre minoranze. L’ultimo è stato Ramon Timothy Lopez, un ispanico di 28 anni bloccato a terra contro l’asfalto rovente per sei minuti e legato da tre agenti dopo aver tentato di fuggire. Anche lui aveva problemi mentali: soffriva di schizofrenia paranoica.

http://www.controlacrisi.org/notizia/Conflitti/2020/8/24/53694-un-altro-afroamericano-ucciso-dalla-polizia-negli-usa-dopo/

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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