L’ex presidente boliviano Evo Morales ha dichiarato che “le sei Federazioni del Trópico de Cochabamba mi stanno chiedendo di ritornare in Bolivia l’11 novembre prossimo”, ad un anno esatto dalla sua partenza per l’estero, prima in Messico e poi in Argentina, dopo l’annullamento delle elezioni presidenziali del 2019 in cui era stato riconfermato per un quarto mandato. In una intervista diffusa oggi dal portale russo Sputnik in spagnolo, l’ex capo dello Stato ha aggiunto che una simile richiesta gli è pervenuta anche dalla Confederazione sindacale unica dei lavoratori contadini della Bolivia, di cui è membro. “Il suo massimo dirigente – ha detto – che è il compagno Jacinto Herrera desidera che io ritorni il più presto possibile, e comunque entro l’11 novembre”. La questione è ancora in discussione, ha indicato, “ed in ogni modo la Confederazione è l’organismo incaricato di preparare il mio rientro in Patria”.
Sabato è circolata la notizia che Morales era partito per il Venezuela, ma da allora della città o Nazione in cui si trova non si è saputo nulla di certo. E neppure ieri, giorno del suo compleanno. A Caracas la tv statale Vtv ha trasmesso una intervista in cui il leader del Movimento al socialismo (Mas) è apparso in video. Inoltre il presidente Nicolás Maduro ha dichiarato di averlo incontrato, ma non ha mostrato nulla che provasse l’evento. Nelle sue dichiarazioni e nei tweet odierni, Morales non ha fatto menzione a viaggi ed ha solo rivelato di avere, a partire dalle ore 00,01 boliviane, ricevuto moltissimi messaggi di buon compleanno, di cui è riconoscente. La buona notizia per lui è stata che un giudice di La Paz ha annullato l’ordine di cattura che era stato emesso nei suoi confronti per una accusa di terrorismo, una decisione che apre materialmente la strada per il suo possibile