Proclamata il 15 novembre 1983, la Repubblica Turca di Cipro del Nord è uno stato de facto non riconosciuto dalla comunità internazionale, ad eccezione della Turchia. La dichiarazione d’indipendenza del 1983 venne infatti respinta tanto dalla Repubblica di Cipro, lo stato riconosciuto internazionalmente, quanto dalle Nazioni Unite. Da allora, la politica di Cipro Nord è stata caratterizzata da un tira e molla di avvicinamenti con il governo meridionale di Nicosia alternati a fasi di maggior coesione con Ankara, che con la sua presenza militare garantisce l’esistenza stessa dell’autoproclamata repubblica.

Nel 2015, l’elezione di Mustafa Akıncı alla presidenza aveva aperto una fase di possibile riconciliazione tra i due stati ciprioti. Akıncı si era infatti candidato come esponente apertamente favorevole alla riunificazione dell’isola e ad un rapporto amichevole ma non sottomesso nei confronti della Turchia. Ciò ha reso il presidente di Cipro Nord particolarmente inviso al leader turco Recep Tayyip Erdoğan, che invece vorrebbe utilizzare la testa di ponte cipriota per sostenere le proprie politiche espansionistiche nel Mediterraneo orientale. In seguito alla propria elezione, Akıncı ha dato il via ai negoziati per la riunificazione con il presidente della Repubblica di Cipro, Nikos Anastasiadīs.

Nonostante le buone intenzioni dei due presidenti ciprioti, i negoziati fra le parti non hanno portato a risultati tangibili, anche per via dell’ostracismo di Ankara. I colloqui sono dunque stati interrotti nel 2017, sancendo il fallimento della linea di Akıncı. Più di recente, come noto, la Turchia ha sfruttato la propria presenza sull’isola di Cipro per mettere in pratica le proprie politiche aggressive nel Mediterraneo orientale, suscitando le ire tanto della Repubblica di Cipro quanto quelle della Grecia.

Le elezioni presidenziali, organizzate su due turni l’11 ed il 18 ottobre, hanno visto Akıncı ricandidarsi per un secondo mandato con il sostegno del Partito della Democrazia Socialista (Toplumcu Demokrasi Partisi, TDP). Il presidente uscente ha più volte denunciato le interferenze del governo turco nel corso della campagna elettorale, con Ankara che invece non ha nascosto la propria preferenza per Ersin Tatar, primo ministro in carica e candidato del Partito di Unità Nazionale (Ulusal Birlik Partisi, UBP), di ispirazione conservatrice e favorevole alla linea dura nei confronti della Repubblica di Cipro. Oltre al sostegno politico nei confronti di Tatar, anche i mass media turchi hanno dato vita ad una campagna denigratoria nei confronti di Akıncı per tutte le settimane precedenti le elezioni.

Il 6 ottobre 2020, a cinque giorni dalle elezioni, il candidato Ersin Tatar è volato ad Ankara su invito speciale del presidente turco Recep Tayyip Erdoğan. In quest’occasione, Tatar ha annunciato che la città fantasma di Varosha, che era stata blindata durante il conflitto del 1974 dopo la fuga della sua popolazione greco-cipriota, sarebbe stata parzialmente riaperta l’8 ottobre. Tale iniziativa ha ricevuto la condanna di Josep Borrell, alto rappresentante dell’Unione Europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza, del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e della Russia, in quanto rappresenterebbe una violazione delle decisioni dell’ONU su Varosha. Il presidente Akıncı, a sua volta, ha denunciato la riapertura di Varosha come mossa elettorale, ed ha dichiarato questa vicenda rappresenta “una macchia nera sulla democrazia turco-cipriota“, affermando che ha costituito “l’ennesimo sviluppo nell’interferenza con le nostre elezioni solo per conferire vantaggio a un candidato“.

La decisione sulla riapertura di Varosha ha causato anche la fuoriuscita dal governo del Partito Popolare (Halkın Partisi, HP), precedentemente alleato del Partito di Unità Nazionale a sostegno del governo Tatar. Kudret Özersay, vice primo ministro, ministro degli Affari esteri e leader dei popolari, nonché a sua volta candidato per le presidenziali, ha affermato di non essere a conoscenza della riapertura ed ha denunciato che tale decisione non poteva essere presa senza prima aver consultato il Consiglio dei Ministri. In questo modo, a pochi giorni dalle elezioni, il governo Tatar si è trovato in minoranza.

Nonostante questo, Ersin Tatar ha ottenuto il suo vero obiettivo, ovvero quello di essere eletto alla presidenza, per la gioia di Ankara. Al primo turno, infatti, il candidato del Partito di Unità Nazionale ha ottenuto il 32.35% delle preferenze, precedendo il presidente uscente Akıncı (29.84%). I due sono così andati al secondo turno, a discapito di altri candidati come Tufan Erhürman (21.68%) del Partito Repubblicano Turco (Cumhuriyetçi Türk Partisi, CTP) ed il già citato Özersay (5.74%), grande deluso di questa tornata. Al secondo turno, poi, Tatar ha leggermente aumentato il proprio margine di vantaggio, ottenendo il 51.69% dei consensi contro il 48.31% di Akıncı (una differenza di poco più di quattromila schede).

Nel discorso tenuto dopo la pubblicazione dei risultati, Tatar ha ringraziato l’elettorato turco-cipriota, che lo ha eletto “per libero arbitrio“, nonché i partiti politici che lo hanno sostenuto al secondo turno, “la madrepatria Turchia” e il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan, ammettendo implicitamente il ruolo svolto da Ankara nella sua elezione. Tatar ha promesso un rafforzamento delle relazioni con la Turchia, ed ha immediatamente ricevuto le congratulazioni del presidente turco Erdoğan e del ministro degli esteri Mevlüt Çavuşoğlu. Lo sconfito Akıncı ha ribadito “questa non è stata un’elezione condotta in circostanze normali” ed ha annunciato la fine della propria carriera politica all’età di settantadue anni.

Reazioni tutt’altro che positive sono arrivate anche dalla parte meridionale dell’isola di Cipro, dove il partito comunista AKEL (Ανορθωτικό Κόμμα Εργαζόμενου Λαού; traslitterato: Anorthotikó Kómma Ergazómenou Laoú; tradotto: Partito Progressista dei Lavoratori) ha definito il risultato elettorale delle presidenziali di Cipro Nord come uno “sviluppo negativo“, ma ha aggiunto che “la parte greco-cipriota deve rimanere impegnata e coerente nel riprendere i negoziati dal punto in cui si erano interrotti“.

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Giulio Chinappi – World Politics Blog

Di Giulio Chinappi - World Politics Blog

Giulio Chinappi è nato a Gaeta il 22 luglio 1989. Dopo aver conseguito la maturità classica, si è laureato presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma, nell’indirizzo di Scienze dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale, e successivamente in Scienze della Popolazione e dello Sviluppo presso l’Université Libre de Bruxelles. Ha poi conseguito il diploma di insegnante TEFL presso la University of Toronto. Ha svolto numerose attività con diverse ONG in Europa e nel Mondo, occupandosi soprattutto di minori. Ha pubblicato numerosi articoli su diverse testate del web. Nel 2018 ha pubblicato il suo primo libro, “Educazione e socializzzione dei bambini in Vietnam”, Paese nel quale risiede tuttora. Nel suo blog World Politics Blog si occupa di notizie, informazioni e approfondimenti di politica internazionale e geopolitica.

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