Reazioni di soddisfazione tra i lavoratori e lamentele delle imprese ha generato ieri il decreto che elimina la norma che consentiva alle aziende di sospendere senza stipendio i propri dipendenti durante il Covid-19.

Il movimento sindacale giudicava la precedente misura iniqua e penalizzante per i lavoratori, mentre le oligarchie ed i portavoce delle imprese private, affermano che questo cambiamento potrebbe influire sulla ripresa economica dopo la crisi generata dalla pandemia e causare il fallimento delle aziende.

La nuova norma prevede che il prossimo 2 ottobre non venga rinnovata la precedente legge del governo liberista filostatunitense che prevedeva la possibilità di sospendere lo stipendio al lavoratore senza compensazioni o tutele.
Alla vecchia legge, come spesso avviene per le norme che danneggiano i lavoratori, era stato dato un nome che suonava come positivo: “la sospensione perfetta”.

Marco Pflucker, specializzato in questioni di lavoro, ha ritenuto la riforma equa e pertinente: “è un progresso perché la vecchia politica ha colpito brutalmente la classe operaia nel mezzo della pandemia di Covid-19 e ha comportato il licenziamento di milioni di lavoratori”, ha affermato il direttore del programma Hora Laboral, trasmesso su Internet.

Tale legge, emanata nell’aprile 2020 secondo il governo liberista di Martín Vizcarra per prevenire il fallimento delle aziende e la conservazione delle fonti di lavoro, ha agevolato solamente le imprese ma non ha adempiuto alla missione nel suo secondo aspetto, quello che avrebbe dovuto difendere i lavoratori.

Secondo Pflucker, la “sospensione perfetta”, continuamente prorogata da Vizcarra e dal suo successore Francisco Sagasti, avrebbe dovuto essere revocata da tempo per favorire atti di ingiustizia.

In molti casi ne hanno beneficiato le aziende che non ne avevano bisogno perché, inoltre, avevano già ricevuto finanziamenti a tasso agevolato, garantiti dallo Stato e, nonostante ciò, non hanno esitato a sospendere e addirittura a licenziare molti lavoratori.

Dopo che il nuovo provvedimento è stato ufficializzato questa settimana, con un decreto d’urgenza, il ministro del Lavoro Íber Maraví, contro il quale le destre hanno presentato una mozione di sfiducia, ha affermato che si tratta di “un’azione del governo popolare e molti altri verranno per rendere giustizia ai lavoratori.
E non è perché siamo contro gli imprenditori, che hanno una grande importanza per lo sviluppo del Paese, ma perché nel rapporto tra i lavoratori e gli imprenditori ci deve essere giustizia ed equilibrio”, ha aggiunto.

Maraví ha parlato con centinaia di dipendenti dell’esclusivo Club Regatas Lima, i quali si erano recati al Ministero del Lavoro felici perché potranno tornare a lavorare di nuovo.

Il decreto è stato annunciato settimane fa dal presidente del Consiglio Guido Bellido (altro esponente socialista di cui le destre chiedono la rimozione), in una presentazione al Parlamento, dove ha annunciato un dialogo con datori di lavoro e dipendenti sulla nuova agenda del lavoro, che mira a rafforzare il controllo nei luoghi di lavoro per rilevare gli abusi padronali.

Inoltre, si prevede al più presto il ripristino della contrattazione sindacale per vari rami di attività e di cambiare la cosiddetta terzializzazione del lavoro, che finora consentiva alle aziende di affidare alle società di servizi parte del loro processo produttivo al fine di eludere i diritti del lavoro.

Contemporaneamente, ieri, il presidente Castillo ha parlato al summit della CELAC ed ha menzionato come temi prioritari per il continente americano la sicurezza alimentare, l’accesso universale all’istruzione, il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile, la lotta alla corruzione, alla criminalità organizzata, la tutela dei diritti umani, l’uguaglianza di genere e il rispetto delle popolazioni indigene e degli afro-discendenti.

Castillo ha detto che il Perù, dopo la sua elezione, ha iniziato una nuova fase della sua vita repubblicana, due secoli dopo la proclamazione dell’indipendenza il nuovo governo intende realizzare le riforme che il Paese richiede.

L’obiettivo di questi cambiamenti, ha spiegato, è riaffermare quanto è stato avanzato e “correggere i difetti delle strutture economiche, sociali e politiche che hanno reso possibili fenomeni perniciosi come la povertà e diffusi come l’esclusione e la mancanza di opportunità”.

Rete solidarietà rivoluzione bolivariana

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.
Attenzione: alcune funzionalità di questa pagina potrebbero essere bloccate a seguito delle tue scelte privacy