“Scusi è lei il titolare delle Viterie Prealpine? Sì. Siamo gli ispettori del governo e le comunichiamo che tra tre giorni all’ora di pranzo verremo a controllare la sua azienda, sia le misure di sicurezza degli impianti, sia i registri del personale, sia le i conti e le fatture. Ci raccomandiamo che sia tutto in regola..” Questa telefonata immaginaria diventerà la realtà, in base a ciò che ci segnala il compagno Sergio Cararo riprendendo un articolo di Italia Oggi.
Lì il ministro Brunetta spiega che il governo Draghi ha deciso che i controlli sulle imprese non saranno più a sorpresa, ma preannunciati alle direzioni aziendali. Che così avranno tutto il tempo di nascondere sotto il tappeto le loro porcherie.
In realtà i controlli improvvisi erano già molto pochi e scoraggiati dai vertici delle amministrazioni pubbliche, ora però verranno proprio proibiti. Nel paese dove c’è la più grave strage di lavoratori per colpa della non applicazione e delle norme di sicurezza. Nel paese dove dilagano supersfruttamento, lavoro nero, caporalato. Nel paese della gigantesca evasione fiscale e contributiva. Nel paese dove sul lavoro domina l’illegalità più oppressiva, il governo sceglie di avvisare gl’imprenditori prima dei controlli. Solo per il reddito di cittadinanza ci saranno controlli veri e spietati. Per tutto il resto cortesia, dice Brunetta.
Di tutte le vergogne classiste del governo questa è la più infame. La telefonata di preavviso di Draghi ai padroni è quella di uno stato che si umilia e si sottomette agli affari, anche ai più sporchi. È la dimostrazione che per questo governo è legale solo ciò che arricchisce, illegale tutto il resto.
Oggi essere contro Draghi e la sua politica di estrema destra liberista è anche un dovere civile e morale.

Giorgio Cremaschi PaP

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Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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