New Girl in Town (1957-1958 Broadway) Music & Lyrics by Bob Merrill Book by George Abbott Directed by George Abbott Shown in rehearsal, foreground from left: choreographer Bob Fosse, Gwen Verdon; center rear: Harvey Evans

Nonostante quelle splendide gambe e quei capelli rosso fuoco, la carriera di Gwyneth Evelyn – nata il 13 gennaio 1925 a Culver City – non riesce proprio a decollare. Forse rimarrà tutta la vita a lavorare negli studi di Hollywood; come suo padre Joseph, che ha sempre fatto l’elettricista per la Metro. Gwyneth è tenace, sa ballare – e in qualche film appare come una ballerina di fila – ma soprattutto sa insegnare a ballare. È una delle migliori assistenti di Jack Cole, il padre della theatrical jazz dance, il coreografo dei grandi successi di Broadway, ma soprattutto di praticamente tutti i più importanti film musicali degli anni Quaranta. Gwyneth insegna a star come Rita Hayworth, Betty Grable e Lana Turner. È lei che inventa i balletti di Gentlemen prefer blondes e che insegna a Jane Russell e a Marilyn Monroe come eseguirli: forse gli uomini preferiscono le bionde, e sposano le brune, ma nessuna le fa ballare come quella rossa. La danza è la sua vita, perché è solo grazie a quei lunghi esercizi che la piccola Gwyneth è guarita da una forma molto grave di rachitismo. E ci sono volute davvero tutta la sua pazienza e la sua tenacia.Poi un giorno del 1952 il coreografo Micheal Kidd, arrivato da pochissimo a Hollywood per preparare, insieme a Fred Astaire, i numeri di danza di The Bandwagon, la nota e le propone un ruolo nel prossimo musical di Broadway di cui sta preparando i balletti, Can-Can, con le canzoni scritte da Cole Porter. Gwyneth – che adesso si fa chiamare Gwen – sarà Claudine, la seconda protagonista femminile, mentre la cantante e ballerina francese Lilo sarà la vedette. Nelle anteprime che precedono il debutto a Broadway tutti i critici esaltano l’interpretazione di Gwen nel balletto The Garden of Eden. Lilo è furiosa, pretende che tutti gli altri numeri di Gwen siano tagliati: dopo il Giardino dell’Eden quella strega dai capelli rossi non dovrà più tornare in scena. Gwen a quel punto decide di lasciare lo spettacolo, ma non può permetterselo: è solo una ballerina sconosciuta, una delle tante a Broadway. Il 7 maggio lo spettacolo finalmente debutta allo Shubert Theatre. Gwen fa il suo numero e torna in camerino per cambiarsi e tornare in albergo: il pubblico la adora, applaude, la chiama alla ribalta, Gwen arriva con indosso solo un asciugamano. Ottiene un consistente aumento di stipendio e il suo primo Tony.
Beulah May – nata il 18 novembre 1899 a Owensboro nel Kentucky – sogna di lasciare quella cittadina in cui quasi tutti lavorano nelle distillerie, per andare in una grande città. Beulah si convince ben presto che il matrimonio sia l’unico modo per realizzare questo sogno. E così a diciott’anni sposa il tipografo Perry Stephens, che però non dimostra alcuna ambizione: a lui piace vivere a Owensboro. Beulah divorzia e quando incontra il meccanico Albert Annan capisce che invece questa volta ce la può fare: Al si è innamorato di lei e soprattutto la vuole portare a Chicago. I due partono e il 29 marzo 1920 si sposano nella città del vento. Al lavora in un garage e Beulah fa la contabile in una grande lavanderia: non è esattamente quello che aveva sognato. E proprio nella lavanderia incontra Harry Kalstedt e i due cominciano una relazione. La sera del 3 aprile 1924 Al sta lavorando quando riceve una telefonata concitata della moglie: deve tornare subito, un uomo è entrato in casa, ha cercato di violentarla e lei lo ha ucciso. Quell’uomo naturalmente è Harry.
Maurine Dallas è nata certamente il 27 luglio. Ma gran parte dei registri dello Stato del Kentucky della fine dell’Ottocento sono andati perduti. Forse è nata a Louisville o forse a Lexington; forse nel 1896 o forse uno o due anni dopo. Certamente Maurine è una studentessa brillante: si diploma con i migliori voti della sua classe al Butler College di Indianapolis e viene ammessa al Radcliffe, la “succursale” femminile di Harvard. Al prestigioso college del Massachusetts infatti l’ammissione è aperta solo ai ragazzi e quindi le ragazze si devono “accontentare” del Radcliffe, in cui però insegnano molti degli stessi professori. Comunque le ragazze possono accedere ai laboratori di Harvard. E Maurine, che da sempre ama il teatro, decide di frequentare quello di drammaturgia del professor George Pierce Baker. Baker insegna letteratura inglese, ma la sua grande passione è il teatro: fonda l’Harvard Dramatic Club e soprattutto dal 1912 al 1924 dà vita al Fortyseven workshop, dal momento che la sua classe di inglese è contrassegnata proprio da quel numero. Non riuscirà a convincere Harvard a istituire una laurea in drammaturgia e così nel 1925 si trasferirà a Yale, dove sarà tra i fondatori della Yale School of Drama. Per Maurine l’incontro con il professor Baker è fondamentale. Lui esorta i suoi allievi a cercare ispirazione nel mondo, vuole che nelle loro storie raccontino la vita vera. Maurine lo prende, forse inaspettatamente, alla lettera: nel 1923 lascia Radcliffe prima di laurearsi e decide di trasferirsi a Chicago, trova un impiego negli uffici pubblicitari della Standard Oil e all’inizio dell’anno successivo diventa cronista giudiziaria del Chicago Tribune.   
Dopo il successo di Can-Can, negli anni Cinquanta Gwen diventa una delle stelle di Broadway. Nel 1955 è Lola, la seducente e irresistibile diavolessa in Damn YankeesNel 1957 è Anna, una ex prostituta in New Girl in Town, un musical scritto per lei da George Abbott e Bob Merrill, basandosi su Anna Christie di Eugene O’Neill. George Abbott è una delle colonne di Broadway: ha cominciato come attore nei primi anni Dieci per poi passare alla regia e alla scrittura di soggetti e testi teatrali. Nel 1959 l’attrice è Essie in Redhead. E per ciascuno di questi ruoli vince il Tony, perché ormai whatever Gwen wants, Gwen gets.Il coreografo di Damn Yankees è un ballerino nato a Chicago nel 1927. Per Broadway è quasi un esordiente. Finora ha fatto solo le coreografie di The Pajama Game. Bob Fosse è ambizioso e ama ballare da quando ha poco più di dieci anni. Prima della guerra si esibisce a Chicago con un suo amico, Charles Grass: sono The Riff Brothers. Dopo la guerra si trasferisce a New York: vuole essere il nuovo Fred Astaire. Jerry Lewis nota lui e la moglie in uno spettacolo al Pierre Hotel e lo chiama a Hollywood. La MGM mette sotto contratto quel ballerino molto dotato, anche se non ha davvero la faccia da sfondare nel cinema. Anche Astaire è stempiato, ma lui è il re. Bob ottiene qualche piccola parte, in cui non riesce a dimostrare quanto sia bravo. È Hortensio, uno dei pretendenti di Bianca nel film Kiss me Kate, ma su questo set ha modo di realizzare la coreografia di uno dei numeri di danza. Quello è il suo lavoro: Bob lo capisce osservando Astaire mentre prova, guidato da Micheal Kidd, il numero Girl Hunt Ballet in The Bandwagon.A Gwen piace lo stile di quel coreografo di Chicago, è qualcosa di nuovo rispetto a quello che le hanno insegnato Cole e Kidd, c’è più sensualità, i gesti sono più stilizzati, più marcati: quella è la danza moderna. E Bob capisce subito che Gwen non è solo una ballerina, è una coreografa come lui. E insieme creano i numeri che lei eseguirà sul palco. Secondo Bob in New Girl in Town non c’è un numero di danza che esalti davvero le capacità di Gwen e così durante le prove introduce una scena in cui Anna, in sogno, ricorda la vita del bordello. Il balletto è davvero seducente, troppo seducente, tanto che la polizia di New Haven, nel Connecticut, chiude lo spettacolo. L’autore e regista George Abbott decide di togliere il numero per il debutto al 46th Street Theatre, ma dopo le prime repliche Bob e Gwen introducono di nuovo il sogno di Anna. Ormai sono una coppia, anche fuori del palcoscenico e Gwen vuole che Bob in Redhead sia non solo il coreografo, ma anche il regista. Nel 1960 Gwen e Bob si sposano.
Beulah confessa di aver ucciso Harry: non può fare altrimenti, vista l’evidenza delle prove. Il racconto di quello che è successo quella notte cambia diverse volte durante il processo. La prima versione è quella della legittima difesa, lei ha sparato a Harry perché lui la stava per violentare: però Harry se ne stava andando, quando Beulah gli spara ha già indossato cappello e cappotto. Poi c’è la versione dell’impulso di rabbia e gelosia: Harry sarebbe andato da lei per dirle che la voleva lasciare e Beulah in un momento d’ira ha preso la pistola e gli ha sparato. L’ultima versione è che quando lei gli ha detto di aspettare un bambino, lui abbia deciso di andarsene dopo una lite violenta, rifiutandosi di riconoscere quel figlio della colpa. Non sappiamo come è andata davvero, l’unica certezza è che dopo aver ferito Harry, Beulah ha messo sul piatto del suo giradischi un disco di foxtrot, e ha bevuto diversi cocktail per quattro ore, guardandolo morire.  Ma a nessuno interessa ormai sapere la verità. Beulah è una bella ragazza, le sue foto campeggiano su tutti i giornali di Chicago. In città non si parla d’altro. E Chicago ha deciso che lei, nonostante tutto, è innocente. Anche Albert fa la sua parte, rimane accanto a Beulah per tutta la durata del dibattimento, ritira tutti i suoi soldi e si procura uno dei migliori avvocati della città che capisce subito che quel processo non si vincerà nelle aule del tribunale, ma sulle colonne dei giornali. Il pubblico ama Beulah e il 25 maggio 1924 viene assolta.
Quegli otto mesi al Tribune sono davvero intensi per Maurine. Deve scrivere necrologi, articoli sulle novità della moda, un profilo di Jane Addams e Ellen Gates Starr, le attiviste pacifiste che hanno fondato in città la Hull House, per dare assistenza alle giovani donne. Però soprattutto viene mandata in tribunale. Scrive un paio di articoli sul caso Leopold e Loeb. Nathan Freudenthal Leopold Jr. e Richard A. Loeb sono due ricchi studenti dell’Università di Chicago, che il 21 maggio 1924 uccidono il quattordicenne Bobby Franks; durante il processo motivano quel gesto dichiarando che volevano commettere il delitto perfetto. Ovviamente la vicenda richiama l’attenzione dell’opinione pubblica, anche grazie al fatto che il loro avvocato è il celebre Clarence Darrow, che, con un’arringa durata dodici ore, riesce a evitare per i due giovani la pena di morte. Nodo alla gola di Alfred Hitchcock è una delle molte opere ispirate a questo caso di cronaca. Il caso Leopold e Loeb è troppo importante per farlo seguire a quella giovane studentessa del Kentucky, a cui viene comunque chiesto di coprire altri due processi molto seguiti, quello di Beulah Sheriff Annan e quello di Belva Gaertner. Belva Eleanora Boosinger è nata il 14 settembre 1884 a Lichtfield, nell’Illinois. A Chicago fa la cantante nei cabaret con il nome d’arte Belle Brown. Nel 1917 sposa William Gaertner, un industriale dell’Indiana più vecchio di lei di vent’anni, ma cinque mesi dopo William chiede che il matrimonio venga annullato: sembra che il divorzio di Belva dal primo marito non sia stato registrato. Poi si sposano un’altra volta e un’altra volta si separano. L’11 marzo 1924 Walter Law viene trovato ucciso nell’auto di Belva, seduto sul sedile accanto a quello del guidatore: vicino a lui una pistola e una bottiglia di gin. La polizia rintraccia subito la donna: è a casa sua, è ancora ubriaca e indossa vestiti sporchi di sangue. Confessa che Law è il suo amante, di essere stata con lui la sera prima, ma dice di non ricordare altro. Ammette che la pistola è sua: l’ha comprata per difendersi dai ladri. Durante il processo i colleghi di Law testimoniano che Belva lo aveva già minacciato, quando lui – più giovane di lei di quasi dieci anni – ha cercato di lasciarla per tornare con la moglie e il figlio. Anche il caso di Belva accende la curiosità morbosa dei giornali e anche lei è molto bella. L’opinione pubblica assolve subito la donna: nel giugno del 1924 il tribunale ratifica una decisione presa sui giornali. Maurine intervista Belva, che dice a sua difesa: “Nessuna donna può amare un uomo abbastanza da ucciderlo. Non ne vale la pena, perché ce ne sono sempre molti di più.”. Nonostante il Tribune, come gli altri sei grandi giornali della città siano schierati dalla parte di Beulah e Belva, Maurine è una delle pochissime che crede che siano colpevoli. Comunque sia adesso ha ormai abbastanza storie da raccontare, può tornare a frequentare i seminari del professor Baker.
All’inizio degli anni Settanta Gwen Verdon e Bob Fosse non sono più una coppia, non abitano più insieme e ciascuno di loro vive altre storie, anche se non divorzieranno mai. Forse tra loro due non c’è più la passione, forse neppure l’amore, ma c’è Nicole, loro figlia, e soprattutto c’è la consapevolezza che insieme possono ancora creare grandi spettacoli, li unisce certamente l’amore per la danza. Bob ha bisogno di Gwen e quando nel 1972 va a Berlino per girare Cabaret, Gwen va con lui: sarà lei a spiegare a Liza Minelli come ballare con una sedia in Mein Herr. E la figlia del regista di The Bandwagon non lo dimenticherà mai.È Gwen che, leggendo durante le prove di Sweet Charity la commedia Chicago di Maurine Dallas Watkins, si rende conto che può diventare uno splendido musical e ne parla al marito. La scrittrice però non vuole cedere i diritti, non vuole che si raccontino di nuovo quelle storie che ormai sono state dimenticate. Forse si sente in colpa: in fondo anche i suoi articoli hanno contribuito ad assolverle, anche se colpevoli. Dopo l’ennesimo rifiuto, Bob Fosse rinuncia all’idea. Ma quando sa che la drammaturga è morta, pensa si possa ritentare. Gli eredi non hanno gli stessi scrupoli e quindi Bob Fosse, Gwen Verdon e il produttore Richard Fryer diventano i nuovi proprietari dei diritti. Bob decide immediatamente di coinvolgere Fred Ebb e John Kander, gli autori di Cabaret. Anche Bob collabora al libretto, mentre i due autori scrivono le canzoni. Accentuano i caratteri di vaudeville, rendendo ancora più evidente come la giustizia possa diventare uno spettacolo. I personaggi sono ancora più caricaturali di quelli di Watkins e la denuncia ancora più netta.Chicago: A Musical Vaudeville debutta il 3 giugno 1975 al 46th Street Theatre. Naturalmente Gwen Verdon è Roxie Hart, mentre Chita Rivera è Velma Kelly e Jerry Orbach l’avvocato Billy Flynn. Chita è una delle grandissime di Broadway: è stata la prima Anita di West Side Story; dieci volte nominata al Tony e tre vittorie. Jerry ha debuttato a Broadway nella prima edizione di The Threepenny Opera e avrà una lunga e fortunata carriera a teatro, al cinema e in televisione: sarà il detective Lenny Briscoe in quasi trecento episodi di Law & Order. Un grande regista e coreografo, un magnifico cast, splendide canzoni: Chicago dovrebbe essere un successo, ma non è così. Quell’anno esce anche A Chorus Line e sia il pubblico che la critica preferisce decisamente il musical scritto da Marvin Hamlisch e Edward Kleban, che vince ben nove Tony, mentre Chicago nemmeno uno. Un critico definisce lo spettacolo “cinico e sovversivo”, probabilmente ha ragione, ma è anche la ragione per cui poi sarebbe stato così amato. Inoltre a fine luglio Gwen deve essere operata alla gola, il produttore pensa che a quel punto sia meglio chiudere lo spettacolo: Liza Minnelli si offre di sostituire l’amica e dall’8 agosto al 13 settembre interpreta Roxie. Le repliche sono in tutto 936: alla fine, grazie anche all’intervento della Minelli, non è un fiasco, ma neppure il successo sperato. Per Gwen quello di Roxie sarà l’ultima interpretazione a Broadway. Si dedicherà al cinema: sarà Tish Dwyer in The Cotton Club di Francis Ford Coppola, la madre di Alice nel film di Woody Allen, la zia di Meryl Streep e Diane Keaton in La stanza di Marvin. Sono piccoli ruoli che Gwen illumina con la sua bravura. Poi continua ad aiutare Bob. Collabora alle coreografie del musical Dancin’ e del film autobiografico All That Jazz del 1979. In quel film Leland Palmer interpreta un personaggio basato essenzialmente su di lei. E continua a fare quello che ha sempre fatto, insegna a ballare. Anche alla nuova compagna di Bob, Ann Reiking. Quando Bob Fosse muore nel 1987, è naturalmente Gwen che ne cura l’eredità artistica.

Il giorno successivo all’assoluzione Beulah Annan annuncia che intende lasciare il povero Al. Dichiarerà poi che è stato a lui ad abbandonarla. Nel 1927 sposa un pugile, Edward Harlib, che lascia dopo tre mesi, accusandolo di essere violento. Nell’accordo di divorzio Beulah ottiene cinquemila dollari. Ma ormai il pubblico si sta dimenticando di lei. Il 10 marzo 1928, a soli ventotto anni, muore di tubercolesi al Chicago Fresh Air Sanatorium, dove è stata ricoverata con il nome Beulah Stephens. La salma viene riportata nel Kentucky. La sua lapide, nel cimitero della chiesa presbiteriana di Mount Pleasant Cumberland, ha la data di morte sbagliata.

Maurine Watkins deve iscriversi a Yale, perché è in quel college che il professor Baker ha portato i suoi corsi di drammaturgia. E come primo esercizio di uno dei laboratori scrive una commedia in cui racconta la vicenda di due donne che vengono assolte nonostante abbiano commesso un omicidio. Beulah Annan diventa Roxie Hart, mentre Belva Gaertner Velma Kelly, Albert Annan diventa Amos Hart, mentre gli avvocati difensori vengono combinati nel personaggio Billy Flynn. Il copione arriva a un produttore di Broadway che decide di mettere in scena quella commedia. La stella Jeanne Eagels, che dopo aver esordito come una ballerina di Ziegfeld è diventata una famosa attrice teatrale e dei primi anni del cinema sonoro, viene ingaggiata per il ruolo di Roxie Hart. Jeanne pretende il licenziamento del regista Sam Forrest, che viene sostituito da un giovane George Abbott, all’inizio della sua lunga carriera. Nonostante questo l’attrice lascia la commedia durante le prove e viene frettolosamente rimpiazzata da Francine Larrimore. Chicago debutta a Broadway ed è un successo: rimane in cartellone per 172 repliche e subito dopo inizia la tournée negli Stati Uniti, con un allora sconosciuto Clark Gable nel ruolo di Amos. Nel 1927 Cecil B. DeMille produce un film muto in cui Roxie è Phyllis Haver, una attrice del Kansas che ha debuttato nel cinema come una delle Sennett Bathing Beauties, le belle ragazze che in “scandalosi” costumi da bagno dell’epoca, girano brevi cortometraggi che precedevano i film. Nel 1942 questa storia diventa un film dal titolo Roxie Hart, con protagonista Ginger Rogers. Ma è già in vigore il Codice Hays e quindi la storia è completamente riscritta: in questa versione Roxie non ha ucciso nessuno, ma dice di averlo fatto solo per per farsi pubblicità.Maurine scrive altre venti opere teatrali, ma nessuna ha il successo di Chicago. Si trasferisce a Hollywood e scrive sceneggiature: la migliore è quella del film del 1936 La donna del giorno con William Powell e Myrna Loy. Il suo stile appare troppo datato e le sue sceneggiature vengono via via scartate. Nel 1941 si trasferisce in Florida, in fondo Chicago l’ha resa milionaria.
Il 14 novembre 1996, al Richard Rodgers Theatre – come si chiama ormai il 46th Street theatre – va in scena una nuova produzione di Chicago. David Thompson adatta la sceneggiatura, Walter Bobbie cura la regia, mentre Ann Reinking la coreografia, cercando di rimanere il più fedele possibile allo stile di Bob Fosse e Gwen Verdon. La scenografia, scarna ed essenziale, prevede che la band sia al centro della scena, come fosse una giuria, e attorno a essa si muovono gli attori, che, quando non sono coinvolti nell’azione rimangono in scena, seduti in sedie disposte lungo il palco. Ann è Roxie, Bebe Neuwirth Velma, James Naughton Billy Flynn, mentre per la parte di Amos viene ingaggiato il grande Joel Grey. È finalmente un grande successo: i critici sono entusiasti, lo spettacolo vince sei Tony. Le repliche sono ormai più di novemila e Chicago ha il record per il revival musicale più longevo a Broadway. Un successo a cui ha contribuito il film del 2002 diretto da Rob Marshall con Renée ZellwegerCatherine Zeta Jones e Richard Gere.

Beulah non ne voleva proprio sapere di rimanere a Owensboro.

Come on, babe
Why don’t we paint the town?

se avete tempo e voglia, qui trovate quello che scrivo…

Di Luca Billi

Luca Billi, nato nel 1970 e felicemente sposato con Zaira. Dipendente pubblico orgoglioso di esserlo. Di sinistra da sempre (e per sempre), una vita fa è stato anche funzionario di partito. Comunista, perché questa parola ha ancora un senso. Emiliano (tra Granarolo e Salsomaggiore) e quindi "strano, chiuso, anarchico, verdiano", brutta razza insomma. Con una passione per la filosofia e la cultura della Grecia classica. Inguaribilmente pessimista. Da qualche tempo tiene il blog "i pensieri di Protagora" e si è imbarcato nell'avventura di scrivere un dizionario...

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