Che ci facciamo in Ciad? Naturalmente per difendere la democrazia e la libertà dei Ciadiani. Anche se potrebbe venire il sospetto che accorriamo in forza per dare una mano ai Francesi perché possano continuare il saccheggio del Ciad e di tutto il Sahel, un saccheggio dal quale il governo italico spera una qualche minutaglia di preziose risorse da ricavare da graziose concessioni transalpine (petrolio a sud, oro e uranio a nord). La morte del presidente Idriss Derby ( morto in seguito a gravi ferite in battaglia si dice) al, potere da trenta anni, sostenuto dall’Occidente e soprattutto da Israele, presso il quale il nostro eroe avrebbe aperto un’ambasciata a Gerusalemme, alla faccia dei Palestinesi e del diritto internazionale, ha creato grande preoccupazione a Macron che ha riferito immediatamente che parteciperà al suo funerale per non far mancare ai Ciadiani il supporto delle istituzioni democratiche (leggi petrolio, oro, uranio in primis).
Non pensate che il ministro della difesa italico non sia stato toccato dal lutto che ha colpito il popolo ciadiano di cui i maligni sospettano il suo totale disinteresse per la povertà estrema, per la fame, per i profughi, per il furto criminale di risorse. Lorenzo è rimasto invece assai toccato dalla scomparsa di un collaboratore prezioso, non dimentichiamolo, sostenuto attivamente, sia pure con qualche rimbrotto, niente di meno che dagli States.
E immediatamente, per seguire l’insegnamento del frigido suo primo ministro che si era già, con grande devozione, genuflesso davanti al Moloch Nato, ci ha fatto edotti che lì il nostro Paese (sempre di più non mio) difenderà Ciad, Sahel e tutto il Continente dal minaccioso attacco imperiale della Russia e della Cina, la cui presenza e i cui commerci, per non parlare dei prestiti a bassi tassi di interesse, porrebbero in seria difficoltà le grandi acquisizioni di democrazia e di libertà che il continente tutto avrebbe acquisito, grazie all’Europa, fin dai primordi, quando la popolazione in esubero veniva prelevata perché desse un prezioso contributo di lavoro ai grandi ricchi di altri continenti invece di stare in ozio con le loro famiglie, moglie o marito, figli, nipoti o che altro di così poco prezioso.
Devo dire che non ho trovato meno oltraggiosa la partecipazione CGIL al sit in dei vertici “sindacali” davanti all’ambasciata dell’Iran per denunciare le elezioni presidenziali, truccate perché i concorrenti sono nominati dall’alto. Ohibò. Nulla da eccepire sulle fatiscenti strutture democratiche e ben poco laiche della Persia.Ma avete visto questi tomi scendere in piazza per le indecenti elezioni americane ultra-truccate, per il colpo di stato in stile nazista in Ucraina ?Non sarà forse perché, anche in tale circostanza, la Cgil deve andare a traino degli indirizzi bellici dell’Italietta, della diplomazia destabilizzante della Nato, vero sovrano dell’Europa oramai priva di dignità, incapace di sollevare un dito per dire la sua che non sia una replica del Pentagono, di Washington, dell’ologramma Biden?
Non sarà perché oramai la Cgil non è più un sindacato ma solo una diramazione ombelicale della Confindustria, soggetto non alternativo ma co-protagonista delle ignobili “riforme” di questi ultimi 40 anni contro i diritti del lavoro contro i salari, gli stipendi. le pensioni, contro la democrazia in fabbrica e in ogni luogo di lavoro?Perché nessuna manifestazione contro l’omicidio di un lavoratore, contro i pestaggi di squadre fasciste sempre più ringalluzzite dall’inerzia dei vertici che di fatto sopprimono i tentativi di reazione della base?perché non organizzare manifestazioni contro i licenziamenti del presente e di quelli già programmati? La ragione è semplice, assai nota ai sindacati di base che costituiscono oggi, pur nella mancanza di unità, l’unico reale punto di riferimento del modo del lavoro e della difesa dello stato sociale.
la risposta è, come sa chi combatte contro l’attuale dittatura della grande finanza che non si espone più di tanto, lasciando che i suoi manutengoli si esprimano per essa, che partiti e associazioni, sindacati che fino a qualche decennio fa potevano apparire, se non alternativi, per lo meno moderatamente riformisti, oggi sono una succursale del grande repulisti, del Grande Reset portatore di guerre, di depopolamento, di miseria e di povertà. di dissoluzione della convivenza e della solidarietà, di annientamento della dignità, di distruzione dell’ambiente…
Spetta a chi non vuole stare a giocare con i lugubri governanti della malattia e della morte, non solo prendere fermamente le distanze dall’Apocalisse ma anche rimettersi in discussione e lottare, con tutti mezzi possibili, impegnando cuore e cervello contro la barbarie decadente, ma proprio per questo ancora più pericolosa, dell’ultima stagione del Grande capitale
l’ultima cena di leonardo il G7 visto dai cinesi

Di Antonello Boassa

Contro le guerre imperiali innanzitutto, contro le guerre valutarie e del debito, contro le politiche neoliberiste. Contro lo sfruttamento dei lavoratori e dei popoli, contro la devastazione del pianeta, in difesa dello stato sociale e della libertà e dell'uguaglianza sociale di tutte e di tutti, in difesa del mondo animale, Antonio scrive anche per L'Interferenza

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