Esercito della Repubblica Araba Democratica dei Sahrawi


Francesco Cecchini


Articolo di Jesús Cabaleiro pubblicato su periodistas-es.com, ripreso da La Haine e tradotto da Francesco Cecchini per Ancora Fischia il Vento.


Il link con l’ originale è il seguente:
https://www.lahaine.org/mm_ss_mundo.php/la-guerra-en-el-sahara


L’ esercito saharawi ha reso pubblico un totale di trecento episodi di guerra. Gli scontri e le vessazioni nella guerra silenziosa del Sahara si sono intensificati negli ultimi tempi. Fonti sahrawi hanno riconosciuto quattro soldati morti, dopo un attacco che si è concluso con un numero imprecisato di soldati marocchini uccisi, almeno sette, vicino al muro, nella zona di Hauza.
I Saharawi affermarono di aver distrutto una base e dopo la sua distruzione, un attacco aereo causò la morte dei militari del Fronte Polisario. Nel frattempo è stato confermato lo spostamento di truppe nel Sahara controllato dal Marocco, la cui stampa, che non si occupa degli scontri, ha affermato che ci sono state esplosioni nei pressi dell’area di Smara, ma le attribuisce a cause fortuite che hanno causato la morte di due militari. L’ esercito saharawi ha reso pubbliche un totale di trecento parti di guerra da quando il cessate il fuoco è stato rotto nel novembre 2020 a seguito della rottura dell’accordo di cessate il fuoco del 1991 da parte del Marocco quando ha lasciato il muro, per controllare la striscia di cinque chilometri verso la Mauritania, nel Guerguerat, dove l’esercito marocchino ha recentemente minato la zona. Nel frattempo, nel territorio del Sahara Occidentale, si è intensificata la repressione del Marocco contro gli attivisti sahrawi, il caso più emblematico è quello di Sultana Jaya a Bojador, dove è rimasta isolata agli arresti domiciliari per trecento giorni e non le è permesso uscire .anche se non esiste un’ordinanza del tribunale al riguardo. Ha denunciato abusi fisici e psicologici, stupri compresi, oltre a vari attacchi a lei e ai suoi familiari, l’ ultimo che l’ ha contagiata del coronavirus, quindi è in pessime condizioni di salute, insieme alla sorella. Non consentono le visite dei membri delle organizzazioni sahrawi. Infatti, due senatori spagnoli, Carles Mulet di Compromís e Vicenç Vidal di Más por Mallorca, hanno già rivolto delle domande al governo spagnolo sull’ accaduto, chiedendo che si interessi alla situazione dell’ attivista saharawi. Anche la Delegazione Saharawi in Spagna ha chiesto un intervento ai sensi del Diritto Internazionale Umanitario. Nel Regno Unito un totale di 31 parlamentari sta promuovendo anche una mozione per condannare la repressione marocchina nel Sahara. Allo stesso modo, la situazione dei prigionieri delle proteste di Gdeim Izik è stata denunciata dai loro parenti, rilevando che non possono più visitarli da quasi due anni da quando le autorità marocchine si nascondono dietro la situazione pandemica. Alcuni sono incarcerati in totale isolamento e in carceri lontane dalla residenza dei loro parenti nel Sahara Occidentale.
Dal canto suo, la Corte di giustizia dell’Unione europea (CGUE) si pronuncerà il 29 settembre con due sentenze sulla legittimità dei nuovi accordi UE-Marocco. Va ricordato che già nel dicembre 2016 la CGUE aveva stabilito che l’accordo di associazione Unione Europea-Marocco non si applicava al Sahara Occidentale, perché il territorio saharawi ha uno status separato e distinto dal Marocco. Attraverso una serie di tre sentenze emesse nel 2018 e nel 2019, i tribunali europei hanno generalizzato questa sentenza a tutti gli accordi Unione Europea-Marocco, escludendo il Sahara Occidentale dall’ ambito di applicazione dell’ accordo sulla pesca e sull’ aviazione. Ora ci si aspetta che le sentenze possano andare nella stessa direzione.

Mappa del Sahara Occidentale, patria del popolo saharawi.

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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