Un tribunale boliviano ha deciso ieri di prorogare di altri 5 mesi la detenzione preventiva dell’ex presidente golpista autoproclamata e filo statunitense Jeanine Áñez, indagata per il colpo di Stato del 2019 e per le stragi di manifestanti indigeni compiute dalla polizia e dall’esercito in quei giorni.

La giustizia boliviana ha annunciato infatti sabato di prorogare per altri cinque mesi la detenzione dell’ex presidente del governo di fatto Jeanine Áñez, accusata di sedizione e terrorismo nell’ambito del colpo di Stato contro l’ex presidente Evo Morales nel novembre 2019.

Anche gli ex ministri golpisti della giustizia Álvaro Coímbra e dell’energia Álvaro Rodrigo Guzmán, perseguiti per lo stesso caso, devono rimanere detenuti nel loro carcere a La Paz (la capitale) per un periodo simile.

L’avvocato della Áñez, Luis Guillén, ha riferito che l’udienza si è svolta venerdì, ma è stata sospesa, poiché l’ex presidentessa golpista ha detto di avere un malore dopo il suo intervento ed è stata portata nell’infermeria del carcere di San Pedro.

In questi mesi la destra boliviana ha chiesto continuamente la scarcerazione della Áñez adducendo come motivazione le sue condizioni di salute.
Il giudice ha sempre risposto che la Áñez gode di tutte le tutele sanitarie all’interno del carcere o nelle strutture mediche ad esso legate e che il tema delle condizioni di salute è un pretesto per uscire dal carcere con un elevato rischio di fuga all’estero (tentativo già messo in atto dalla Áñez prima dell’arresto).

Perché Áñez sta in prigione?

Il 13 marzo 2021, la polizia boliviana ha arrestato Jeanine Áñez nella città di Trinidad, capitale del dipartimento dell’Amazzonia di Beni, dopo che l’ufficio del procuratore boliviano ha emesso un mandato di cattura con l’accusa relativa al colpo di Stato.

Durante il mandato della Áñez, la polizia ha represso con forza le proteste contro il governo golpista con armi e agenti chimici, che hanno provocato circa 36 morti, più di 800 feriti e 1.500 arresti con vari desaparecidos (scomparsi).

Inoltre, la Áñez è stata anche criticata per la sua cattiva gestione di fronte alla pandemia di coronavirus. Infatti, durante la crisi sanitaria, il suo governo, invece di investire nel settore sanitario, ha autorizzato lo stanziamento di oltre cinque milioni di dollari per l’acquisto di agenti chimici utilizzati nella repressione dei manifestanti ed ha acquistato un lotto di respiratori polmonari ad un prezzo molto superiore a quello reale per intascare una tangente milionaria.

In precedenza, il presidente della Bolivia, Luis Arce, aveva denunciato che la Áñez aveva lasciato il Paese con le casse dello Stato quasi vuote, con debiti verso la Banca Centrale della Bolivia, società e fornitori stranieri, oltre ad aver chiuso o svenduto alcune industrie statali strategiche licenziando i lavoratori.

Rete solidarietà rivoluzione bolivariana

https://www.hispantv.com/noticias/bolivia/499898/anez-detencion-golpe

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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