Saõ Paulo – Paolo D’Aprile

Brasile, covid, chi raccoglie i dati della catastrofe?
Quando nel giugno scorso, per ordine diretta del presidente della repubblica, il ministero della salute smise di informare i dati della pandemia, venne creato un consorzio dei grandi organi di informazione, giornali e site indipendenti con la finalità di raccogliere e divulgare ogni giorno i dati forniti dalle Segreterie di Salute dei vari stati della federazione, e dei municipi.

Le Segreterie, unite in un Consiglio Nazionale (CONASS), forniscono alla stampa le notizie in tempo reale. Per ostacolarne la divulgazione il nuovo ministro della salute, nominato la settimana scorsa, ha imposto un nuovo metodo di conteggio delle vittime, attraverso una normativa che obbliga il medico a informare, oltre a nome, cognome e causa mortis del paziente, anche alcuni dati aggiuntivi, completamente superflui: il codice fiscale, la nazionalità, il numero di iscrizione nei vari organismi professionali. La finalità è quella di rallentare il processo e la comunicazione giornaliera del numero di vittime. È lo stesso presidente della repubblica a dubitare: “adesso sembra che in Brasile si muoia solo di Covid”. Daltronde non è la prima volta. Qualche mese fa incentivò le sue milizie a invadere gli ospedali da campo per verificare se realmente erano così pieni come si diceva. In seguito alle proteste e all’indignazione generale, l’ordine di fornire i dati inutili è stato revocato. Per un giorno si era ottenuta artificialmente la diminuzione del numero di morti, nel solo stato di São Paulo, ad esempio, di quasi mille unità: da 1100 a 260. Insomma, una vera frode. Il grande problema della politica pubblica di salute scaturisce dal fatto che la OMS utilizza i dati ufficiali forniti dal ministero che mai corrispondono alla verità.

Il CONASS e il Consorzio degli organi di stampa informano che nelle ultime 24 ore il Brasile registra
• 2.787 (duemila settecento ottantasette) morti
• 100.736 (centomila settecento trentasei) nuovi contagi

Il totale delle vittime dall’inizio della pandemia è di
• 303.472 (trecento tre mila quattrocento settantadue) morti.

Le autorità sanitarie dei singoli stati e dei municipi, tuttavia avvertono che i numeri reali possono essere molto superiori dovuto alla totale mancanza di test in massa e alla sub-notifica dei casi.
Il tasso di mortalità per centomila abitanti è di 143,55.
In numeri assoluti, il Brasile è il secondo paese al mondo sia per la quantità di contagi che di vittime, davanti a lui, appena gli USA.

In mancanza di un piano di vaccinazione nazionale, ogni municipio si arrangia come può, formando tabelle a scalare, per età o secondo il rischio professionale. Ciò provoca confusioni, malintesi, soprusi e imbrogli. Secondo il CONASS e il Consorzio sono state vaccinate
• 14.074.577 (quattordici milioni settantaquattromila cinquecento settantasette) persone che rappresentano il 6,65% della popolazione.
• 4.515.631 (quattro milioni cinquecento quindicimila seicentotrentuno) hanno ricevuto la seconda dose, ossia il 2,13% della popolazione.

Secondo i calcoli divulgati dal Consorzio degli organi stampa, di questo passo il Brasile riuscirà a vaccinare il 75% della gente in venticinque mesi, ossia, più di due anni.
È bene ricordare che i quasi tremila morti al giorno sono provocati da una malattia di cui già esiste il vaccino. Per saperne di più

https://www.conass.org.br/painelconasscovid19/conass.org.br/painelconasscovid19/

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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