Silvia Ribeiro

Sono trascorsi già dieci anni da quando decine di migliaia di persone impegnate nei movimenti per la giustizia climatica si riunirono a Cochabamba, in Bolivia, per la Conferenza Mondiale dei Popoli sul Cambiamento Climatico e i Diritti della Madre Terra. È stato lì che ha preso il via la campagna “Non manipolate la Madre Terra”, tra le espressioni più efficaci dell’opposizione all’avanzata della geoingegneria, o ingegneria climatica, quell’insieme di metodi e tecnologie spacciato da divulgatori scientifici privi di scrupoli come il principale mezzo per arrestare gli effetti nefasti delle alterazioni del clima. Su queste pagine ne abbiamo parlato molto spesso, perché consideriamo il rischio denunciato dalle 200 organizzazioni dei 5 continenti che hanno dato vita alla campagna una minaccia concreta e di proporzioni devastanti. Ora, di nuovo c’è l’annuncio che il progetto dell’Università di Harward per manipolare il clima attraverso la geoingegneria solare, finanziato da miliardari e fondazioni private statunitensi, farà un esperimento a cielo aperto. La sede prescelta, visti gli ostacoli derivanti dalla pandemia negli Usa, è il cielo sopra la città svedese di Kiruna, a nord del circolo polare artico, che è in realtà un territorio indigeno della popolazione Sami, quello che esprime la cultura più antica del Nordeuropa. Silvia Ribeiro spiega perché questa falsa soluzione (che serve, in primo luogo, a fornire alibi per continuare a fare danni) non fornisce alcun vantaggio se non a chi investe in modo sempre più irresponsabile sull’ennesimo business. Può invece aggravare notevolmente lo stato delle cose, mettendo a rischio le fonti di acqua e di cibo per miliardi di persone che vengono considerate meno importanti di altre

foto: https://www.facebook.com/stopgeoengineering1/

Il 15 dicembre 2020, SCoPEx [Stratospheric Controlled Perturbation Experiment – Esperimento di Perturbazione Stratosferica Controllata], un progetto avviato dall’Università di Harvard per fare dei passi avanti nella manipolazione del clima per mezzo della geoingegneria solare e finanziato da miliardari e fondazioni private statunitensi, ha annunciato la pianificazione di un esperimento a cielo aperto in Svezia, nonostante l’opposizione globale a questa tecnologia da parte di ambientalisti, popoli indigeni e sostenitori della giustizia climatica. Hanno intenzione di farlo a Kirunanel territorio indigeno del popolo Sami.

SCoPEx è uno dei progetti a cui si oppone la campagna globale contro la geoingegneria «Giù le mani dalla Madre Terra!», che ha raccolto l’adesione di 200 organizzazioni di cinque continenti, fra le quali ci sono reti internazionali come La Via Campesina, la Rete Ambientale Indigena, l’Alleanza per la Giustizia Climatica, Amici della Terra International, la Marcia Mondiale delle Donne e l’Alleanza per la Biodiversità in America Latina.

La geoingegneria è un insieme di tecnologie che comportano forti impatti collaterali, ambientali e sociali. Per questo la Convenzione delle Nazioni Unite sulla Diversità Biologica [CBD, dall’inglese Convention on Biological Diversity] ha stabilito nel 2010 una moratoria contro il loro rilascio, con il consenso dei suoi 196 paesi membri. Vengono permessi esperimenti di piccola scala a determinate condizioni, che finora nessun progetto ha soddisfatto. Gli Stati Uniti non fanno parte della CBD. Come SCoPEx, la maggior parte della promozione e della ricerca nel campo della geoingegneria proviene per l’appunto da questo paese.

La geoingegneria solare si propone di riflettere o bloccare parte dei raggi solari che raggiungono la terra, per abbassare la temperatura. Si vuole ad esempio imitare l’effetto delle eruzioni vulcaniche iniettando solfati in nuvole artificiali nella stratosfera. Alla scala che sarebbe necessaria per abbassare la temperatura globale, ciò provocherebbe perturbazione dei monsoni in Asia e siccità in Africa e in America Latina, mettendo a rischio le fonti di acqua e di cibo di due miliardi di persone.[1]

La popolazione Sami, spesso definita in modo impreciso “lappone”, è suddivisa tra Norvegia, Svezia, Finlandia e Russia non avendo mai avuto uno status politico indipendente. Ha grandi tradizioni nell’allevamento delle renne. Foto Wikimedia

I ricercatori di SCoPex dicono che ora si tratta solo di apparecchiature sperimentali – un grande pallone aerostatico che salirà nella stratosfera, con una sonda che, in esperimenti futuri, sarà in grado di disseminare materiali riflettenti. Il pallone verrebbe fatto salire sopra i cieli del popolo Sami dalla Corporazione Svedese per lo Spazio. Secondo SCoPEx, si è deciso di trasferire in Svezia questo progetto di geoingegneria a causa delle restrizioni legate alla pandemia di Covid-19 negli Stati Uniti.

I ricaercatori affermano che in futuro sperimenteranno con questa apparecchiatura la disseminazione di carbonato di calcio, anche se nel progetto originale prevedono di utilizzare altri materiali come i solfati, che sono la cosa più vicina alla composizione delle nuvole vulcaniche. L’iniezione di solfati nella stratosfera distrugge lo strato di ozono.

La suddivisione degli esperimenti in fasi è una tattica che è stata utilizzata per lo sviluppo di tecnologie ad alto rischio, fra cui le armi e le tecnologie nucleari. In questo modo si sviluppano le componenti necessarie di progetti rischiosi, evitando le normative, la critica e il controllo pubblico finché ogni parte non è pronta. È degno di nota il fatto che anche negli Stati Uniti SCoPEx prevedeva di utilizzare territori indigeni, come per le sperimentazioni di armi atomiche e per altri cosiddetti esperimenti scientifici.

Niclas Hallström, dell’organizzazio­ne svedese «What Next?», ha dichiarato alla Reuters: «Questo esperimento non ha significato se non per consentire il passo successivo. È come se sperimentassero il detonatore di una bomba [separato da essa] e dicessero che non può fare nessun danno».[2]

In effetti, l’esperimento in Svezia non ha senso senza la continuazione che lo stesso SCoPEx ammette: nuovi passi avanti per rendere possibile la messa in atto della geoingegneria solare. Più che di un esperimento tecnico, si tratta di una mossa politica per legittimare gli esperimenti di geoingegneria a cielo aperto, come hanno segnalato altri scienziati che conoscono bene la questione, come Raymond Pierrehumbert.[3]

SCoPEx ha costituito anche il proprio comitato consultivo, con accademici statunitensi (sebbene il progetto comporti impatti globali) per simulare che viene consultata la società. 80 organizzazioni hanno denunciato questo comitato come una farsa.[4]

Hallström segnala inoltre che la società svedese chiede cambiamenti reali per affrontare il cambiamento climatico, ma che il progetto di Harvard si colloca al polo opposto, dando l’impressione che con le tecnologie si possa gestire il cambiamento climatico e sia possibile continuare ad utilizzare i combustibili fossili.

Questo è un altro dei problemi della geoingegneria: che funzioni o meno, diventa un alibi per la continuazione del caos climatico e dell’attività delle industrie più inquinanti, che possono persino fare nuovi affari con la geoingegneria.

Foto tratta da You Tube

David Keith, direttore del Programma di Geoingegneria Solare dell’Università di Harvard, ideatore e principale portavoce di SCoPEx, è uno dei più attivi promotori della geoingegneria su scala globale. Parallelamente ha fondato, con finanziamenti di Bill Gates, l’impresa commerciale di geoingegneria Carbon Engineering (per vendere tecnologia di cattura diretta del carbonio dall’aria), i cui principali azionisti sono le imprese petrolifere Chevron, BP e la mega-impresa mineraria BHP Billiton.

Questo è il vero contesto. Dobbiamo fermare gli esperimenti di geoingegneria solare in qualsiasi modo vengano mascherati.

Fonte: «Geoingenieros avanzan sobre territorio indígena», in La Jornada, 19/12/2020.

Traduzione a cura di Camminardomandando.

Da https://comune-info.net/lavanzata-della-geoingegneria/

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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