Una partecipazione massiccia all’appuntamento indetto dai movimenti sociali. La piazza strappa la possibilità di sfilare in corteo. Qualche scontro con la polizia e una carica

Oltre tremila persone hanno manifestato ieri a Roma, sfilando da piazza Indipendenza al quartiere di San Lorenzo per chiedere misure sociali universali e adeguate alla crisi in corso. Soprattutto in vista di un nuovo lockdown. La mobilitazione ha superato nei numeri tutte le recenti iniziative dei neofascisti romani messe insieme.

Intorno alle 18 collettivi e singoli manifestanti hanno iniziato ad affluire nel luogo del concentramento, sotto il grande palazzo sgomberato con violenza nel luglio 2017 e da allora lasciato vuoto. Intorno alla piazza un clima spettrale: silenzio, negozi chiusi, traffico interrotto e ovunque luci blu della polizia. Ingente lo schieramento di forze dell’ordine, con almeno 20 blindati della celere, un idrante, un elicottero, mezzi attrezzati con le reti di contenimento e decine di uomini.

«È il momento di un reddito universale e strutturale», dicono dal microfono. E ancora: «Se dobbiamo restare a casa sono necessarie garanzie sociali per tutti adeguate alla crisi che stiamo vivendo. Non bastano le briciole del primo lockdown». In piazza ci sono disoccupati, precari, studenti e lavoratori dei settori già colpiti dalle chiusure.

Con loro sindacati di base, partiti della sinistra, spazi sociali e movimenti di lotta per la casa, presenti in forze per rivendicare l’urgenza di proteggere il diritto di ciascuno ad avere un tetto sulla testa e di cancellare l’art. 5 del decreto Lupi che, persino durante una pandemia, impedisce gli allacci di luce, acqua e gas nei palazzi occupati. Uno striscione dice: «Caravaggio non si sgombera». L’occupazione è in cima alla lista delle azioni di forza che il nuovo prefetto Matteo Piantedosi, ex capo di gabinetto di Matteo Salvini al Viminale, vorrebbe intraprendere.

Dal microfono le rivendicazioni che vengono scandite con più frequenza sono: reddito universale, investimenti massicci nella sanità pubblica e patrimoniale. Parole d’ordine che dopo lo scoppio della pandemia hanno rapidamente travalicato lo steccato delle rivendicazioni di movimento per occupare il centro del dibattito politico e diventare esigenze condivise in senso molto largo. «La crisi la paghino i ricchi», è scritto su uno striscione. «Per i ricchi patrimoniale, per tutte/i reddito universale», un altro.

Le pressioni dei manifestanti ottengono la possibilità di sfilare in corteo, nonostante in questa fase le manifestazioni in movimento siano teoricamente vietate. Da piazza Indipendenza si costeggia la biblioteca nazionale, poi la città universitaria, fino al quartiere di San Lorenzo. Durante il percorso la rabbia dei manifestanti si dirige contro i blindati della polizia e gli agenti. All’altezza dell’università c’è un lancio di oggetti più fitto. Una carica spezza in due il corteo. Ma la divisione dura soltanto pochi minuti e presto i manifestanti si ricongiungono per proseguire insieme il percorso.

Foto di copertina e interna di Daniele Napolitano

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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