Brahim Ghali (ECSaharawi.com)


Francesco Cecchini


Brahim Ghali, eletto da poco segretario del Fronte Polisario e presidente della Repubblica Araba Saharawi Democratica (Rasd), in una intervista a “Il Manifesto” a inizio 2020, aveva affermato che i saharawi avevano perso la pazienza e avrebbero usato tutti i mezzi legittimi per raggiungere i propri obiettivi, senza escludere la lotta armata. Però è stato il Marcocco a riprendere per primo la lotta armata. Venerdì 13 novembre, il Marocco ha violato l’accordo di cessate il fuoco inviando l’ esercito contro i civili saharawi che dal 21 ottobre manifestavano pacificamente a Guerguerat per impedire quel passaggio illegale attraverso il quale il Marocco pratica il saccheggio delle risorse naturali del Sahara Occidentale. Inotre i manifestanti chiedevano il referendum per l’ autonomia. Il 1 novembre il Consiglio di Sicurezza dellOnu ha rinnovato il mandato della missione Minurso, senza fare riferimento al referendum.
Secondo lagenzia di stampa saharawi Wesa Times gli scontri non hanno provocato vittime, sono durati circa 35 minuti e sono per il momento interrotti. La situazione rischia però di peggiorare velocemente.
Il Fronte Polisario ha dichiarato in un comunicato Loperazione, considerata una flagrante violazione dellaccordo, costituisce un attacco diretto contro il popolo saharawi e pone questultimo e il suo movimento di liberazione nazionale, il Fronte Polisario, nella posizione di legittima difesa della sovranità e dellintegrità territoriale del Rasd. Il Fronte Polisario e il Governo Saharawi ritengono il Regno del Marocco pienamente responsabile di tutte le pericolose conseguenze di questo attacco alla sicurezza e stabilità della regione, e del futuro dellAccordo di Pace che da anni è bloccato a causa del mancato rispetto del referendum sullautodeterminazione, che è l unico patto e accordo firmato tra le parti sotto la doppia supervisione delle Nazioni Unite e dellUnione Africana.
Importante in Italia è quanto Rifondazione Comunista-Sinistra Europea e Giovani Comunisti hanno diffuso il 13 nov 2020, il giorno stesso dell’ attacco militare:
FERMIAMO L’ AGRESSIONE MILITARE DEL MAROCCO CONTRO IL POPOLO SAHARAWI.
Nella mattina di oggi, 13 novembre, le forze militari del Marocco hanno attaccato civili inermi della Repubblica Araba Democratica del Sahara Occidentale presso la zona di confine di Guerguerat. I civili erano riuniti per manifestare contro le forze doccupazione marocchine e contro il muro della vergogna che separa i due Paesi. I militari marocchini hanno colto loccasione per rispondere con la forza, dopo giorni di tensioni accumulatesi al confine. La fragile tregua che ha retto per 29 anni è stata così violata dal Marocco che ha innescato il conflitto armato di queste ore. Ricordiamo che il Sahara Occidentale, la cui lotta e resistenza è spesso ignorata dai media italiani, rappresenta lultimo baluardo del colonialismo novecentesco in Africa. Per secoli sotto il dominio spagnolo, nel 1975 la Spagna promise la spartizione della provincia a Marocco e Mauritania. Il popolo Saharawi insorse sotto la guida del Fronte Polisario, riuscendo a controllare una buona parte di territorio e a proclamare la nascita della Repubblica Araba Democratica Saharawi nel 1976. Da allora, la lotta dei nostri compagni e delle nostre compagne del Fronte Polisario per lindipendenza e lautodeterminazione non si è mai arrestata, neppure dopo il cessate il fuoco del 1991 a causa dell occupazione da parte delle forze marocchine. Esprimiamo tutta la nostra solidarietà e vicinanza al popolo Saharawi, al Fronte Polisario e alla gioventù dellUjsario. Condanniamo fermamente le provocazioni e lattacco delle forze armate del Marocco ai danni dei civili e della Repubblica del Sahara Occidentale. Il governo italiano prenda posizione contro lintervento armato da parte del Marocco. Le Nazioni Unite ristabiliscano immediatamente il cessate il fuoco e la missione di pace presente nel Sahara Occidentale adempia al suo dovere di stabilire una data un referendum che garantisca lautodeterminazione del popolo Saharawi. Rifondazione Comunista aderisce infine alla richiesta del Movimento italiano di solidarietà con il popolo Saharawi di dare vita ad una campagna internazionale per il rilascio dei prigionieri politici del Sahara Occidentale.

Bandiera del Fronte Polisario e della Repubblica Araba Saharawi Democratica (Rasd).

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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