Si è persa trac­cia del­l’ac­co­ra­to ap­pel­lo per co­strui­re nel paese un fron­te de­mo­cra­ti­co e an­ti­so­vra­ni­sta, quel­lo lan­cia­to da Cgil Cisl Uil , Arci e Anpi, tutti in­sie­me ap­pas­sio­na­ta­men­te per fer­ma­re il “bar­ba­ro” Car­roc­cio. Un ap­pel­lo stru­men­ta­le visto che quel pe­ri­co­lo agi­ta­to come spau­rac­chio è se­du­to ac­can­to a molti dei fir­ma­ta­ri nel­l’ar­co par­la­men­ta­re a so­ste­gno di Mario Dra­ghi. Ap­pel­li stru­men­ta­li che rie­vo­ca­no spet­tri del pas­sa­to quan­do si di­ce­va di do­ve­re ar­re­sta­re l’a­sce­sa di Ber­lu­sco­ni per sal­va­re lo stato so­cia­le dal neo­li­be­ri­smo, lo stato so­cia­le che i go­ver­ni tec­ni­ci e di cen­tro si­ni­stra hanno con­tri­bui­to a svi­li­re e ri­dur­re nel corso degli anni
Pas­sia­mo allo schie­ra­men­to op­po­sto: quan­te volte avre­mo sen­ti­to a de­stra ri­ba­di­re che mai avreb­be­ro ac­cet­ta­to di al­lear­si con Pd e Mo­vi­men­to 5 Stel­le? La in­com­pa­ti­bi­li­tà pre­sun­ta e strom­baz­za­ta ai 4 venti si è pre­sto tra­sfor­ma­ta in col­la­bo­ra­zio­ne, del resto quan­do il Ca­pi­ta­le ri­chia­ma la po­li­ti­ca al­l’or­di­ne que­sto si piega prona ai suoi vo­le­ri.
Tor­nia­mo al Pd che, per bocca del suo se­gre­ta­rio, be­ne­di­ce il nuovo Ese­cu­ti­vo come ar­gi­ne ai due Mat­tei e alle de­stre. E poi si esul­ta per­chè nella Lega ha pre­val­so la linea degli in­du­stria­li del Nord ti­mo­ro­si che la linea so­vra­ni­sta di Sal­vi­ni fosse di osta­co­lo agli af­fa­ri con l’Eu­ro­pa e alla dit­ta­tu­ra dello spread!
Il Mo­vi­men­to 5 Stel­le be­ne­di­ce la tran­si­zio­ne eco­lo­gi­ca an­nun­cia­ta da Dra­ghi salvo poi di­men­ti­ca­re che già il Go­ver­no Conti 2 aveva pre­vi­sto di in­di­riz­za­re parte del Re­co­ve­ry a que­sto scopo se­con­do i de­si­de­ra­ta del ca­pi­ta­le green e di In­du­stria 4.0 a tran­si­zio­ne te­de­sca.
Un au­ten­ti­co vol­ta­gab­ba­na quel Beppe Gril­lo che 10 anni fa man­da­va a quel paese la casta po­li­ti­ca di cui oggi è parte in­te­gran­te con con­ti­nue gi­ra­vol­te che hanno eroso, in due anni e mezzo, oltre la metà del­l’e­let­to­ra­to del 5 Stel­le. Cosa pos­sia­mo poi aspet­tar­ci da chi in meno di 3 anni ha tra­di­to le aspet­ta­ti­ve dei cit­ta­di­ni che chie­de­va­no il bloc­co del Tap e la chiu­su­ra del­l’Il­va di Ta­ran­to? E in­tan­to della bo­ni­fi­ca dei siti in­qui­na­ti si è persa trac­cia anzi di parla di stoc­ca­re i ri­fiu­ti nu­clea­ri in aree tu­ri­sti­che e pae­sag­gi­sti­che del paese.
La po­li­ti­ca ita­lia­na è un im­mon­do tea­tri­no al­l’in­se­gna del tra­sfor­mi­smo, lo era già al­l’in­do­ma­ni del­l’U­ni­tà d’I­ta­lia con le con­ti­nue e re­pen­ti­ne gi­ra­vol­te dei par­la­men­ta­ri. Cam­bia­no i con­te­sti sto­ri­ci e le forme la resta in­va­ria­ta la so­stan­za.

La po­li­ti­ca, al­me­no come la in­ten­dia­mo noi nel senso di dare voce alle istan­ze delle clas­si su­bal­ter­ne in pro­spet­ti­va an­ti­ca­pi­ta­li­sta e an­tim­pe­ria­li­sta, è morta e se­pol­ta, so­prav­vi­vo­no ideo­lo­gie in con­ti­nua  evo­lu­zio­ne per co­pri­re e giu­sti­fi­ca­re scel­te di  go­ver­no a be­ne­fi­cio esclu­si­vo del Gran­de ca­pi­ta­le eco­no­mi­co e fi­nan­zia­rio.

Il  Primo Mi­ni­stro Dra­ghi ha un com­pi­to ben pre­ci­so: ri­por­ta­re l’ar­co par­la­men­ta­re, da de­stra a si­ni­stra, nel­l’al­veo delle po­li­ti­che com­pa­ti­bi­li con i det­ta­mi di Con­fin­du­stria, Bce, FMI nel “buon” nome della dit­ta­tu­ra dello spread , in os­se­quio alle po­li­ti­che li­be­ri­ste.
Chi de­scri­ve Dra­ghi come un neo­key­ne­sia­no mente per­ché que­sto Go­ver­no si muo­ve­rà den­tro le po­li­ti­che di au­ste­ri­tà, non sarà un Ese­cu­ti­vo forte e au­to­re­vo­le con l’Eu­ro­pa dalla quale ri­ce­ve­re­mo al netto 10 mi­liar­di al­l’an­no quan­do la crisi ha di­strut­to, solo nel 2020, 160 mi­liar­di di euro di Pil.

Siamo in pre­sen­za di una tec­no­cra­zia che potrà in­de­bo­li­re il po­te­re dei par­ti­ti in Par­la­men­to e ipo­te­ca­re quan­to resta della so­vra­ni­tà po­po­la­re (quel­la mo­ne­ta­ria è morta con l’av­ven­to del­l’Eu­ro), un Go­ver­no in per­fet­ta con­ti­nui­tà con gli Amato e i Monti che rea­liz­za­ro­no fe­ro­ci pro­ces­si di li­be­ra­liz­za­zio­ni e pri­va­tiz­za­zio­ni ac­cre­scen­do le di­su­gua­glian­ze so­cia­li ed eco­no­mi­che, di­strug­gen­do le con­qui­ste delle lotte ope­ra­ie con l’in­nal­za­men­to del­l’e­tà pen­sio­na­bi­le per conto e nel nome della dit­ta­tu­ra dello spread. Si torna alle po­li­ti­che di au­ste­ri­tà? in que­sta fase sarà dif­fi­ci­le ma non di­men­ti­chia­mo che l’av­ven­to di Dra­ghi, come lo fu per Monti, è stato det­ta­to per te­ne­re sotto con­trol­lo lo spread e il de­bi­to, tanto a pa­ga­re sa­re­mo sem­pre e solo noi.

Con­fin­du­stria e Gran­de ca­pi­ta­le ave­va­no da tempo stac­ca­to la spina al Go­ver­no Conte 2, lo ri­te­ne­va­no ostag­gio inaf­fi­da­bi­le ai fini delle po­li­ti­che ca­pi­ta­li­ste, in­ca­pa­ce di at­tua­re quel­le con­tro­ri­for­me in­di­spen­sa­bi­li per la te­nu­ta del ca­pi­ta­li­smo. Per que­sto oc­cor­re­va un Go­ver­no tec­ni­co po­li­ti­co di unità na­zio­na­le, del resto nel­l’ar­co di 40 anni la si­ni­stra ha ta­ciu­to, anzi col­la­bo­ra­to at­ti­va­men­te allo sman­tel­la­men­to della le­gi­sla­zio­ne in ma­te­ria di la­vo­ro, alla per­di­ta del po­te­re di ac­qui­sto e di con­trat­ta­zio­ne, ha fa­vo­ri­to la pre­ca­rie­tà la­vo­ra­ti­va ed esi­sten­zia­le e l’in­nal­za­men­to al­l’e­tà pen­sio­na­bi­le.
Ri­scri­ve­ran­no il Re­co­ve­ry, por­te­ran­no avan­ti quel­la di­stru­zio­ne crea­tri­ce del li­be­ro mer­ca­to che non de­ter­mi­ne­rà al­cu­na rot­tu­ra con le po­li­ti­che li­be­ri­ste, le adat­te­rà piut­to­sto alla nuova fase pan­de­mi­ca.
E la dit­ta­tu­ra dello spread, la sal­va­guar­dia del pa­reg­gio di bi­lan­cio e della so­ste­ni­bi­li­tà fi­nan­zia­ria con­ti­nue­ran­no ad es­se­re i prin­ci­pi guida del­l’a­zio­ne go­ver­na­ti­va, a smen­ti­re chi in que­sti gorni, con le so­lu­te bugie in­tel­let­tua­li co­strui­te ad arte, pre­sen­ta­va Mario Dra­ghi come eco­no­mi­sta key­ne­sia­no fau­to­re della cre­sci­ta e dello svi­lup­po.

Si guar­di ad esem­pio al neo mi­ni­stro del­l’e­co­no­mia, un super tec­ni­co, già a capo della ra­gio­ne­ria dello Stato, una ga­ran­zia per ri­met­te­re mano al fisco, alle pen­sio­ni, vi­ci­no al­l’ex pre­mier En­ri­co Letta che è tra gli oscu­ri fa­ci­li­ta­to­ri di que­sto nuovo ese­cu­ti­vo.

Il Mi­ni­stro Fran­co è tra i fau­to­ri del fi­scal com­pact e del pa­reg­gio di bi­lan­cio in co­sti­tu­zio­ne, è stato nella ca­bi­na di regia della Ri­for­ma pre­vi­den­zia­le, non c’è che dire l’uo­mo giu­sto al posto giu­sto (per il ca­pi­ta­le).

Gli in­du­stria­li del Nord hanno avuto ciò che chie­de­va­no, un uomo di fi­du­cia (Gior­get­ti della Lega) pre­po­sto al dia­lo­go con le im­pre­se che sa­ran­no ac­con­ten­ta­te nei loro de­si­de­ra­ta
E l’ex Boc­co­nia­no Gior­get­ti dovrà de­ci­de­re, con il suo mi­ni­ste­ro, sul­l’Il­va e sul­l’A­li­ta­lia, in­som­ma nelle sue mani le sorte di parti ri­le­van­ti del­l’in­du­stria del paese per po­ten­zia­re quel si­ste­ma di age­vo­la­zio­ni fi­sca­li al­l’im­pre­sa av­via­to con Tran­si­zio­ne 4.0 ta­glian­do oneri e fa­vo­ren­do age­vo­la­zio­ni per le pic­co­le im­pre­se e la loro ri­con­ver­sio­ne “eco­lo­gi­ca”.

E poi co­di­ce degli ap­pal­ti ed in­fra­strut­tu­re af­fi­da­to al­l’ex mi­ni­stro del La­vo­ro  Gio­van­ni­ni , una car­rie­ra tra Ocse e Istat sullo sfon­do della sven­di­ta del pa­tri­mo­nio im­mo­bi­lia­re pub­bli­co e la co­sid­det­ta ri­ge­ne­ra­zio­ne ur­ba­na che po­treb­be ri­di­se­gna­re l’as­set­to di tante città ita­lia­ne a uso e con­su­mo dei po­te­ri forti

Ci fer­mia­mo qui ma po­trem­mo an­da­re avan­ti, quan­ti hanno par­la­to di un Go­ver­no in­di­spen­sa­bi­le e di com­pe­ten­ze na­scon­do­no la vera na­tu­ra del nuovo Ese­cu­ti­vo. E i sin­da­ca­ti nel frat­tem­po esul­ta­no pen­san­do che sia il la­vo­ro e l’oc­cu­pa­zio­ne al cen­tro del­l’o­pe­ra­to del Go­ver­no re­ga­lan­do­ci anni di su­bal­ter­na com­pli­ci­tà con i det­ta­mi del Gran­de ca­pi­ta­le

Re­da­zio­ne pi­sa­na di Lotta Con­ti­nua (http://​delegati-​lavoratori-​ind​ipen​dent​i-​pisa.​blogspot.​com/)

https://www.lotta-continua.it/index.php?option=com_easyblog&view=entry&id=722&Itemid=311

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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