Il Primo Ministro socialista peruviano, Guido Bellido, ha espresso ieri la richiesta di rinegoziare con il Consorzio multinazionale Camisea lo sfruttamento del gas naturale, in caso contrario, il governo opterà per il recupero o la nazionalizzazione del mega giacimento di quella zona.

“La multinazionale Plus Petrol Camisea paga allo Stato peruviano 0,54 dollari per mille piedi cubi di gas che estrae dal sottosuolo e lo rivende tra 10 e 14 dollari.
Lo Stato ed i cittadini quindi incassano 1.135 milioni di dollari per un bene che vale 23.000 milioni di dollari ai prezzi di mercato.
Sappiate che il budget annuale per l’istruzione nel Perù è il 3,5% del PIL, pari a 7.884 milioni di dollari, il che significa che solo con i proventi realizzati dalla multinazionale Camisea potremmo triplicare il nostro budget per l’istruzione, compresi gli stipendi degli insegnanti” afferma il partito Perù Libero nel suo programma di governo.

“Le risorse del Perù non possono continuare in mani private e a danno della gente; in campagna elettorale è stato detto chiaramente che il gas Camisea deve essere per tutti i peruviani.
Oggi, quegli stessi politici che hanno sempre regalato le nostre risorse, intendono darci lezioni su come governare.
Quei governanti hanno permesso alle compagnie straniere di sfruttare le terre peruviane, di esaurirle e di andarsene senza lasciare nulla (per il popolo). L’unica cosa che hanno lasciato sono stati i soldi per la corruzione e per i pagamenti delle tangenti per coloro che lo permettevano.
Abbiamo bisogno che il gas sia a disposizione di chi ha meno e ad un prezzo giusto. Invece le nostre famiglie continuiano a pagare il gas domestico ai prezzi internazionali a quelle stesse multinazionali che ce lo rivendono a 10 dollari dopo averlo estratto dal nostro sottosuolo a meno di 1 dollaro”.

Se c’è una società mineraria in una regiine che non ha strade asfaltate, nessun ospedale, nessuna scuola o acqua potabile, tutto questo deve essere discusso e messo sul tavolo prima di dare la concessione”, ha detto Bellido.

Ma chi sono le multinazionali che estraggono gas nella regione di Camisea?
ll Consorzio Camisea, che ha iniziato ad operare nell’agosto 2004, è composto da Pluspetrol, Argentina (27,2%), Hunt Oil Stati Uniti (25,1%), SK, Corea del Sud (17,6%), Tecpetrol, Argentina (10%), Sonatrach, Algeria (10%) e Repsol, Spagna (10% ), a queste si somma PERU LNG una società peruviana composta da quattro aziende leader nel settore energetico mondiale: Hunt Oil (Stati Uniti), SK Innovation (Corea del Sud), Shell (Olanda) e Marubeni (Giappone).

In un incontro con le organizzazioni sociali nella città meridionale di Arequipa, Bellido ha dichiarato che il governo non rinuncerà all’adempimento delle sue promesse elettorali.

La richiesta di rinegoziazione è stata avallata dal segretario generale del partito di governo, Peru Libero: “Riconquisteremo la patria che ci è stata tolta tanto tempo fa! Il Partito e il Popolo la appoggiano senza dubbio!” ha espresso su Twitter.

Al contrario, economisti e politici neoliberisti filostatunitensi hanno lanciato attacchi contro l’iniziativa di Bellido e la parlamentare di estrema destra Patricia Chirinos ha pronunciato vari insulti contro il presidente del Consiglio chiedendo di convocarlo al Parlamento per avere spiegazioni.

La deputata Martha Moyano, del partito di destra Fuerza Popular, ha lasciato intendere che il Parlamento, con una maggioranza neoliberista, impedirà il recupero di quei soldi dalle multinazionali.

Rete solidarietà rivoluzione bolivariana

https://m.prensa-latina.cu/?p=111291/primer-ministro-ratifica-exigencia-de-renegociar-sobre-gas-en-peru/

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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