Operai ex Fiat davanti ai cancelli dello stabilimento Blutec di Termini Imerese (Pa)

Circa trecento operai si sono riuniti in assemblea davanti ai cancelli della fabbrica Blutec di Termini Imerese. ‘Rimarremo qui fino a quando il ministero dello Sviluppo non ci convocherà’, ha detto Roberto Mastrosimone della Fiom.

Intanto è iniziato il processo per il presunto utilizzo indebito di fondi statali ottenuti per la trasformazione dello stabilimento ex Fiat. La Regione Sicilia, la Fiom nazionale e regionale, Blutec, Metec e Invitalia hanno presentato richiesta per costituirsi parte civile. L’accusa è la distrazione di 16 milioni di euro di finanziamenti pubblici ottenuti per il rilancio della fabbrica.

Per i lavoratori è un’odissea che dura da oltre dieci anni.

La vicenda ha avuto inizio nel 2010 quando il nuovo amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, annunciò la chiusura della fabbrica. La dismissione si concretizzerà il 31 dicembre del 2011. Circa 800 operai ed oltre 1.000 addetti dell’indotto rimasero senza lavoro. Il tentativo di accordo per il salvataggio dello stabilimento con il gruppo Dr Motor Company attiva nella costruzione di auto elettriche fallì e dal 2015 la fabbrica è passata alla NewCo Blutec. La società si impegnò a riassumere 50 operai entro il mese di aprile del 2016 ed altri 200 entro la fine di quell’anno. Ma ad oggi il processo di rinascita della fabbrica e del polo industriale di Termine Imerese non si è realizzato.

Gli operai dell’ex stabilimento Fiat non vogliono assistenza, ma lavoro. La rinascita del polo industriale di Termini Imerese è fondamentale per lo sviluppo di tutta l’area. Non è un problema di infrastrutture. A Termini c’è il porto, l’autostrada e la ferrovia. È solo una questione di volontà politica.

Finora nulla di concreto è stato realizzato o prospettato. Al Sud lo Stato non investe, le aziende private delocalizzano, le infrastrutture sono fatiscenti e le opportunità di iniziare un’attività economica sono pochissime.

In questa situazione di degrado e di sottosviluppo ai meridionali non resta che emigrare o continuare a vivere di assistenza.

Fonte: REDNEWS

REDNEWS

Di Giovanni Pulvino (REDNEWS)

Insegno Scienze giuridiche ed economiche dal 1993. Dopo tanti anni di supplenze sono passato di ruolo nel novembre del 2015. In quel periodo il portale web di Tiscali dava agli utenti la possibilità di esprimersi tramite le ‘Socialnews’. Ed è cosi che nel luglio del 2012 ho iniziato a scrivere articoli raccontando le vicende dei precari storici della scuola. Per un anno ho collaborato anche con ComUnità del portale Unità.it. Successivamente, per integrare e proseguire quell’esperienza durata oltre 3 anni, ho creato REDNEWS (28 giugno 2015), un ‘blog di cronaca, informazioni e opinioni dal profondo Sud’. Il mio scopo era ed è quello di dare voce a chi è escluso dalla società, in particolare i disoccupati, i precari, i pensionati al minimo. Nello stesso tempo intendo esprimere il punto di vista di chi vive nel Meridione, terra che è regolarmente esclusa oltreché dal benessere economico anche dai circuiti d’informazione nazionali. La linea editoriale del blog può essere riassunta con le parole scritte nel IV secolo a.C. dal poeta e drammaturgo greco Sofocle: ‘L’opera umana più bella è di essere utile al prossimo’.

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