Tra i pochi paesi che sono riusciti a chiudere il 2020 con un andamento positivo del Pil spicca la Cina. Il gigante asiatico, primo paese ad essere colpito dal Covid-19, è stato anche il primo a riprendersi, imitato solamente da pochi altri paesi asiatici, come Vietnam, Myanmar, Taiwan e Laos. Per il resto – come noto – tutte le altre principali economie globali hanno terminato l’anno appena trascorso con un bilancio macroeconomico negativo (-3,6% per gli Stati Uniti, -7,4% per l’Unione Europea, secondo i dati della Banca Mondiale).

La crescita del 2,3% fatta registrare da Pechino nel 2020 ha permesso alla Repubblica Popolare Cinese di superare, nonostante tutti gli elementi contrari, la fatidica soglia dei 100 trilioni di yuan alla voce del Pil nominale (per la precisione 101,6 trilioni di yuan pari a circa 15,67 trilioni di dollari). Questo straordinario risultato è stato raggiunto soprattutto grazie alla sostenuta crescita che il paese ha registrato nel quarto trimestre, pari al 6,5%, che ha definitivamente cancellato il tracollo registrato nei primi tre mesi dell’anno, quando il Pil cinese si era contratto del 6,8%.

Il notevole rimbalzo ha offerto la testimonianza più completa della resilienza della seconda economia mondiale e dell’efficacia del sistema cinese nel contenere il virus e stabilizzare l’economia, in netto contrasto con le scene caotiche viste negli Stati Uniti e in altre nazioni occidentali. Ha anche fornito una spinta alla fiducia della Cina di fronte alle persistenti sfide future, mentre ha inferto un colpo diretto a certe forze occidentali che non hanno risparmiato sforzi nel loro tentativo di diffamare la Cina e contenere l’ascesa della Cina”, si legge sul Global Times, in un articolo a firma di Wang Cong, Li Xuanmin e Ma Jingjing.

Le forti misure anti-coronavirus del governo cinese che hanno contenuto efficacemente la diffusione del virus, le politiche macroeconomiche anticicliche flessibili, nonché gli sforzi intrapresi per approfondire le riforme e l’apertura al mondo esterno, hanno contribuito a risultati economici migliori delle attese nel 2020“, ha dichiarato, ancora al Global TimesCao Heping, professore presso la School of Economics dell’Università di Pechino.

Anche il tasso di disoccupazione è rimasto contenuto, pari al 5,6%, l di sotto dell’obiettivo annuale del governo del 6%. Lo scorso anno sono stati creati 11,86 milioni di nuovi posti di lavoro urbani, raggiungendo il 131,8% dell’obiettivo stabilito per l’intero anno, secondo quanto affermato dalle statistiche ufficiali.

Naturalmente, la pandemia da Covid-19 ha fortemente colpito l’economia cinese, che infatti ha fatto registrare una delle crescite meno importanti dal successo della rivoluzione guidata da Mao Zedong, ed il dato peggiore degli ultimi quarantacinque anni. In particolare, le vendite al dettaglio hanno fatto registrare un calo del 3,9% su base annua, ed il settore della ristorazione ha fatto registrare addirittura un calo del 16,6% dei ricavi, dato peggiore rispetto a qualsiasi altro settore economico. Ma questo significa solamente che la Cina possiede un potenziale altissimo e che, già a partire da quest’anno, che per la Cina segnerà anche l’inizio di un nuovo piano quinquennale, potrebbe tornare a crescere a ritmi ancora più sostenuti: “Nel 2021, l’economia cinese dovrebbe aumentare fortemente nel primo e nel secondo trimestre, per poi tornare ai livelli precedenti a lungo termine. La crescita annuale dovrebbe essere intorno al 9,2%“, secondo quanto affermato dagli economisti di ICBC International Cheng Shi e Qian Zhijun. Più prudenti, invece, gli economisti del Fondo Monetario Internazionale, che prevedono comunque una crescita del 7,9% per il Pil cinese nel 2021.

Nel frattempo, la Cina continua a guadagnare la fiducia dei suoi partner internazionali grazie alla distribuzione dei vaccini anti Covid-19. Recentemente, il presidente della SerbiaAleksandar Vučić, si è recato in prima persona all’aeroporto internazionale Nikola Tesla di Belgrado per ricevere i vaccini prodotti dall’azienda farmaceutica cinese Sinopharm, accompagnato dall’ambasciatore cinese a Belgrado, Chen Bo.

Secondo la stampa cinese, almeno venti paesi hanno acquistato vaccini contro il Covid-19 sviluppati da produttori cinesi, tra cui Sinovac, Sinopharm e Cansino. Il governo cinese ha inoltre affermato in diverse occasioni di essere pronto a fornire i vaccini a titolo completamente gratuito ai paesi più poveri, impossibilitati a comprare i vaccini a prezzi di mercato.

Proprio in questi giorni, il ministro degli Esteri di Pechino, Wang Yi, ha affermato che la Cina donerà un lotto di vaccini a Myanmar e Filippine, due paesi che ha recentemente visitato in occasione del suo viaggio diplomatico nell’Asia sudorientale. L’ambasciatore indonesiano in Cina, Djauhari Oratmangun, ha invece dichiarato che l’Indonesia ha già iniziato le vaccinazioni di massa mercoledì 13 gennaio, grazie a una solida collaborazione con la Cina, con il presidente Joko Widodo che è stato il primo indonesiano ad essere vaccinato.

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Giulio Chinappi – World Politics Blog

Di Giulio Chinappi - World Politics Blog

Giulio Chinappi è nato a Gaeta il 22 luglio 1989. Dopo aver conseguito la maturità classica, si è laureato presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma, nell’indirizzo di Scienze dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale, e successivamente in Scienze della Popolazione e dello Sviluppo presso l’Université Libre de Bruxelles. Ha poi conseguito il diploma di insegnante TEFL presso la University of Toronto. Ha svolto numerose attività con diverse ONG in Europa e nel Mondo, occupandosi soprattutto di minori. Ha pubblicato numerosi articoli su diverse testate del web. Nel 2018 ha pubblicato il suo primo libro, “Educazione e socializzzione dei bambini in Vietnam”, Paese nel quale risiede tuttora. Nel suo blog World Politics Blog si occupa di notizie, informazioni e approfondimenti di politica internazionale e geopolitica.

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