Pino Solanas


Francesco Cecchini


Il 6 novembre è morto a Parigi di Covid-19 Pino Solanas. Aveva 84 anni. Era Parigi come ambasciatore dell’ Argentina presso l’ Unesco. Il Ministro degli Esteri dell’ Argentina Felipe Solá ha dichiarato: Sarà ricordato per la sua arte, per il suo impegno politico e per l etica messa a disposizione del suo paese. Sottolineando così il suo impegno politico e sociale, anche con l’ arte cinematografica. Fondò infatti il cinema politico in Argentina.
Va salutato con le stesse parole con quali salutò il suo amico Eduardo Pavlovsky: “Uno dei più grandi se ne è andato, ha contribuito con un’opera monumentale, se ne è andato un rivoluzionario”.
LA HORA DE LOS HORNOS. L’ ORA DEI FORNI.
Il documentario La hora de los hornos è considerato l’ opera prima di Pino Solanas, che tra il 1966 e 1968 lo filmò in clandestinità durante la dittatura di Juan Carlos Ongana, con Octavio Getino. Octavio Getino non realizzò più film, ma diresse l Instituto Nacional de Cinematografía dal 1989 al 1990 e continuò la sua attività di scrittore e teorico di cinema. Pino Solanasa fu uno dei promotori della del Ley de Cine dalla quale nacque l Instituto Nacional de Cinematografía. Nella fase preparatoria partecipò anche Gerardo Vallejo che assieme a Solanas e Getino fondò il Collettivo Cine Liberación che oltre a teorizzare il terzo cinema, non d’ autore o hollywoodiano, ma guerrigliero nelle lotte di liberazione in America latina e nel mondo, produsse La hora de los hornos.
La presentazione ufficiale del documentario ebbe luogo in Italia nel giugno del 1968 alla Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro, dove vinse il premio della critica ed ottenne un grande successo di pubblico.
Il regista cileno Patricio Guzmán, il grande , ha dichiarato: Da La hora de los hornos tutto è cambiato per il cinema documentario…”
La hora de los hornos fu importante per l’impulso che diede al cinema politico e militante latinoamericano, che in quel momento cominciava ad esprimersi in diversi paesi.
Durante le riprese, nell’ ottobre 1968, fu assassinato in Bolivia Ernesto Che Guevra. Il documentario fu a lui dedicato e vi appare una sua immagine morto e con il volto tumefatto.

L’ immagine del volto del Che assassinato


Nelle quasi quattro ore e mezzo il documentario è suddivise nei capitoli Neocolonialismo y violencia; Acto para la liberación, a sua volta diviso in due parti Crónica del peronismo (1945-1955) e Crónica de la resistencia (1955-1966); infine Violencia y liberación,
Il link con il documentario completo La hora de los hornos, in lingua originale, è il seguente:

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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