Piazza San Marco l’ otto dicembre 2020


Francesco Cecchini


MOSE, Modulo Sperimentale Elettromeccanico, una storia infinita. 17 anni e 6 miliardi e mezzo di euro dopo, il Mose affondato, come la città che dovrebbe salvare, in una serie infinita di scandali, corruzione, sprechi, ancora fallisce.
Martedì 8 dicembre a Venezia c è stata acqua alta e le barriere del MOSE, il sistema di dighe attivo da ottobre dopo anni di lavori e prove, non sono entrate in funzione.
Il seguente video racconta il capoluogo del Veneto sommerso dall’ acqua che ha raggiunto il picco di 145 cm sopra il livello del mare.


La giustificazione ufficiale è stata che il MOSE progettato per funzionare quando le alte maree raggiungono 1,3 metri non si è attivato perché si prevedeva che la marea di martedì sarebbe salita solo a 1,2 metri. Non si tratta solamente di un errore di previsione, anche se San Marco va sotta’ acqua con una marea di 85 cmm
Le vicende degli ultimi giorni portano ancora una volta alla luce gli interrogativi dell’ utilità e l’ efficienza del Mose a Venezia.
L’ articolo di Andreina Zitelli, Consulente ambientale in procedure e risoluzione dei conflitti, ex Professore presso Università degli Studi di Padova ed ex Professore presso Università Iuav di Venezia pubblicato l 10 dicembre scorso da Il Manifesto con il significativo titolo, ” La città sommersa è il fallimento del MOSE”
https://ilmanifesto.it/venezia-sommersa-e-il-fallimento-del-mose/
fa chiarezza politicamente corretta sulla vicenda.
Andreina Zitelli ribadisce quello affermato da molto tempo, ricordando anche l’ opposizione dell’ ex sindaco di Venezia, contrario al MOSE. La paratoie sono solo laspetto più visibile. Linadeguatezza dellopera sta nel fatto che è rigida su un ambiente dinamico come la laguna. Non tiene conto dellinnalzamento del mare causato dai cambiamenti climatici, ad esempio. Anche se oggi le paratoie si alzano, non sappiamo se lo faranno domani. Non sappiamo come reagirebbero in caso di maree eccezionali o brutto tempo. Teniamo presente che il MOSE non ha ancora un progetto esecutivo. I lavori sono andati avanti per stralci. E senza mai tener conto della corrosione marina, delle incrostazioni biologiche. Gli ambientalisti sottolineavano che i fautori del MOSE non hanno tenuto conto dellimpatto dell opera sull ambiente. E avevano ragione. Ma non hanno tenuto conto neppure dell impatto dell ambiente sullopera. Che si alzino o no le paratoie, il MOSE non è pronto. E non sarà certamente lui a difendere Venezia dalle acqua alte. Il MOSE giacerà abbandonato sul fondo della laguna e un governo che dovesse provvedere alla salvaguardia della città dovrà fare i conti con un grattacielo di cemento dismesso e piantato nelle parte più delicata della laguna come le bocche di porto
E conclude sottolineando che l Unesco, nel suo ultimo rapporto rileva che lo Stato italiano rischia l iscrizione di Venezia nella Black List.

Andreina Zitelli, redattrice del parere Via negativo sul MOSE nel 1998

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

Un pensiero su “VENEZIA, IL MOSE A VOLTE VA SU E A VOLTE RESTA GIU’.”
  1. ci sono problematiche che il mose crea/non risolve, alcune erano state preannunciate dai critici; ma bisogna avere un approccio neutrale nell’esporre i fatti; il mose ora si alza in previsioni di maree superiori a 130 cm.. senza alcun dovere. Era stato progettato per essere attivato – da finito – nemmeno 10 volte l’anno (si supponeva allora che maree superiori a 110 centimetri avrebbero continuato ad essere rare) con una conca a permettere il funzionamento del porto anche in tali frangenti; quindi ora – che ancora non è finito, compiutamente testato e collaudato (e la conca è fuori uso) – chi pretende venga attivato nelle modalità “opera finita” forse dovrebbe fare un ragionamento di questo tipo: se io progetto/dimensiono/costruisco un’opera per funzionare al massimo 10 volte all’anno, questa potrà essere attivata invece quasi 30? (perchè ora pare che le maree superiori ai 110 cm siano circa 30 all’anno… poi vedremo) il ciclo di controlli/manutenzione, sarà sostenibile per 30 attivazioni all’anno come per 10, oppure no? A meno che il mose – robustezza/durevolezza dei materiali, procedure – sia stato sovradimensionato di 3 volte, la risposta dovrebbe essere no… e fate caso che se invece fosse stato veramente sovradimensionato di 3 volte, allora si sarebbe gridato allo “sperpero triplo”.

    inoltre: se si realizzare il triste scenario del mose dismesso per motivi x, lasciando il suo cemento sui fondali delle bocche di porto, per l’ambiente sarebbe tutt’altro che un problema: quel cemento offrirebbe una resistenza all’impeto delle maree, evitando che quei fondali diventino ancora più profondi, evitando quindi una reazione a catena velocità maree-erosione fondali bocche di porto. Inoltre, a Malamocco scoraggerebbe le pressioni del porto che altrimenti tra pochi anni chiederebbero di scavare per far entrare in laguna navi con pescaggio ancora maggiore, con tutti i conseguenti scavi in laguna.

    ..problemi ce ne sono, evitiamo di fraintenderli, e di vederne anche dove mancano.

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