Su gentile concessione di: www.yaku.eu

A poche ore dalla brutale repressione da parte dello stato colombiano contro i manifestanti che ha provocato in sei giorni 21 morti, centinaia di feriti, aggressioni mirate e 89 dispersi, Yaku si assomma alle organizzazioni ed alle cittadine e ai cittadini che in Italia e nel mondo stanno chiedendo il rispetto dei diritti umani ed il  ripristino di condizioni di democrazia e salvaguardia della vita.

Lo scorso 30 aprile, Yaku e il Nodo Trentino della Rete In Difesa Di aveva organizzato il seminario “Giustizia Globale: dall’Europa alla Colombia, per una nuova solidarietà” durante il quale si era denunciato il genocidio politico in corso nel Paese, e la solidarietà al popolo colombiano. 

QUI L’Intervento di Gloria Orcuè, Comision Intercclesial Justicia y Paz Colombia

QUI L’intervento di Francesca Nugnes, PBI Colombia

QUI L’intervento di Simona Fraudatario, Tribunale Permanente dei Popoli

QUI L’INTERVENTO DI Laura Battistin Head of Secretariat at ProtectDefenders


Un grido contro la violenza ingiustificata messa in atto dalla Polizia Antisommossa colombiana (ESMAD) nelle principali città colombiane, che ha mosso finalmente anche l’Unione Europea e l’Onu, che ieri hanno condannato ufficialmente e  con forza le uccisioni e la violazioni di diritti umani verso le migliaia di cittadine e cittadini colombiani che dal 29 aprile scorso erano scesi nelle strade e nelle piazze per esprimere legittimamente la propria contrarietà contro la Riforma Tributaria promossa dal Governo Duque. 

Hanno fatto il giro del mondo le immagini terribili dei poliziotti che sparano prima lacrimogeni ad altezza di persona, e poco dopo, proiettili contro la moltitudine di manifestanti, ma particolarmente preoccupanti sono anche le denunce di violenze sessuali contro donne,e attacchi mirati contro i giornalisti.


La FLIP – Fondazione per la Libertà di Stampa – e Reporter Senza Frontiere hanno denunciato che ad oggi – martedì 5 maggio – la stampa che sta seguendo l’evolversi dei fatti in Colombia ha subito 70 attacchi , minacce di censura e detenzioni illegali. “Lo stato colombiano dimostra la sua incapacità di proteggere la stampa per permettere alle/ai giornaliste/i di svolgere il proprio lavoro per il diritto dell’informazione”, hanno aggiunto in un comunicato congiunto, dove denunciano anche di aver assistito nelle strade delle principali città colombiane, ad una violenza senza precedenti.

Parole che giungono all’indomani della Giornata Mondiale della Libertà di Stampa, e che ci spingono – come giornalisti e come organizzazione impegnata nella Difesa delle persone Difensore dei Diritti Umani ed Ambientali – a chiedere la fine delle violenze verso le proteste sociali.

Reti ed organizzazioni colombiane hanno denunciato poi gli attacchi sistematici della Polizia Nazionale a Difensore e Difensori dei Diritti Umani, come riportato dai comunicati.


Ciò che sta succedendo in questi giorni è la dimostrazione più esplicita e drammatica di un sistema di repressione e violenze che non è mai cessato in questi anni in Colombia – come Yaku ha sempre contribuito a testimoniare, stando insieme a molti altri, al fianco delle organizzazioni e delle comunità di base in resistenza – esacerbato da un governo ultra – derechista totalmente disimpegnato nel rispetto degli Accordi di Pace firmati nel 2016 e costruiti anche con l’apporto imprescindibile della società civile colombiana.

La guerra interna Colombiana – che sotto gli occhi  della comunità internazionale ha provocato in mezzo secolo  almeno 250.000 morti, 10 milioni di sfollati, decine di migliaia di desaparecidos – continua anche con la mattanza contro attiviste ed attivisti, leader comunitari ed indigeni, che ha animato la campagna internazionale #NosEstanMatando, e mosso la Rete In Difesa Di, di cui Yaku fa parte, ad iniziative e pressioni internazionali.  

Per approfondimenti leggi anche

DICHIARAZIONE PUBBLICA DELLA COMMISSIONE DELLA VERITA’

YAKU, 5 maggio 2021

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.
Attenzione: alcune funzionalità di questa pagina potrebbero essere bloccate a seguito delle tue scelte privacy