“Il Caucaso è il punto zero nella nuova guerra fredda tra Stati Uniti e Russia”.

L’ho scritto diversi anni fa, ed è ancora vero, soprattutto dopo che l’Armenia ha respinto con decisione un attacco a metà luglio da parte dell’Azerbaigian.

Forse decine di Azeri sono morti in battaglia, tra cui un maggiore-generale, un colonnello, e due maggiori. L’Armenia ha riportato molti meno morti e ha catturato una nuova posizione difensiva, anche se L’Azerbaigian possiede un arsenale più grande, ha un PIL quattro volte più grande e tre volte la popolazione armena.

L’Azerbaigian ha attaccato il confine nord-orientale dell’Armenia, e non è stata la prima volta. In genere, però, L’Azerbaigian attacca l’Artsakh (Karabagh), la regione a maggioranza Armena de facto indipendente, che ha votato circa trent’anni fa per la libertà dall’Azerbaigian, che rifuta quel voto.

Il dittatore sovietico Iosif Stalin ha ceduto con l’inganno l’Artsakh e l’antica regione armena di Naxçıvan all’Azerbaigian negli anni ‘20. Lungi dall’essere antico, l’Azerbaigian è stato inventato solo nel 1918.

Perché tutto questo dovrebbe importare al resto del mondo?

Perché è importante

  • I principali gasdotti e oleodotti provengono dall’Azerbaigian. Attraversano la Georgia e la Turchia, membro della NATO, con carburante diretto in Europa e altrove. La Georgia e l’Azerbaigian sono quindi collegate all’Occidente. Questi gasdotti sono a rischio in quanto passano solo da 20 a 50 chilometri circa dai luoghi dei combattimenti di luglio e dall’Artsakh.
  • Il Caucaso è la porta degli USA/NATO/UE (attraverso la Turchia) nel bacino del Mar Caspio, ricco di energia e poi nel ventre Turco-musulmano vulnerabile della Russia in Asia centrale. La Russia considera questo come una minaccia esistenziale.
  • L’Armenia gode di eccellenti relazioni con gli Stati Uniti/NATO / UE, ma per ragioni di sicurezza si allinea con la più vicina grande potenza cristiana: la Russia. In appoggio al suo alleato azero, la Turchia ha chiuso il suo confine con L’Armenia dal 1994. L’Armenia, quindi, è diventata il punto cruciale geopolitico per chi vuole dominare il Caucaso.
  • La Turchia ha minacciato a lungo L’Armenia e si è posta direttamente dalla parte dell’Azerbaigian nel recente conflitto. Che può produrre un confronto turco con la Russia, oltre a quelli in Siria e Libia
  • L’Azerbaigian minaccia di bombardare la centrale nucleare armena di Metsamor. Ciò diffonderebbe radiazioni mortali in Azerbaigian, Georgia, Iran, Turchia e altrove.

Le relazioni Armeno-Occidentali risalgono a migliaia di anni fa. Gli Stati Uniti/NATO/UE (lo chiameremo “blocco occidentale”) sono stati molto amichevoli con l’Armenia e l’Artsakh e li hanno aiutati economicamente per decenni.

L’Armenia senza sbocco sul mare, tuttavia, dipende dalla Russia per la maggior parte del gas e delle armi. Mosca controlla anche gran parte della rete energetica dell’Armenia.

L’Armenia (pop. 3 milioni), tuttavia, rimane minacciata dall’Azerbaigian (pop. 10 milioni) e dalla Turchia (pop. 82 milioni) fin dallo scioglimento dell’URSS nel 1991.

Armenia sotto assedio

La Turchia commise un genocidio contro gli armeni nel 1915-1923. L’Altopiano Armeno e tutti gli altri territori armeni, in particolare in quella che ora è la Turchia orientale e meridionale, furono distrutti o confiscati. Gli azeri si sono uniti a quel genocidio nel Caucaso. 

Il genocidio armeno non è solo storia. La minaccia di un genocidio 2.0 incombe sempre.

La Turchia e l’Azerbaigian (motto: “due paesi, una nazione”) non faranno i conti con l’esistenza dell’Armenia. Il Presidente dell’Azerbaigian Ilham Aliyev afferma che tutta l’Armenia dovrebbe far parte dell’Azerbaigian – senza gli armeni, ovviamente.

La copertina del 19 luglio del quotidiano turco Diriliş Postası, intitolata “Karabakh o morte”, ritrae un Azerbaigian come che comprende l’Artsakh e l’Armenia meridionale.

La Turchia è ancora innamorata del pan-Turchismo, proprio come durante la Prima Guerra Mondiale e il genocidio armeno. La Turchia prevede di guidare una federazione che include l’Azerbaigian e i paesi turco-Musulmani dell’Asia centrale (Kazakistan, Kirghizistan, Turkmenistan e Uzbekistan), fino alla provincia cinese dello Xinjiang.

I soldati durante le esercitazioni militari turco-azere dello scorso anno hanno indossato toppe sul braccio raffiguranti un’entità pan-turca.

I partecipanti alle recenti manifestazioni anti-armene in tutto il mondo hanno lanciato il segno con la mano dei Lupi Grigi. I Lupi Grigi sono un’organizzazione neofascista pan-turca responsabile di centinaia di omicidi e assassinii.

Anche se gli alleati europei (e, implicitamente, l’America) si sono opposti militarmente al pan-turchismo della Turchia Ottomana durante la Prima Guerra Mondiale, oggi il blocco occidentale sostiene implicitamente il pan-turchismo.

L’Armenia è un ostacolo geopolitico al pan-Turchismo. Questa è una delle ragioni principali per cui la Russia ha bisogno dell’Armenia. I russi sono però troppo orgogliosi per ammetterlo.

Tuttavia, la Russia si è sempre più avvicinata all’Azerbaigian e alla Turchia. Pertanto, nonostante il trattato di mutua difesa armeno-russo e una base russa in Armenia vicino al confine turco, l’Armenia non è sempre certa del sostegno russo, in particolare contro l’Azerbaigian.

Minacce azere

L’Azerbaigian ha violato migliaia di volte l’accordo di cessate il fuoco tra l’Armenia e l’Artsakh dal 1994. Le forze armene sono in modalità difensiva. Non hanno motivo di violare il cessate il fuoco. L’Azerbaigian respinge le proposte per l’installazione di apparecchiature autonome di rilevamento degli spari sulla linea di contatto.

Il presidente Aliyev si rifiuta persino di negoziare con l’Artsakh, una democrazia stabile. Non è certo una ricetta per la pace.

L’Armenia è democratica e riformista. L’Azerbaigian è autocratico. Imprigiona giornalisti e attivisti per i diritti umani a un ritmo sorprendente. Il progetto europeo di segnalazione della criminalità organizzata e della corruzione (OCCRP) ha nominato Aliyev come “Persona dell’anno per il crimine organizzato e la corruzione”. I cablogrammi diplomatici statunitensi lo hanno descritto come una figura simile ad un mafioso.

La “lavanderia a gettoni dell’Azerbaigian” di Aliyev ha corrotto i funzionari europei e ha riciclato miliardi.

Nel 2004, il militare azero Ramil Safarov ha ucciso un tenente armeno nel sonno durante un’esercitazione della NATO in Ungheria. È stato condannato all’ergastolo e imprigionato. L’Ungheria alla fine lo ha rilasciato in Azerbaigian, che lo ha accolto come un eroe nazionale. Civili armeni sono stati torturati e decapitati dai soldati azeri invasori.

Per “dimostrare” che gli armeni non hanno mai vissuto nel Naxçıvan, nel 2005 l’esercito azero ha usato picconi e autocarri con cassone ribaltabile per distruggere migliaia di lapidi con icone in un cimitero armeno del IX secolo. È stato ripreso in un video.

Durante il ventesimo secolo, l’Azerbaigian ha svuotato il Naxçıvan dei suoi armeni e stava facendo la stessa cosa nell’Artsakh prima che gli armeni vi mettessero fine.

Non c’è da stupirsi che l’Artsakh dica che non si sottometterà mai più al dominio azero.

Minacce turche

La Turchia era pronta ad invadere l’Armenia nel 1993, durante un colpo di Stato contro il presidente russo Boris Eltsin guidato da Ruslan Chasbulatov, il ceceno filo-turco e speaker del Soviet Supremo. Fortunatamente il colpo di Stato è fallito.

Nel 1993, il presidente turco Turgut Özal minacciò l’Armenia “nel caso non avesse imparato la lezione del 1915”.

Il presidente turco Erdogan ha recentemente minacciato l’Armenia usando un riferimento ambiguo al genocidio del 1915: “Continueremo a portare a termine questa missione che i nostri nonni hanno svolto per secoli, sempre nel Caucaso”.

La Turchia sta fornendo all’Azerbaigian droni Bayraktar (basati su progetti israeliani), elicotteri T129 ATAK e sistemi missilistici TRG-300 Tiger. La Turchia ha inviato jet F-16 in Azerbaigian per esercitazioni militari congiunte.

Eppure il blocco occidentale non ha detto e fatto nulla per frenare la Turchia.

La Turchia nega i rapporti che invierà jihadisti a combattere per l’Azerbaigian. In passato, tuttavia, la Turchia ha inviato i suoi Lupi Grigi e l’Azerbaigian ha reclutato mujaheddin afghani/pakistani/ceceni per combattere gli armeni.

L’asse azero-israeliano

Il presidente Aliyev una volta ha paragonato le relazioni tra l’Azerbaigian e Israele ad un iceberg: “Nove decimi sono sotto la superficie”.

Israele vende all’Azerbaigian miliardi di armi avanzate (molte usate contro Armenia e Artsakh) mentre Israele ottiene il 40% del suo petrolio dall’Azerbaigian e strutture per spiare e contrastare l’Iran.

La “lobby negli Stati Uniti” dell’Azerbaigian, ha rivelato Aliyev, “è la comunità ebraica”.

Il Direttore Esecutivo dell’American Jewish Committee, David Harris (alias il “ministro degli esteri” degli Ebrei), ad esempio, ha ricevuto l’onorificenza dell’“Ordine dell’Amicizia” da Aliyev.

Numerosi scrittori Ebrei/israeliani sono per principio amichevoli con gli armeni. Tuttavia, l’alleanza israelo-azera ha indotto molti scrittori Ebrei/israeliani a diffamare allegramente l’Armenia. Gli esempi includono Brenda Shaffer e Nurit Greenger.

Ricordate che le organizzazioni ebraiche americane – ADL, AIPAC, AJC e altre – hanno collaborato con la Turchia (in tempi più amichevoli) per negare/sminuire ipocritamente il genocidio armeno e respingere le risoluzioni sul genocidio armeno al Congresso.

Quindi, l’asse azero-israeliano è un clone del malfamato asse turco-israeliano.

Cosa serve

Sotto una pressione incessante e contro ogni previsione, l’Armenia e l’Artsakh continuano a resistere agli attori stranieri che desiderano negare la loro stessa esistenza.
Indipendentemente da questo, da un punto di vista pratico, se non morale, il blocco occidentale e la Russia dovrebbero frenare l’aggressione azera e turca, a meno che non desiderino vedere la regione esplodere.

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Articolo di David Boyajian pubblicato su Katehon il 21 agosto 2020
Traduzione in italiano a cura di Raffaele Ucci per Saker Italia.

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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