La reconquista dell’America Latina da parte delle forze progressiste potrebbe aggiungere un nuovo tassello al proprio percorso, quello dell’Ecuador. Le elezioni dello scorso 7 febbraio hanno infatti premiato la coalizione di sinistra Unión por la Esperanza (UNES) ed il suo candidato Andrés Arauz, ex ministro ai tempi della presidenza di Rafael Correa, anche se il nome del nuovo capo di Stato verrà deciso solamente in seguito al secondo turno, per il quale sarà necessario attendere l’11 aprile.

Secondo i primi dati resi pubblici dalla presidente del Consiglio nazionale elettorale (CNE) dell’Ecuador, Diana Atamaint, Andrés Arauz si trovava al primo posto con il 31,50% delle preferenze. Al secondo posto si classificava il candidato indigenista Yaku Pérez, con il 20,04%, mentre chiudeva solamente al terzo posto il candidato di punta della destra, Guillermo Lasso, al quale veniva attribuito il 19,97% dei consensi. Il capo del più alto organo elettorale ha spiegato ai media e agli osservatori internazionali e nazionali che erano stati elaborati “i dati di 2.193 minuti, pari al 90,4 per cento, su un totale di 2.425 minuti selezionati per il campione di conteggio rapido per le elezioni generali“.

Nonostante il netto vantaggio sulla concorrenza, Arauz non è riuscito a raggiungere la soglia del 40% delle preferenze, che gli avrebbe garantito l’elezione al primo turno. Il risultato del candidato progressista sembra rassicurante, ma è certo che le forze reazionarie e conservatrici tenteranno in tutti i modi di mettere i bastoni fra le ruote al candidato correista, sostenendo il candidato avversario al ballottaggio, sia questo Pérez, espressione del Movimiento de Unidad Plurinacional Pachakutik (MUPP-18), o Lasso, candidato in quota al Movimiento Creo, Creando Oportunidades (CREO). D’altra parte, va ricordato che nel ballottaggio del 2017 Pérez ha chiesto alle comunità native di votare per Lasso, mentre quest’ultimo ha recentemente assicurato che se non fosse arrivato al secondo turno, avrebbe sostenuto Pérez per sconfiggere il “totalitarismo populista satanicamente incarnato nella figura di Rafael Correa“.

È una vittoria clamorosa, abbiamo ottenuto la vittoria in quasi tutte le regioni del Paese, siamo stati sempre i primi nel cuore degli ecuadoregni“, ha dichiarato Arauz in seguito alla pubblicazione dei primi risultati. “L’11 aprile sarà un giorno di festa per le forze progressiste che considerano la solidarietà umana un valore fondamentale. Il trionfo progressista in Ecuador irradia speranza“, ha concluso Arauz, facendo riferimento ad una eventuale vittoriale nel ballottaggio che avrà luogo tra due mesi.

In seguito, sono stati pubblicati nuovi dati che hanno leggermente modificato il verdetto del “conteggio rapido”: con il 96.7% delle schede scrutinate, il binomio composto da Andrés Arauz e Carlos Rabascall, candidato alla vicepresidenza, ha raggiunto il 31.74% dei consensi, mentre con il 97.55% delle schede scrutinate il dato era salito al 32.20%. Se la prima posizione di Arauz è oramai in cassaforte, restano ancora forti dubbi sul testa a testa tra Pérez e Lasso per la seconda posizione, visto che i due candidati sono separati da pochi voti. Se, in un primo momento era Pérez ad essere dato in vantaggio, l’8 febbraio i dati a disposizione attribuivano il 20.05% a Lasso contro il 19.25% del candidato indigenista, prima di subire un nuovo ribaltamento, con Lasso al 19.60%, scavalcato dal 19.80% del suo concorrente diretto.

Vista la situazione di grande incertezza, il rappresentante del Consiglio elettorale nazionale dell’Ecuador, José Cabrera, ha dichiarato in una conferenza stampa organizzata dai media locali che potrebbero volerci giorni per determinare chi affronterà il candidato Andrés Arauz in occasione del secondo turno delle elezioni presidenziali: “La questione richiederà ancora diversi giorni, a seconda dei ricorsi presentati dalle organizzazioni politiche, che ne hanno tutti i diritti“, ha spiegato Cabrera. “C’è il 2,44% dei voti che non p stato ancora vagliato e che corrisponde ad aree di difficile accesso che raggiungeranno la delegazione provinciale via fiume o per via aerea. Una volta che questi verbali saranno giunti alle delegazioni, i funzionari provinciali potranno finire quel conteggio in pochi minuti“, ha aggiunto l’alto funzionario.

Mentre scriviamo, i dati più recenti pubblicati dal CNE affermano che l’avversario di Andrés Arauz al ballottaggio di aprile dovrebbe essere Yaku Pérez, al quale viene attribuito il 19,92% dei voti, leggermente in vantaggio rispetto al rappresentante dell’alleanza politica CREO, Guillermo Lasso, che al momento raggiunge il 19,58%.

Il quarto posto va invece ad un sorprendente Xavier Hervas, che tutti i sondaggi davano intorno al 2% fino a pochi giorni fa, ma che è balzato al 16% dei voti in meno di tre settimane grazie all’utilizzo quasi compulsivo dei social network. Tra i candidati, infine, figurava anche Juan Fernando Velasco Torres, ministro della Cultura del governo uscente, che si è fermato ad un misero 0,82%: un dato che la dice lunga sull’opinione che gli ecuadoregni hanno del presidente uscente Lenín Moreno – che infatti ha deciso di non candidarsi per un secondo mandato – e della sua gestione del paese.

Una nota importante riguarda la partecipazione dei cittadini al processo elettorale: secondo i dati ufficiali, si è recato alle urne l’81.13% degli aventi diritto, una quota leggermente inferiore al all’83% sfiorato nel 2017, ma comunque ragguardevole considerando il contesto pandemico, che ha imposto misure di sicurezza stringenti per garantire il regolare svolgimento delle operazioni di voto. Complice il governo uscente del traditore Lenín Moreno, infatti, l’Ecuador ha registrato oltre 258.000 casi positivi e più di quindicimila decessi causati dal Covid-19.

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Giulio Chinappi – World Politics Blog

Di Giulio Chinappi - World Politics Blog

Giulio Chinappi è nato a Gaeta il 22 luglio 1989. Dopo aver conseguito la maturità classica, si è laureato presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma, nell’indirizzo di Scienze dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale, e successivamente in Scienze della Popolazione e dello Sviluppo presso l’Université Libre de Bruxelles. Ha poi conseguito il diploma di insegnante TEFL presso la University of Toronto. Ha svolto numerose attività con diverse ONG in Europa e nel Mondo, occupandosi soprattutto di minori. Ha pubblicato numerosi articoli su diverse testate del web. Nel 2018 ha pubblicato il suo primo libro, “Educazione e socializzzione dei bambini in Vietnam”, Paese nel quale risiede tuttora. Nel suo blog World Politics Blog si occupa di notizie, informazioni e approfondimenti di politica internazionale e geopolitica.

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