Immagine della protesta a Bogotà il 28 settembre


Francesco Cecchini


Martedì 28 settembre, Bogotá e altre città della Colombia hanno vissuto una giornata di proteste, che sono state organizzate del Comitato Nazionale dello Sciopero assieme alla Federación Nacional de Trabajadores de la Educación (Fecode) e alla Asociación Distrital de Educadores (ADE) e da Collettivi femministi. Il Comitato Nazionale dello Sciopero ha chiesto al Congresso della Repubblica di elaborare ed approvare i dieci progetti di legge che ha presentato lo scorso luglio e sono stati sottoposti anche dai partiti di opposizione. I Collettivi femministi chiedono un aborto legale, sicuro e gratuito.
Il presidente della Central Unitaria de Trabajadores (CUT) e portavoce di questa entità, Francisco Maltés, prima delle proteste ha affermato che queste sono organizate per chiedere soluzioni a molti dei problemi che affliggono i cittadini colombiani. Ha sottolineato che questa iniziativa nasce per alzare la voce per la vita, la pace, la democrazia e per respingere le decisioni del governo. Il leader sindacale ha sottolineato che le proposte di legge presentate sono incentrate su un reddito di base di emergenza di un salario minimo mensile per un anno per 7,5 milioni di famiglie; per la gratuità universale per tutti e tutti gli studenti dell’istruzione superiore pubblica. La mobilitazione è anche per il rafforzamento della rete di salute pubblica per far fronte alla pandemia. A ciò si aggiungono il sostegno alla riattivazione economica delle medie e piccole industrie, la creazione di posti di lavoro e il sostegno al settore agricolo.
“D’altra parte, chiediamo la completa cessazione della politica che è stata sistematicamente portata avanti contro i leader sociali e gli ex guerriglieri i che hanno partecipato fin dai primi giorni di protesta. La persecuzione e l’ eliminazione di questi cittadini in palese è in palese violazione del diritto alla vita, dei diritti umani e di altri diritti democratici che vanno difesi quotidianamente, ha sottolineato Francisco Maltés che ha aggiunto: “Se non è possibile avere le soluzioni necessarie, si dovrà promuovere l’ allontanamento di questo governo che governa male la Colombia”.
La risposta del popolo colombiano all’ appello del Comitato Nazionale dello Sciopero e dei Collettivi femministi è stata positiva. In molte città centinaia e centinaia di colombiani sono scesi in strada per protestare. Per esempio a Bogotá il sindaco aggiunto ha dichiarato che la mobilitazione dal Parco Nazionale alla Piazza Bolivar, dove ha sede il Congresso si è svolta con calma totale, di maniera festosa e pacifica.

Siamo notizia, ma non ci fermeremo fino a che non saremo storia.

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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