Visitors line a corridor in the Daniel K. Inouye International Airport as they enter the state, Thursday, Oct. 15, 2020, in Honolulu. A new pre-travel testing program will allow visitors who test negative for COVID-19 to come to Hawaii and avoid two weeks of mandatory quarantine goes into effect Thursday. The pandemic has caused a devastating downturn on Hawaii's tourism-based economy. Coronavirus weary residents and struggling business owners in Hawaii will be watching closely as tourists begin to return to the islands. (AP Photo/Marco Garcia)

riceviamo e pubblichiamo

di Franco Astengo

Segnalare la conclusione di questo 2020 non può semplicemente significare un atto dovuto, di consuetudinaria “routine”.

Questa volta registrare “l’inedito” si è rivelata un’espressione concreta e definire il futuro “incerto” la sola possibilità che ci rimane.

Nell’improvvisa emergenzialità di questi giorni si stenta a trovare il bandolo della matassa di una riflessione che consenta di interpretare al meglio i comportamenti politici e quelli sociali.

Si sta rischiando di smarrire il senso delle proporzioni sul piano dell’assunzione di responsabilità in pubblico e nel privato.

Soprattutto è emersa con grande chiarezza la strutturalità di un peso sproporzionato della comunicazione di massa sugli orientamenti sociali:un frutto immediato questo del fenomeno dell’analfabetismo di ritorno e della chiusura soggettiva nel recinto della “paura”.

“Paura” tanto solleticata e accarezzata al fine di mortificare la democrazia.

Si sta presentando il conto dell’avere delegato alla comunicazione la tessitura necessariamente faticosa della trama di relazione tra istituzioni e società.

In questo modo si sono sovrapposte le esigenze di esprimere sottovalutazione o allarmismo e, ancora una volta, le volontà di propaganda del mercato (finanziario, della “reclame” politica, della vendita di illusione mediatica, del mantenimento dei livelli dettati dal consumismo in tutti i suoi aspetti) ha finito con il prevalere sull’analisi possibile della ricerca di una “razionalità dell’essere”.

Ci troviamo davanti a una vera e propria “distorsione della conoscenza” collegata all’imposizione di mantenere un modello di società profondamente ingiusto e sbagliato.

La necessità più urgente è allora quella di riaprire il conflitto per una “riapertura della storia”.

Oggi viviamo in una società sfibrata dall’individualismo.

Una società in confusione nella conoscenza e anche nella morale, che non riconosce più i soggetti capaci di costruire il senso di comunità nell’insieme dei rapporti sociali.

A questo modo si determina una debolezza congenita nei livelli di decisionalità politica laddove il “popolo” tanto invocato non comprende più la differenza reale tra i diritti e i bisogni e si trasforma esso stesso nell’agente del caos:non è questione di decisionismo ma di diffusione culturale e di visione del futuro

Di AFV

Ancora Fischia il Vento è per un’altra informazione, una voce che prova a dare parola a chi parola non ne ha. Noi siamo contro il pensiero unico che ogni giorno ci viene propinato, e vogliamo, nel nostro piccolo, contribuire alla lotta per un’informazione d’alternativa.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.
Attenzione: alcune funzionalità di questa pagina potrebbero essere bloccate a seguito delle tue scelte privacy