Srinigar assediata


Francesco Cecchini


Lettera aperta del 4 agosto di Zafar Khan, Presidente del Jammu Kashmir Liberation Front, JKLF, a Antonio Guterres, Segretario Generale delle Nazioni Unite, e tradotta da Francesco Cecchini per Ancora Fischia il Vento.
L’ ASSEDIO DI JAMMU E KASHMIR CONTINUA.
Eccellenza Sig. Antonio Guterres, Segretario Generale delle Nazioni Unite. Sono trascorsi due anni dall’ annessione e divisione del Jammu Kashmir da parte del governo indiano di Modi e il soffocamento e lo strangolamento collettivo del Kashmir continua senza sosta attraverso politiche e azioni militari vendicative e oppressive dell’ India nel Jammu Kashmir illegalmente rioccupato.
Eccellenza, l’anno scorso, nel 1° anniversario della rioccupazione illegale da parte dell’ India del Jammu e Kashmir, generalmente indicato come Kashmir, le abbiamo scritto sulle conseguenze dell’ assedio imposto dall’ India a seguito della sua nuda aggressione contro il Kashmir, il 5 agosto 2019.
https://www.ancorafischiailvento.org/2019/08/10/dichiarazione-del-jammu-kashmir-liberation-front-sullo-smantellamento-illegale-del-jammu-kashmir-da-parte-di-narendra-modi/
E’ tristemente ironico che lo stesso stato, l’ India, che presiede l’ UNSC, United Nations Security Council, per il mese di agosto 2021, abbia, pur con 23 risoluzioni delle Nazioni Unite in merito, ignorato con arroganza le responsabilità affidatele dall’ augusto organo delle Nazioni Unite, il Consiglio di sicurezza, per garantire un plebiscito trasparente e democratico in conformità con la Carta delle Nazioni Unite e le risoluzioni delle Nazioni Unite applicabili, per accertare la volontà del popolo sullo status della loro madre patria, Jammu e Kashmir.
Eccellenza i contenuti della lettera che vi abbiamo scritto il 5 agosto 2020, sono qui integralmente riprodotti come lettera aperta con un breve aggiornamento sull’ennesimo anno dei mali inflitti dall’ assedio e dalla rioccupazione dell’ India agli indifesi Kashmiri, abitanti del Kashmir, con maggiore intensità, vendetta e insensibile emarginazione politica, economica e strangolamento collettivo, specialmente nella stessa grande valle del Kashmir, la regione di Pir Panjal e la valle di Chenab, tre regioni dello stato, che contengono più di dieci milioni di persone della parte occupata dagli indiani del Stato. Negli ultimi due anni l’India ha trasformato il Kashmir illegalmente rioccupato in una gigantesca prigione aperta in cui milioni di persone sono sotto assedio il cui respiro è controllato da circa 900.000 soldati militari e paramilitari indiani.
Eccellenza della libertà di movimento all’interno e all’esterno del territorio occupato è ridotta per il Kashmir. Per ottenere un passaporto nel Kashmir illegalmente rioccupato del 2021 ci si aspetta che un Kashmiri abbia vissuto un’ esistenza appartata e monastica, e per tutta la sua vita non avrebbe dovuto pronunciare una parola o partecipare ad alcuna attività come una marcia di protesta contro qualsiasi aspetto degli aspetti sociali, politici ed economici del Kashmir; solo allora sarebbe considerato un cittadino modello per poter avere un passaporto indiano per viaggiare. La stampa e i media fortemente controllati nel Kashmir occupato dall’ India per il 1° agosto 2021 possono essere consultati sulle nuove regole di verifica per i Kashmiri che desiderano ottenere un passaporto indiano per viaggiare.
Eccellenza, questo è lo stato delle cose che riguarda il Kashmir indiano illegalmente rioccupato in un momento in cui, come membro non permanente dell’UNSC, la presidenza indiana dell’UNSC per il mese di agosto 2021. Ciò riflette veramente il vero significato della frase: bracconiere diventato guardiacaccia! Eccellenza, l’ unico conforto dallo scorso anno è stata la cessazione delle ostilità il 25 febbraio 2021 tra gli eserciti di India e Pakistan dispiegati di fronte l’ un l’ altro dal 1947 lungo la linea del cessate il fuoco, CfL, lunga cinquecento miglia. Entrambi i paesi controllano rigorosamente attraverso la CfL le famiglie separate e i Kashmiri in generale per spostarsi liberamente attraverso la CfL in quello che i Kashmiri considerano il loro paese. Sulla base delle politiche dell’ India e del Pakistan, è ampiamente sospettato nel Kashmir, su entrambi i lati della CfL, che la cessazione delle ostilità in tutta la CfL potrebbe essere un preludio per ignorare il plebiscito e trasformare la CfL in un confine formale sopra le teste di 22 milioni di cittadini del Kashmir residenti su entrambi i lati dello spartiacque della diaspora. Se questa è l’ intenzione di India e Pakistan di risolvere la questione con la divisione permanente del Kashmir, un tale risultato senza dubbio non sarà accolto con favore dal Kashmir, anzi.
Invece di risolvere il problema di lunga data con un plebiscito libero, equo, trasparente e democratico sotto gli auspici delle Nazioni Unite, formalizzare la divisione e l’annessione del Kashmir da parte di uno o entrambi i paesi, non costituirà una soluzione democratica in quanto tale forzata il metodo sarebbe contro il diritto sovrano, intrinseco e inalienabile, del Kashmir all’autodeterminazione; e violerebbe anche il mandato delle Nazioni Unite affidato all’India e al Pakistan in base alle risoluzioni UNSC e UNCIP (United Nations Commission for India and Pakistan).
Eccellenza, India ha palesemente rinnegato le sue solenni promesse e impegni presi con il Kashmir e le Nazioni Unite, eppure chiede un seggio permanente all’UNSC per diventare un custode, nonostante sia un bracconiere sfidando le Nazioni Unite sul Kashmir. Ci auguriamo vivamente, tuttavia, che il Pakistan non si allontani dal suo ruolo mandato dalle Nazioni Unite sulla questione del Kashmir e non segua l’India integrando i territori dello stato che controlla direttamente nel Gilgit Baltistan-GB- e indirettamente nell’ Azad Jammu e Kashmir. Eccellenza, risoluzione del problema/contenzioso/conflitto del Kashmir, il è senza dubbio fondamentale per sbloccare il pieno potenziale umano di 1,5 miliardi di abitanti dell’ Asia meridionale. I Kashmir desiderano la pace, infatti i Kashmir chiedono la pace con giustizia e dignità in modo che come popolo libero anche il Kashmir prosperi e contribuisca a liberare l’energia illimitata e lo spirito per raggiungere che è radicato nella cultura dell’impresa tra le diverse persone del Kashmir. Essere incastrati tra due potenze nucleari che non hanno superato l’ ostilità l’ una contro l’ altra, tuttavia, ha inevitabilmente inibito il nostro progresso, prosperità e spirito di innovazione e successo.
Eccellenza, le politiche dei successivi governi indiani sono sempre state ostili all’identità, alla storia e al desiderio di essere liberi del Kashmir. Nel governo guidato dal BJP, tuttavia, il livello di veleno politico, ideologico e autoritario e vendicativo nei confronti del Kashmir, del suo spirito libero e del diritto all’autodeterminazione, non ha precedenti. Da quando è salito al potere nel 2014, il governo del BJP guidato da Modi ha portato via tutto ciò che definisce l’ identità storica, sociale e culturale dello Stato del Jammu e Kashmir. Continua a smantellare le istituzioni e le leggi dello Stato che hanno definito il suo carattere collettivo e individuale e hanno reso il Jammu Kashmir un faro di armonia comunitaria, affermazione e rispetto tra le fedi e le diverse comunità dello Stato nell’Asia meridionale.
Eccellenza il governo di Modi ha bandito partiti politici come il JKLF e il Jamat-e-Islami. I leader politici impegnati in una soluzione pacifica della questione del Kashmir sono incarcerati illegalmente con accuse inventate. Il presidente del Fronte di liberazione del Jammu Kashmir, Yasin Malik, ad esempio, è accusato di sostenere la militanza, che ha rinunciato più di venticinque anni fa per intraprendere una lotta rivoluzionaria politica e pacifica per il diritto del suo popolo all’autodeterminazione. Il sig. Yasin Malik cerca la partecipazione attiva e costruttiva dell’India e del Pakistan insieme al Kashmir sotto gli auspici delle Nazioni Unite per una risoluzione giusta ed equa del conflitto del Kashmir.
Eccellenza, non c’è spazio politico nel Kashmir indiano illegalmente rioccupato. Il governo del BJP di Modi è più interessato al progetto dei coloni coloniali in Kashmir per ridurre la popolazione a maggioranza musulmana dello Stato a una minoranza irrilevante entro le prossime elezioni generali indiane del 2024. Non sembra preoccuparsi dei problemi economici del Kashmir, la cui situazione economica non è migliorata affatto dal 2014. Inoltre, non è interessato alla scissione comunitaria che le sue politiche stanno creando in Kashmir poiché ciò si adatta alla sua agenda Hindutva maggioritaria politica e ideologica per l’ India, anche se sta avendo un grave impatto sulla diversità socio-culturale e il tessuto politico del Kashmir.
Eccellenza, la esortiamo vivamente a sollecitare il governo indiano per il rilascio anticipato di Yasin Malik, Shabir Shah, Aasiya Andrabi e altri prigionieri politici del Kashmir dalla prigionia. Mr Malik e altri fanno parte della soluzione e devono essere coinvolti per una risoluzione del conflitto, che scatenerebbe una nuova era di pace e prosperità per l’ intera regione dell’Asia meridionale e oltre.
Zafar Khan Chairman- Diplomatic Bureau of Jammu Kashmir Liberation Front-JKLF International Secretariat 119-123 Cannon Street Road (Basement North) London E1 2 LX Email: zafargk@aol.com Central Information Office-CIO: B-144 Satellite Town Murree Road Rawalpindi Pakistan. Email: jklf1977@gmail.com
Copie a:
His Excellency Mr Antonio Guterres, United Nations Secretary General
Her Excellency Ms Michelle Bachelete UN High Commissioner on Human Rights

Jammu Kashmir Liberation Front

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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